Tre “cervelloni” di Princeton, Harvard e della Heritage Foundation parlano a favore dell'unione eterosessuale
di Paolo Spaziani
“Quando parliamo di matrimonio omosessuale ciò su cui siamo chiamati a discutere non è l'omosessualità, ma il matrimonio. Il tema è non chi si può sposare, ma cosa è il matrimonio”.
Esordisce con questo inciso il volume Che cos'è il Matrimonio? uscito in Itala, per la casa editrice “Vita e Pensiero” (pp. 130 euro 13,00), traduzione italiana di What is Marriage? Man and Woman: a defense scritto da Sherif Girgis (Ph.D in filosofia a Princeton e studente di diritto a Yale), Ryan T. Anderson (Fellow presso l'Heritage Foundation) e Robert P. George (Professore all'Harvard Law School).
Il lavoro svolto dagli autori, pubblicato negli Stati Uniti nel 2013, ha ricevuto apprezzamenti da importanti esponenti statunitensi delle principali confessioni religiose tra cui il Cardinale Dolan, Arcivescovo di New York e il Rabbino Meir Soloveichik, Direttore dello Straus Center della Yeshiva University.
Il volume affronta il tema del matrimonio dal punto di vista del diritto naturale. Secondo gli autori la difesa del matrimonio eterosessuale non deriva da argomentazioni di natura religiosa, bensì dall'evidenza razionale che solo l'unione eterosessuale risponde ai bisogni essenziali della persona ed è finalizzata al perseguimento del bene comune. In quest'ottica il motivo per il quale il matrimonio gay non può essere introdotto non deriva da un divieto imposto, ma semplicemente da un'impossibilità oggettiva.
Gli autori entrano nel cuore del loro lavoro approfondendo il tema dell'integralità del matrimonio eterosessuale fondato sull'unione tra la dimensione spirituale e quella corporale, completata dal dono naturale della procreazione e dal desiderio che questa unione sia permanente e monogama. La finalità riproduttiva del matrimonio e la predisposizione fisica dell'uomo e della donna alla procreazione rappresentano per gli autori le principali argomentazioni contro l'introduzione del matrimonio gay il quale si fonda, al contrario, su aspetti puramente emozionali.
Così come un organo del nostro corpo può essere concepito nella sua autentica funzionalità solo in rapporto con gli altri organi, così anche un uomo può vedere realizzato il suo potenziale biologico e riproduttivo solo nell'unione con una donna.
Questo inciso racchiude il significato del lavoro degli studiosi, secondo i quali nella differenza sostanziale tra i concetti di “unione integrale” ed “emozionalità” risiede la stretta connessione tra l'alto tasso di divorzi e l'introduzione del matrimonio gay.
Insistere che un'attrazione fisica basata sulla semplice emozione debba essere regolata con il matrimonio non è ragionevole in quanto solo un'unione biologicamente orientata alla procreazione può definirsi matrimonio e perseguire il bene comune.