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Il modo originale in cui Dio ci attira

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George Martell/Pilot New Media

padre Carlos Padilla - Aleteia - pubblicato il 05/06/15

Vuole che cammini al suo fianco e parli di quell'amore che non comprendo
Dio ha cambiato la mia vita? Vedo nella mia vita la sua mano, le sue impronte più marcate delle mie?

Diceva padre Josef Kentenich: “Concentratevi sul fatto che in quella costanza dell'amore, in quella fermezza sovrana dell'amore, il Dio vivo è la calamita. Siamo così magnetizzati da essere attirati continuamente. Ovviamente esistono altri oggetti che ci attireranno, ma il Dio vivo ci colmerà tanto della sua presenza che saremo accanto a Lui anche quando la nostra attenzione sarà occupata da altre cose”.

Dio è una calamita o un dover essere? Dio vuole farmi addentrare nel suo amore misericordioso. In ogni disamore della mia vita c'è Lui a dirmi che mi ama. Mi aiuta a vedere il cielo sulla terra. Mi aiuta a legarmi alla terra. È Lui, solo Lui, che mi conosce completamente, e mi ama così, senza condizioni. Gli piaccio così. Mi ama follemente così.

Non comprendo come Dio possa amarmi tanto visto che io mi allontano tanto. Solo Lui dà, e mi costa capirlo. Accetta che lo incaselli, che gli dia l'etichetta di Dio giudice, di Dio che tiene i conti. Non capisco che non ricordi le mie cadute. Non comprendo la sua pazienza infinita o che aspetti alla porta della mia anima, bussando, aspettando che lo lasci entrare per cenare con me.

Sono un uomo, capisco poche cose. Cammino senza sapere tante volte cosa fare. Senza certezze e con dubbi. Non comprendo i misteri, non li decifro. Ma Lui si impegna ad attirarmi come una calamita. Non vuole che mi allontani.

Vuole che cammini al suo fianco e che parli di quell'amore che non comprendo, di quel fuoco che non so descrivere, di quella presenza che non entra nelle parole, di quella vicinanza che per tanti è distanza. Vuole che dica che è una roccia, quando non comprendo la sua presenza immutabile, la sua compagnia eterna.

Egli si fa orizzonte quando la mia vita è piccola e vuole che parli di quell'orizzonte che trascende il mio sguardo. Quante volte pretendo di comprendere tutto! Voglio avere tutte le risposte. Non ammetto interrogativi scomodi. Mi metto al posto di Dio. E credo goffamente di controllare tutto.

Oggi torno a dirgli che sono suo figlio, che confido ciecamente in Lui. Voglio che oggi conduca la mia barca. Questo è credere. Credere è abbandonarsi nelle sue mani. Amare. Consegnarci. Credere è voler camminare con Lui. Anche se non so dove mi porta, confidando nel fatto che sarà il porto migliore.

Dio mi sorprende sempre. Una volta ho letto che la fede è la certezza tremante dell'amore. Amiamo Dio e soprattutto ci lasciamo amare da Lui, raggiungere da Lui. Papa Francesco ci dice che la nostra missione è “vivere in modo tale che altri abbiano voglia di vivere come noi”.

Questo è possibile solo amando davvero. Annunciando un Dio Trino che si fa storia nella mia storia. Annunciando il suo amore senza comprenderlo e la sua fedeltà senza intenderla. Il mistero del suo amore accende l'anima e mi permette di continuare a camminare e ad accarezzare le sue impronte sulla sabbia.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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