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Confessioni di un transprotestante

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John Martignoni - pubblicato il 22/06/15

Forse il mio coming out incoraggerà altri a fare lo stesso

Mentre tutta l'attenzione dei media si concentra sulla “trasformazione” transgender di Bruce Jenner in una “transdonna” – è una donna intrappolata in un corpo maschile – e su Rachel Dolezal e la sua identità transrazziale – è una donna nera intrappolata nel corpo di una donna bianca – e di recente si è parlato dei transabili – persone disabili intrappolate in corpi perfettamente funzionanti (arrivano a confinarsi su sedie a rotelle e a usare stampelle e sostegni per le gambe), ho compiuto una grande ricerca nell'anima e ho deciso che per me era arrivato il momento di fare coming out. So che potrà essere uno shock per molti, ma sono costretto a dire al mondo che sono… un transprotestante. È così, sono un protestante intrappolato in un corpo cattolico.

Qualcuno potrebbe dire: “John, come può essere? Scrivi articoli cattolici e newsletter cattoliche e fai conferenze cattoliche. Come puoi essere protestante dentro e cattolico fuori?” Sapevo che per la maggior parte della gente non sarebbe stato facile da accettare e da capire, ma permettetemi di condividere la mia storia con voi.

Ho iniziato a capire che ero protestante “dentro” qualche anno fa, quando ho iniziato a usare i social media, soprattutto Facebook e YouTube. Cliccavo su qualche video innocuo che qualcuno aveva inserito – magari qualcosa su bambini che ridevano, o cani che “parlavano” o cose del genere – e al lato del video o nella sua parte superiore c'erano delle pubblicità che cercavano di attirare la mia attenzione usando parole e immagini suggestive a livello sessuale: “19 dei migliori corpi di celebrità in bikini”, “15 tra le atlete più sexy” e così via.

Erano davvero una tentazione, ma la mia esteriorità cattolica diceva: “No, cliccare su quelle pubblicità ti porterà al peccato del desiderio, che è contrario a Dio, e potrebbe condurti all'inferno per tutta l'eternità”. E allora chiudevo le pubblicità. Ma poi un giorno, mentre stavo iniziando a chiuderle, ho sentito una voce dentro di me dire:

“Cosa stai facendo?”

“Sto rimuovendo questa tentazione dalla mia vista”

“Ma sei stato salvato, giusto?”

“Cosa?”

“Sei stato salvato, no?”

“Cosa intendi?” 

“Hai accettato Gesù Cristo nel tuo cuore come tuo Signore e Salvatore, giusto?” 

“Cosa ha a che fare con '10 attrici sexy a tutto tondo'?”

“Tutto! Se hai accettato Gesù nel tuo cuore come tuo Signore e Salvatore, allora anche se clicchi su quelle pubblicità non influirà sulla tua salvezza. Quindi vai!”

“Ma è il peccato del desiderio. È un peccato mortale!”

“E allora? Sei stato salvato, fratello, e come si dice in Efesini 2, versetti 8 e 9, 'Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene'”.

Sapevo che piega stava prendendo quella conversazione. Quella voce, la voce distintamente protestante, dentro di me stava cercando di dirmi che ero salvato solo dalla fede, e che visto che non avevo fatto assolutamente nulla per ottenere la mia salvezza – era un “dono di Dio” –, allora non c'era assolutamente nulla che potessi fare per perderla, il che significava che anche se cliccare su “10 attrici sexy a tutto tondo” era un peccato non avrebbe influito sulla mia salvezza. Ero stato salvato e non c'era peccato che potessi commettere che mi avrebbe fatto perdere la salvezza. Una volta salvato, ero salvo per sempre.

La prima volta che ho sentito la voce protestante nella mia testa mi ha spaventato. Sapevo che era sbagliata. Mi sono detto: “Sono cattolico. Non credo nella salvezza solo per fede e che una volta salvati siamo salvi per sempre. Questi sono dogmi protestanti”. Ho spento Internet e ho recitato tutti i 20 misteri del Rosario, e poi sono andato a cercare qualcuno a cui fare un'elemosina.

Per molti mesi dopo, anche se capitavo su Facebook e YouTube vedendo quelle pubblicità, i pensieri non si sono riaffacciati nella mia mente, e chiudevo rapidamente gli annunci quando mi ci imbattevo. Ma poi, un giorno, c'era un annuncio: “I 25 malfunzionamenti principali nel guardaroba di una cheerleader”. Ancora una volta ero tentato di cliccare sull'annuncio, ma la mia esteriorità cattolica diceva: “Assolutamente no! Ti sei confessato sabato scorso e non ci tornerai questo sabato!” Mentre iniziavo a chiudere l'annuncio, però, quella voce interiore… la voce interiore protestante… ha parlato di nuovo:

“Hey, qual è il problema?” 

“È un peccato!”

“Sì, sì… lo so… non dovresti guardare quelle cheerleader. Desiderio e tutto il resto, lo capisco. Ma sei salvo. Non influirà in alcun modo o forma sulla tua salvezza. E parlando di forme, stiamo parlando di cheerleaders, amico!” 

“Fermo! Sono cattolico. Noi non crediamo che una volta salvati siamo salvati per sempre. Guardare quelle cheerleader sarebbe un peccato che mi costerebbe la salvezza eterna. Non lo farò”

“E se non fossi davvero cattolico?”

“Che vuoi dire?” 

“Beh, e se tu fossi in realtà un protestante e fosse solo un incidente di nascita ad aver fatto sì che rimanessi imprigionato in quel tuo corpo cattolico?”

“Questo è ridicolo!” 

“Davvero? Intendo dire che se sei davvero cattolico, perché hai questi pensieri protestanti? Perché c'è in te quel desiderio – e tu lo sai che c'è – di credere che una volta che siamo stati salvati siamo salvi per sempre? E se io… fossi il vero te?”

Ero profondamente turbato. Ho cercato di accantonare quei pensieri e ho iniziato a recitare il Rosario varie volte al giorno come penitenza, cominciando anche a indossare camicie di mezza taglia più piccole sul collo al punto che quando mi mettevo la cravatta avevo problemi a respirare, ma non è servito a niente. Il pensiero tornava: potrei essere davvero… transprotestante? Un protestante intrappolato in un corpo cattolico? Nei mesi successivi il pensiero di quanto sarebbe stato facile – in così tanti modi – cedere al desiderio di credere che una volta salvati si è salvati per sempre è ritornato ed è diventato più forte.

Negli ultimi mesi non solo il desiderio di credere che una volta salvati si è salvati per sempre si è rafforzato, ma ho sviluppato un'autentica ossessione per la fine dei tempi, e sono giunto alla conclusione di non voler soffrire durante la Tribolazione. E c'è di più. A Messa ho iniziato a dire “Amen!” quando il sacerdote dice qualcosa di particolarmente toccante o un pensiero provocatorio nella sua omelia. I miei figli sono troppo imbarazzati per sedersi vicino a me. Non capiscono, e non li posso biasimare.

Non l'ho ancora detto, ma ciò che ha messo un sigillo sulla questione – quello che mi ha fatto capire che sono davvero, oltre ogni dubbio, un transprotestante – è un desiderio schiacciante di… avviare una mia chiesa personale.

E quindi eccomi qui. Sono un… un transprotestante. E spero che condividendo la mia storia altri possano trovare il coraggio di unirsi a me. Avevo perfino pensato che forse questa chiesa che spero di fondare potrebbe accogliere i transprotestanti. Dopo tutto, so che ce ne sono tanti. Guardate solo tutti i “cattolici” che rifiutano l'autorità del papa e della Chiesa, o che non credono alla Presenza Reale di Cristo nell'Eucaristia, o che non si confessano mai, o che credono che le donne dovrebbero diventare sacerdoti e così via. Forse, solo forse, il mio esempio li aiuterà a capire che sono in realtà protestanti intrappolati in corpi cattolici. Almeno si spera…

John Martignoni è un apologeta cattolico e studioso della Bibbia. È fondatore e presidente della Bible Christian Society, dove si può trovare una gran quantità di materiale apologetico – CD, mp3 da scaricare, e-newsletter e altro – e ospite del programma di EWTN “Open Line”.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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