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Il corpo è sacro, te ne prendi cura?

Holding hand © Richard Lyons / Shutterstock – it

<a href="http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=110911754&amp;src=id" target="_blank" />Holding hand </a> © Richard Lyons / Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 12/06/15

Hai un “io corpo” che ha bisogno che te ne curi, lo ascolti, lo ami, lo rispetti

A volte le cose più umane sono le più sacre. La loro umanità, che possiamo toccare, ricevere, guardare, è il segno d'amore più grande di un Dio nascosto nelle piccole cose. Di un Dio che si è fatto pellegrino, uno di noi. Per parlarci con voce umana dell'amore di Dio. Per toccarci, con mani umane, e mostrarci le carezze di Dio.

Gesù ci dona il suo corpo. Quel corpo che ha amato in modo tanto umano. Con il quale ha accarezzato e ha abbracciato. Ha guardato e ha accolto. Ora lo dona. Dona se stesso. Il suo corpo e il suo sangue. Poco dopo diventerà realtà.

Lo insulteranno, lo colpiranno, lo trascineranno sotto il peso della croce. Il suo corpo lacerato. Il suo sangue versato fino all'ultima goccia. Alla fine dal costato aperto ha sgorgato acqua.

Gesù ama la nostra carne. Ama il nostro corpo. E si ferma in quel corpo perché abbiamo un alimento permanente. Il suo corpo è vero cibo. Il suo sangue è vera bevanda.

Ogni volta che ci comunichiamo assomigliamo un po' di più a Gesù. È il mistero della Comunione. Diventiamo una cosa sola con Cristo. Assomigliamo di più a Lui. Il sacerdote, ad ogni Eucaristia, pronuncia queste parole. Lo facciamo con stupore, commossi sperimentando la nostra piccolezza e la grandezza di ciò che accade.

Diventiamo altri Cristo, conoscendo la sproporzione che c'è tra la nostra vita e quella di Cristo. Non è una rappresentazione. È reale, avviene di nuovo. È il momento in cui siamo più simili a Cristo.

Ci costa capirlo. Ci vediamo tanto umani. Come Lui, siamo disposti a donare il corpo e l'anima. Fino all'ultima goccia della nostra vita. Come ha fatto Gesù per le strade della sua terra. Non ha risparmiato tempo né sforzi.

Nella sua vita si è donato interamente ai più poveri, ai malati, ai più bisognosi. Ha vissuto spendendosi senza paura, senza limiti, in quel modo tanto esagerato che ha Dio per amarci. Gesù, amandoci nel suo corpo, ha dignificato il nostro corpo umano. Lo ha fatto nella vita, e lo fa di nuovo in quest'ultima cena. Dà un valore eterno al nostro corpo caduco.

Come leggevo l'altro giorno, l'importante è che siamo corpo. SIAMO corpo. Non ABBIAMO un corpo. Siamo quell'immagine che gli altri vedono. Quanto è importante curare e rispettare la dignità del mio corpo e di quello delle persone che amo! Rispettare i segni che dà il mio corpo.

Curare il mio corpo quando è stanco, quando soffre, quando è ferito. Curare e dignificare il corpo degli uomini che a volte non sappiamo amare bene. Il corpo è sacro.

Gesù consacra il nostro corpo. Lo rende divino con la sua vita, con la sua presenza ogni giorno tra noi. Gesù era corpo e ha voluto rimanere con il suo corpo. Ha amato se stesso nel suo corpo perché imparassimo ad amarci nel nostro corpo limitato.

Quanto è importante curare il nostro corpo per poterlo donare senza limiti! Quanto è importante valorizzare l'aspetto umano della nostra vita!

A volte disprezziamo ciò che è umano, le necessità del mio corpo. Sopravvalutiamo l'aspetto spirituale, come se tutto ciò che è sacro nella nostra vita avesse a che vedere con l'anima. No, Gesù ha spezzato il suo corpo perché imparassimo a donare il nostro.

Ciò che è umano è sacro in Gesù. Così dovrebbe essere la nostra vita. Tutto ciò che è umano ha a che vedere con Dio. Tutte le mie necessità umane. Dono tutto a Dio. Tutto ha a che vedere con Lui. Quanto è importante valorizzare tutto ciò che c'è di umano nella mia vita!

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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