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Il dramma del lavoro minorile

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Agi - pubblicato il 12/06/15

Coinvolti 168 milioni bambini nel mondo, 340. 000 in Italia

Sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti nel mondo costretti a lavorare, di cui 85 milioni in lavori altamente rischiosi. L’agricoltura e’ il settore con la piu’ alta presenza di minori – 98 milioni – ma bambini e adolescenti sono coinvolti anche in attivita’ domestiche, nel lavoro in miniera o nelle fabbriche, spesso in condizioni di estremo pericolo e sfruttamento. L’Africa sub sahariana e’ l’area del mondo con la massima incidenza di minori al lavoro.



Ma il lavoro minorile e’ presente anche in Italia e riguarda almeno 340.000 minori sotto i 16 anni, di cui 28.000 coinvolti in attivita’ molto pericolose per la loro sicurezza, salute e ai limiti dello sfruttamento. Per questo, affermano Save The Children e Ilo in vista della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile di domani, "e’ urgente l’adozione di un piano nazionale sul lavoro minorile e di contrasto e prevenzione dello sfruttamento lavorativo di bambini e adolescenti nel nostro paese". Secondo la ricerca "Game Over" di Save the Children, il 7% dei minori nella fascia di eta’ 7-15 anni in Italia e’ coinvolta nel lavoro minorile. Piu’ di 2 minori su 3 (fra 14 e 15 anni) sono maschi e circa il 7% e’ un minore straniero. L’11% degli adolescenti che lavorano – pari a circa 28.000 – sono coinvolti nelle forme peggiori di lavoro minorile, con orari notturni o con un impegno continuativo, con il rischio reale di compromettere gli studi, di non avere neanche un spazio minimo per il gioco e il divertimento o per il necessario riposo. Lavorano perlopiu’ in attivita’ di famiglia (44,9%) mentre per cio’ che riguarda i minori impiegati all’esterno del circuito familiare, i settori principali sono quello della ristorazione (43%), dell’artigianato (20%) e del lavoro in campagna (20%). E sono stati coinvolti in sfruttamento lavorativo anche molto pesante la gran parte di minori nel circuito della giustizia minorile, sottolinea un’ulteriore indagine di Save the Children.

"Il picco di lavoro minorile si registra fra gli adolescenti, in quell’eta’ di passaggio dalla scuola media alla superiore, che vede in Italia uno dei tassi di dispersione scolastica piu’ elevati d’Europa e pari al 18,2%", spiega Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children. "Bisogna intervenire", rileva, "per spezzare il circuito perverso fra dissafezione scolastica e lavoro minorile, rafforzando i progetti contro la dispersione scolastica, gli interventi di sostegno formativo per i ragazzi che hanno prematuramente abbandonato gli studi e favorendo una maggiore continuita’ fra scuola e lavoro attraverso percorsi protetti di inserimento lavorativo. Un lavoro dignitoso, a differenza di quello illegale e sfruttato, puo’ essere uno strumento virtuoso per favorire lo sviluppo della personalita’ del minore, la sua responsabilizzazione e le capacita’ relazionali ed e’ quindi cruciale finanziare e potenziare questi percorsi. Alla vigilia di un ‘anniversario ufficiale’ ci ritroviamo a constatare una mancanza di attenzione al lavoro minorile nel nostro paese, sia in termini di monitoraggio del fenomeno che di azioni specifiche per prevenire e contrastare il lavoro illegale e in particolare le peggiori forme di lavoro minorile, nonostante si tratti di un problema presente e che rischia di peggiorare, anche a causa della crisi economica", sostiene ancora Milano. "Come emerge dal Rapporto mondiale sul lavoro minorile 2015 dell’Ilo, un bambino costretto a lavorare prima del tempo, avra’ il doppio delle difficolta’ dei suoi coetanei ad accedere a un lavoro dignitoso in eta’ piu’ adulta e correra’ molti piu’ rischi di rimanere ai margini della societa’, in condizioni di sfruttamento. E’ cruciale assicurare ai minori una istruzione di qualita’ almeno fino all’eta’ minima di accesso al mercato del lavoro per garantire l’acquisizione delle conoscenze base e delle competenze adeguate alle necessita’ del mercato del lavoro. Dobbiamo impedire che il lavoro minorile comprometta il presente e il futuro dei bambini e agire perche’ cio’ non accada, sia nei paesi in via di sviluppo che nei paesi piu’ benestanti, Italia inclusa", commenta Furio Rosati, dell’Ilo e direttore del Programma di ricerca Ilo-Unicef-Banca Mondiale Understanding Children’s Work (Ucw). "Non affrontare il problema del lavoro minorile e di un precoce ingresso sul mercato del lavoro", aggiunge, "rendera’ estremamente difficile affrontare l’ emergenza dell’ occupazione giovanile. Per questo l’Ilo auspica che nell’ambito del Piano nazionale garanzia giovani, si presti la necessaria attenzione al fenomeno dell’ingresso precoce sul mercato del lavoro e dello sfruttamento dei minori. Insieme a Save the Children", prosegue, "chiediamo al Governo italiano l’adozione con urgenza di un piano d’azione nazionale sul lavoro minorile, che preveda da un lato la creazione di un sistema di monitoraggio regolare del fenomeno e dall’altro le azioni da svolgere per intervenire efficacemente sulla prevenzione e sul contrasto del lavoro illegale, e in particolare delle peggiori forme di lavoro minorile, come previsto dall’art.6 della Convenzione sulle peggiori forme di lavoro minorile (182) ratificata dall’Italia. Chiediamo inoltre l’istituzione di un tavolo di dialogo sul lavoro minorile con le parti sociali e le organizzazioni non governative".

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