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Gli ormoni per il controllo delle nascite danneggiano le riserve idriche?

Tebaldo Vinciguerra – it

Photograph courtesy of CNA

Tebaldo Vinciguerra

Diane Montagna - Aleteia - pubblicato il 25/06/15

Se è così, perché le Nazioni Unite promuovono la pillola nei Paesi poveri?
Un aspetto della nuova enciclica di papa Francesco Laudato si’ che non ha attirato molto l'attenzione sono gli effetti dannosi sui sistemi ormonali umani provocati dalle sostanze chimiche nelle riserve idriche.
Un numero crescente di prove scientifiche afferma che queste sostanze, spesso ritrovate nei contraccettivi e nelle pillole per il controllo delle nascite, stanno creando i cosiddetti pesci e fauna “intersessuale” e potrebbero minacciare seriamente la salute umana, la sessualità e le gravidanze.

Per discutere in modo più dettagliato la questione, Aleteia ha parlato con Tebaldo Vinciguerra, che ha spiegato perché è un “dovere fondamentale” di Governi, legislatori e mondo degli affari agire in modo onesto e responsabile al riguardo. L'esperto ha anche discusso il paradosso per cui le Nazioni Unite e gli ambientalisti spingono spesso all'uso dei contraccettivi nei Paesi in via di sviluppo, nonostante il pericolo potenziale che rappresentano per l'ambiente, e perché è importante incoraggiare quello che papa Francesco ha definito un “dibattito serio e onesto” sulla questione.

Vinciguerra è dal 2011 officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uno dei dicasteri vaticani più coinvolti nella preparazione dell'enciclica. Segue questioni di sviluppo ed “ecologia” nel senso più ampio del termine, alla luce della dottrina sociale della Chiesa. I suoi interessi particolari includono lo sviluppo agricolo e la gestione delle risorse naturali come acqua, energia, terra e minerali.

Vinciguerra è sposato e padre.

Signor Vinciguerra, la Laudato si’ afferma che “i prodotti chimici utilizzati nelle città e nei campi possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe… Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone” (LS § 21). Cosa pensa al riguardo?

È un aspetto da considerare seriamente, ma non solo perché la preparazione dell'enciclica ha beneficiato di contributi scientifici. Ricordate che Bergoglio stesso ha lavorato per un po' di tempo come tecnico chimico. I prodotti chimici possono minacciare la salute umana e, come afferma il Santo Padre, troppo spesso si agisce troppo tardi o non si agisce affatto: non c'è prevenzione né rimedio o compensazione.

Le attività umane, ad esempio la produzione di cibo, di farmaci e di altri beni e servizi e il loro consumo – in breve l'intero ciclo produttivo –, devono essere organizzate nel modo più sostenibile possibile, perseguendo costantemente il miglior equilibrio tra il rispetto degli ecosistemi, l'efficienza e la produttività, e considerando le varie risorse usate senza mai compromettere il rispetto dei lavoratori, della società, del tasso di impiego e della qualità.

Quanto all'ultimo aspetto, un dovere fondamentale del mondo degli affari e di chi è coinvolto nel policy making è agire in modo onesto e responsabile, soprattutto nello scegliere e nell'elaborare i prodotti, visto che la qualità e la salute dei generi alimentari dev'essere una priorità fondamentale. Il marketing consapevole di beni dannosi a causa di incidenti o procedure scorrette nella produzione e nel confezionamento è inaccettabile.

Non possiamo neanche tollerare che certi beni – forniti, ad esempio, dall'industria chimica o farmaceutica – continuino ad essere commerciati quando i produttori e i ricercatori hanno verificato il danno che a volte possono provocare alla salute, anche se non sono proibiti dalla legge e per via della mancanza di informazioni il pubblico non si è ancora mobilitato in modo massiccio contro il loro uso. Il principio di precauzione deve guidare il comportamento ed evitare la produzione e la distribuzione, per quanto dia profitto, di beni che potrebbero essere dannosi.

Studi scientifici hanno mostrato che gli ormoni sintetici dei contraccettivi e delle pillole per il controllo delle nascite, in particolare l'EE2, stanno passando nel sistema idrico e stanno facendo sì che i pesci maschi mutino e cambino sesso (i cosiddetti pesci intersessuali). Gli studi hanno scoperto simili anormalità preoccupanti anche nella fauna. Gli scienziati hanno suggerito che la presenza di ormoni sintetici nel sistema idrico sta provocando anche problemi di salute negli esseri umani, come lo sviluppo sessuale prematuro o irregolare. Alcune ipotesi collegano perfino la presenza di questi ormoni sintetici nelle riserve idriche alla crescente prevalenza di questioni di genere e omosessualità. Nessuno ne parla…

Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace è informato di questi studi e ha cercato di gettare luce su questo argomento problematico nel suo libro recente Terra e Cibo (§ 50). Alcune importanti organizzazioni, come il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Autorità Europea per la Sicurezza del Cibo, stanno monitorando la questione e hanno già diffuso rapporti allarmanti.

Negli ultimi mesi ho anche ricevuto materiale sulla questione dalle università nordamericane, dal WWF – che la segue da anni –, da singoli esperti europei e sudamericani e da religiosi.

In particolare, si teme – e le prove scientifiche in questo senso stanno aumentando – che certe sostanze chimiche possano avere effetti collaterali negativi sul sistema ormonale umano, noto anche come sistema endocrino. Questo sistema gioca un ruolo fondamentale nel mantenere l'equilibrio fisiologico del corpo umano e nel regolare la crescita corporea, il metabolismo e lo sviluppo e la funzionalità sessuali. Si crede che le sostanze chimiche chiamate “disturbatori endocrini” possano avere effetti problematici sulla salute umana e sugli organismi dell'ambiente, in particolare negli stadi critici dello sviluppo. Alcuni si trovano in natura, altri sono prodotti dall'uomo, come pesticidi e cosmetici, e possono essere anche l'effetto di certe terapie e farmaci ormonali, come la pillola contraccettiva. Il loro meccanismo d'azione è ancora sotto esame, ma il fatto che possano minacciare seriamente la salute umana e la sessualità e le gravidanza è fonte di grande preoccupazione. È una minaccia diretta all'umanità. Quindi sì, il problema coinvolge i contraccettivi e le pillole per il controllo delle nascite, ma anche altre sostanze.

Non c'è un paradosso in questo? Le grandi organizzazioni internazionali, i think tank, i gruppi ambientali e i Governi soprattutto delle Nazioni ricche, come sappiamo, stanno promuovendo un calo della popolazione e un'agenda a favore dell'aborto e stanno imponendo politiche di controllo delle nascite ai Paesi poveri e in via di sviluppo, principalmente anche se non esclusivamente in Africa.La Laudato si’afferma al riguardo che “non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di 'salute riproduttiva'” (§ 50). Spesso queste istituzioni affermano di essere molto preoccupate per l'ambiente, ma i contraccettivi che cercano di imporre sono una minaccia alla vita umana, alla salute umana e all'ambiente.

Purtroppo è vero. Queste agende vengono portate avanti sotto la copertura della “salute riproduttiva” o di una visione distorta dei “diritti umani”. Spesso, allora, chi fabbrica e promuove queste sostanze usa un “discorso verde” (LS § 49) e un neomalthusianesimo fuorviante che porta pochi privilegiati a fare cinicamente tutto il possibile per mantenere “l’attuale livello di consumo dei Paesi più sviluppati e dei settori più ricchi delle società, dove l’abitudine di sprecare e buttare via raggiunge livelli inauditi” (LS § 27). Il papa è chiaro: “Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi. Si pretende così di legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perché il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo” (LS § 50).

Quindi sì, c'è una sorta di paradosso che si può trovare in filigrana in varie parti della Laudato si’. I Paesi ricchi promuovono il controllo delle nascite in quelli poveri, che sono quelli, come ha spiegato l'esperto di clima John Schellnhuber alla presentazione dell'enciclica, che consumano e inquinano meno; quelli che hanno minore capacità tecnica e finanziaria di purificare l'acqua in modo efficiente e quindi si trovano con risorse idriche danneggiate dall'uso di dispositivi per il controllo delle nascite e altre pillole contraccettive.

Il paradosso scandaloso risiede nel fatto che “in diversi modi, i popoli in via di sviluppo, dove si trovano le riserve più importanti della biosfera, continuano ad alimentare lo sviluppo dei Paesi più ricchi a prezzo del loro presente e del loro futuro” (LS § 52), e questo a causa di un uso distorto dei progressi nella tecnologia. Parlando di biotecnologie, il papa spiega che “mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene” (LS § 104), soprattutto visto che l'uomo contemporaneo non è stato formato per usare bene il potere: “l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza” (LS § 105).

Cosa può fare la Chiesa a questo riguardo?

La Chiesa propone uno sviluppo realmente integrale e inclusivo nel momento in cui le Nazioni Unite adottano i loro obiettivi di sviluppo sostenibile. La Chiesa può anche contribuire a creare la cultura necessaria per affrontare la crisi. È proprio ciò che sta facendo il Santo Padre, sottolineando antropocentrismo distorto (LS § 69), consumismo (LS § 50), paradigma tecnocratico (LS § 101), relativismo (LS § 122), indifferenza (LS § 52) e cultura dello scarto (LS § 22). Può farlo anche denunciando analisi e strategie astratte che non affrontano i problemi in modo efficace o che – soprattutto tra alcuni movimenti ambientali – difendono la natura ma non si impegnano davvero a difendere la persona umana.

Più specificatamente, per quanto riguarda i “disturbatori endocrini”, bisogna ovviamente incoraggiare la ricerca e un “dibattito onesto fra gli scienziati” (LS § 61). Poi, soprattutto su una questione ad alto rischio come questa, Governi, legislatori e mondo degli affari devono agire rapidamente e con determinazione sulla base dei risultati scientifici.

L'Humanae vitae è stata profetica?

Paolo VI ha scritto l'Humanae vitae in un momento in cui, per citarlo, “molti manifestano il timore che la popolazione mondiale cresca più rapidamente delle risorse a disposizione” (HV § 2). Con grande senso di lungimiranza, si preoccupava della possibile adzione di misure anti-vita da parte dei Governi nel loro tentativo di risolvere i problemi che interessano un Paese. Papa Francesco è sullo stesso fronte con il suo paragrafo sulla politica riproduttiva nell'enciclica Laudato si’ e con la sua ormai famosa dichiarazione nell'esortazione apostolica Evangelii gaudium: “Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana” (EG § 214).

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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