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A Trani il crac della clinica vaticana

Casa della Divina Provvidenza

© Public Domain

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 11/06/15

La procura ha chiesto il fermo per 10 persone tra cui due suore e un senatore. Gli inquirenti ringraziano Vaticano per aiuto

Ci sono voluti tre anni di indagine della Procura della Repubblica di Trani, ma alla fine, grazie anche all'aiuto decisivo delle autorità vaticane, è stato svelata una truffa che ha mandato alla bancarotta la Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza,con l'omonima casa di cura per malati psichici con sedi a Bisceglie: dieci le persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare tra cui due suore della Congregazione: suor Marcella Cesa e suor Assunta Pulzello. La decima persona è il senatore Antonio Azzollini (Ncd), già sindaco di Molfetta e presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Il malaffare in clinica
Spreco di denaro pubblico, assunzioni clientelari, bilanci falsificati (quelli del 2011 e 2012), stipendi e consulenze d'oro, utilizzo di risorse tutt'altro che finalizzate alla cura dei malati: questo in sintesi il quadro delineato dai militari della Guardia di Finanza e dalla Procura.

L'irruzione della politica
«Da oggi comando io. Se no, vi p…in bocca». Così nel luglio del 2009 il presidente della Commissione bilancio del Senato Antonio Azzollini (nella foto al centro) irruppe nella sede della Casa della Divina Provvidenza e si rivolse in questi termini alle suore: da quel momento divenne il «capo» indiscusso dell’associazione che ha portato ad un vero e proprio saccheggio delle casse dell’Ente, operazione che ha trasformato la Congregazione in un «vero e proprio feudo» oggetto di «dominio incontrastato» esercitato, ancora oggi, attraverso uomini di fiducia.

Queste le accuse che il Giudice per le indagini preliminari (Gip) di Trani rivolge al Senato che ora è chiamato ad autorizzare o meno l'arresto, il Partito Democratico ha già fatto sapere che voterà a favore (Agi, 11 giugno).

«Il gruppo di potere – scrive il Gip – ha imposto le decisioni relative ai più importanti atti della congregazione. L’istituto diventa dunque una merce di scambio per ottenere favori di varia natura e un fertile humus per interessi illeciti a tutti i livelli della società, dal mondo della sanità a quello dell’imprenditoria, dal mondo politico a quello religioso» (Il Secolo XIX, 10 giugno).

Il Senatore smentisce tutto, compresi i toni “irrispettosi”, ma Azzollini è anche accusato di illeciti in una inchiesta sul porto di Molfetta.

La procura ringrazia il Vaticano
A dare la possibilità alla Procura di dare una svolta alle indagini, un ruolo decisivo è quello dello Ior. E' stato infatti grazie alle risposte alle rogatorie internazionali inoltrate in Vaticano, indispensabili per avvalorare le ipotesi investigative, che si è "chiuso il cerchio" delle indagini. La documentazione inviata dallo Ior ha consentito "un più pregnante esame tecnico", attraverso l'esame degli estratti di conto corrente, dei flussi finanziari che sarebbero serviti all'occultamento dei fondi della Congregazione religiosa delle Ancelle della Divina Provvidenza. "Siamo stati tra le prime autorità giudiziarie ad aver beneficiato del nuovo corso di trasparenza e collaborazione della Banca Vaticana voluto dal Santo Padre", ha sottolineato la Procura di Trani, esprimendo pubblicamente il suo apprezzamento per la "preziosa collaborazione" fornita dallo Ior, nel dare oggi conto dell'operazione "Oro pro nobis” che ha condotto agli arresti di ieri (Ansa, 10 giugno).

Il tesoro delle suore
La documentazione fornita dallo Ior, ha confermato che, negli anni, è stato attuato "un progressivo occultamento" delle risorse della Congregazione trasferendole su rapporti bancari e conti correnti intestati solo formalmente alla Casa di Procura, ma in realtà riferibili alla stessa Congregazione. Dei 35.523.777,48 euro complessivi che tra il 1999 e il 2004 erano nei conti Ior della Congregazione, poi trasferiti sui conti della Casa Procura allo Ior e in Italia, si è arrivati al sequestro nel luglio 2013 di 28.063.366,63 euro. La differenza di 7.460.366,63 euro, secondo gli inquirenti, potrebbe essere stata spesa dalla Casa di Procura Ancelle della Divina Provvidenza per diverse finalità, tra cui la costruzione della casa delle suore e dell'Hospice nella sede di Foggia e dell'Hospice a Bisceglie.  

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