Che cosa ci insegna il Cristo “ecologista” del XXI secolo? Come si fa a far prevalere la salvaguardia del Creato ai ritmi imposti dalla finanza mondiale e del denaro? Lo spiegano Jean Bastaire ed Hélène Bastaire in "Per un Cristo verde. L'ecologia umana contro l'idolatria del denaro" (Emi edizioni). Un volume tanto più attuale dopo l'Enciclica "Laudato Si" di Papa Francesco.
LA CONVERSIONE ECOLOGICA
È stato papa Wojtyla a parlare esplicitamente di una «conversione ecologica» e, in numerosi messaggi troppo poco conosciuti, ha richiamato tutti gli uomini e in particolare i cristiani a metterla in pratica. Oggi, spiegano Jean ed Helen Bastaire, Il Cristo "verde" non ha ancora i discepoli che desidera e che Giovanni Paolo II ha convocato attraverso l’invito alla conversione.
LE PAROLE DI BENEDETTO XVI
Un invito seguito anche dal suo successore Benedetto XVI, del quale si ricorda l’affermazione scritta già quand’era cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: «Mi pare chiaro che anche noi dobbiamo recuperare questo sguardo cosmico, se vogliamo tornare a comprendere e vivere l’avvenimento cristiano in tutta la sua ampiezza e profondità».
UN CRISTO COSMICO
Le caratteristiche del Cristo "verde" sono quelle di un Cristo cosmico, colui che l’apostolo Paolo ha proclamato non soltanto agli uomini, ma a tutte le cose sotto il cielo e sulla terra, obbedendo all’ultimo comandamento del Signore il giorno della sua Ascensione: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15).
LOTTA ECOLOGISTA E NON "AFFARI"
Il Cristo "verde" ammonisce i cristiani di essere troppo spesso tributari di una concezione utilitaristica della natura che si esaurisce interamente nell’uomo. Nei propri affari la creazione non ha voce in capitolo. La prospettiva con cui i cristiani oggi si accostano all’ecologia dovrebbe manifestarsi nel vederli militare numerosi contro l’effetto serra, il riscaldamento climatico, la scomparsa delle foreste, la contaminazione del suolo, l’esaurimento delle acque, la riduzione delle biodiversità.
LA DIGNITA' DI OGNI CREATURA
Un cristiano che si interessa di ecologia è qualcuno che si riconosce fratello di tutte le creature, ciascuna nel suo rango e secondo la funzione assegnata dal Creatore. Questo cristiano non le mette tutte sullo stesso piano. La diversità che attribuisce loro non si limita alle modalità della loro incarnazione, ma accetta una gerarchia nei loro ruoli. Esse hanno tutte la stessa dignità, non la stessa responsabilità. Soltanto l’uomo ha una responsabilità ponderata e deliberata. La responsabilità delle altre creature è legata al fatto che tutte rispondono, tutte donano qualche cosa.
L'ANIMA MALATA DEL MONDO
Il Cristo "verde" non denuncia la società del consumo e il consumismo come se incolpasse le cattive maniere e un uso dissennato delle ricchezze di questo mondo, che un buon istinto di conservazione e una sana dose di riflessione sarebbero sufficienti a guarire. Egli non crede che tutto in fondo continui ad andare bene e che, se il corpo dell’universo è malato, la sua anima resti solida. È proprio l’anima del mondo che continua ad essere malata. Il vecchio cancro invade e soffoca la creazione sotto nuove forme. È all’opera lo stesso autodivorarsi, attraverso lo stesso appetito del predare, oggi senza freno.
SGUARDO VERSO LA PARUSIA
E' per l’oggi di Dio che il faticoso lavoro ecologico, nel suo significato più radicale, è invitato ad adoperarsi verso il profitto di tutti. Qui si prepara la Parusia. Per il Cristo verde, salvaguardia e salvezza della creazione vanno di pari passo. Si tratta di realizzare allo stesso tempo la riforma dei cuori nella gestione dell’universo e di impiegare in Cristo la promozione finale di tutte le cose, perché Cristo le offre tutte al Padre.