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Gesù sarebbe stato a favore del “matrimonio” omosessuale?

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© Marie ACCOMIATO / CIRIC

Aleteia - pubblicato il 03/06/15

Alcuni sono convinti di sì. C'è forse ambiguità nella Bibbia sulla definizione del matrimonio?

No, Gesù non sarebbe stato a favore del “matrimonio” omosessuale perché ribadì chiaramente la definizione del matrimonio espressa nell'Antico Testamento come unione tra un uomo e una donna che dura tutta la vita, reciprocamente esclusiva e orientata alla procreazione e alla crescita dei figli. Questo è stato anche l'insegnamento costante della Chiesa cattolica nel corso della storia.

1. Il fondamento scritturale per il matrimonio si ritrova nella Genesi, nel momento in cui Dio crea l'uomo – maschio e femmina – a Sua immagine e somiglianza.

Il matrimonio è un tema che abbraccia tutta la Scrittura, che parla “del suo mistero, della sua istituzione e del senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1602).

La Bibbia, infatti, inizia e finisce con il matrimonio: nella Genesi si legge della creazione dell'uomo e della donna a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1: 27), e nell'Apocalisse della visione del “banchetto delle nozze dell'Agnello” (Ap 19: 7, 9).

Il fondamento del matrimonio è stabilito il sesto giorno della creazione, quando Dio “creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1: 27). “La vocazione al matrimonio”, dichiara il Catechismo, “è inscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore” (n. 1603).

“L'intima comunità di vita e d'amore coniugale” è “fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”, scrisse papa Paolo VI nel 1965. “È Dio stesso l'autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini”.

La creazione della donna che partecipa della stessa realtà dell’uomo rappresentata simbolicamente dalla costola ci parla proprio dell’anima profonda del matrimonio come unità di vita e di amore. Il Cantico dei Cantici esalta l’amore nella sua bellezza legata alla passione, all’eros, al sentimento, ma anche nella sua reciprocità totale di donazione: “Il mio amato è mio e io sono sua”.

Anche la profezia ricorrerà al simbolismo matrimoniale per celebrare l’alleanza che intercorre tra il Signore e il suo popolo: “Così dice il Signore: mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto…” (Ger 2, 2; si veda anche Os 2).

2. Dio riconosce che Adamo non dovrebbe essere solo, e che ha bisogno di un “aiuto che gli sia simile”. Quell'aiuto è una donna, Eva.

Nel secondo capitolo della Genesi, Dio stabilisce che non è un bene per Adamo essere solo, e che ha bisogno di un “aiuto che gli sia simile” (Gn 2: 18).

Monsignor Charles Pope, parroco della parrocchia del Santo Consolatore-San Cipriano e famoso blogger dell'arcidiocesi di Washington (Stati Uniti), ha sottolineato che un partner giusto per Adamo era in primo luogo un essere umano, “perché nessun animale aveva dimostrato di essere adatto ad Adamo” (Gn 2:20).

La Genesi riferisce che Dio prese una delle costole di Adamo mentre questi dormiva e poi “plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna” (Gn 2: 21-22).

Dio donò poi Eva ad Adamo, che esclamò: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta” (Gn 2: 23).

“Il partner adatto per Adamo era una donna”, ha osservato monsignor Pope. “Dio ha creato Eva, una donna, non Mario, un uomo”.

Il sacerdote ha anche indicato che “il partner adatto per Adamo era una sola donna. Perché Dio non ha creato Eva e Tizia, Caia e Sempronia. La poligamia non fa dunque parte del disegno di Dio”.

Monsignor Pope ha riconosciuto che “una serie di patriarchi dell'Antico Testamento aveva più di una moglie”, ma ha anche commentato che “ciò che la Bibbia riferisce come fatto non implica necessariamente un'approvazione”.

“La Bibbia, del resto, mostra come la poligamia porti sempre a problemi. Nel corso dello sviluppo della storia biblica, la poligamia inizia a scomparire”.

3. Adamo ed Eva diventano “una sola carne”, iniziando un legame che dura una vita, stabile e indissolubile.

Dopo che Dio ha creato Eva da una costola di Adamo, il narratore della Genesi commenta: “Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”.

“Unirsi significa aderire, attaccarsi come colla”, ha affermato monsignor Pope. “Il divorzio e la disunione, quindi, non fanno parte della visione divina del matrimonio”.

“Marito e moglie devono aspirare all'unità e alla stabilità con la grazia di Dio”, ha aggiunto. “Il divorzio facile (consensuale) della nostra cultura è ostile al progetto di Dio per il matrimonio. Le coppie non dovrebbero cercare facili vie d'uscita, ma compiere lo sforzo necessario per preservare l'unione e la stabilità nel loro impegno matrimoniale”.

Il Concilio Vaticano II afferma che “l'uomo e la donna, che per l'alleanza coniugale 'non sono più due, ma una sola carne' (Mt 19,6), prestandosi un mutuo aiuto e servizio con l'intima unione delle persone e delle attività, sperimentano il senso della propria unità e sempre più pienamente la conseguono”.

“Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità”.

La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha ricordato che l'unione tra un uomo e una donna nel matrimonio è un “legame che non può essere dissolto dalla volontà degli sposi”: “il matrimonio così creato è una sfera fedele e privilegiata di intimità tra gli sposi che dura fino alla morte”.

4. I figli diventano una dimensione essenziale del matrimonio quando Dio dice ad Adamo ed Eva di essere fecondi e di moltiplicarsi.

Il primo capitolo della Genesi termina con Dio che benedice il primo uomo e la prima donna e dice loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gn 1: 28).

Fin dall'inizio, Dio chiarisce che uno scopo essenziale del matrimonio è dare vita ai figli e allevarli. Il Concilio Vaticano II stabilisce che “il matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole. I figli infatti sono il dono più eccellente del matrimonio e contribuiscono grandemente al bene dei genitori stessi”.

“Un amore coniugale vero e ben compreso e tutta la struttura familiare che ne nasce tendono, senza trascurare gli altri fini del matrimonio, a rendere i coniugi disponibili a cooperare coraggiosamente con l'amore del Creatore e del Salvatore che attraverso di loro continuamente dilata e arricchisce la sua famiglia”.

Il Catechismo indica che anche “i coniugi ai quali Dio non ha concesso di avere figli possono nondimeno avere una vita coniugale piena di senso, umanamente e cristianamente. Il loro matrimonio può risplendere di una fecondità di carità, di accoglienza e di sacrificio” (n. 1654).

5. Gesù ribadisce il progetto di Dio per il matrimonio come articolato nella Genesi e aggiunge: “Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi”.

Nel capitolo 19 del Vangelo di Matteo, Gesù viene interpellato sul matrimonio e sulla possibilità di divorziare e replica: “Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi” (Mt 19:4-6).

Chi lo aveva interpellato continua, sottolineando che Mosè stesso ha permesso il divorzio. Gesù risponde con la medesima chiarezza: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio” (Mt 19: 8-9).

In questo scambio, Gesù è chiaro sulla definizione del matrimonio: è tra un uomo e una donna, ed è un legame indissolubile che neanche gli sposi stessi possono spezzare.

Monsignor Pope interpreta il testo in questo modo: “Gesù non dice che un uomo si unisce alla sua partner, ma a sua 'moglie'. Gesù afferma poi con la sua autorità: 'Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi'. Questo testo proibisce sicuramente il divorzio, ma bisognerebbe anche sostenere un'interpretazione più ampia in cui Gesù ci proibisce di alterare ciò che Dio ha stabilito”.

Papa Leone XIII indica che leggendo il Vangelo di Matteo si vede che questo concetto del matrimonio è stato “dichiarato e solennemente ratificato” “con la divina autorità di Gesù Cristo, il quale proclamò ai Giudei ed agli Apostoli che il matrimonio, per la sua stessa istituzione, deve essere solamente tra due, ossia tra un uomo e una donna; che dei due si forma come una sola carne, e che il vincolo nuziale, per volere di Dio, è così intimamente e fortemente unito che nessuno tra gli uomini può romperlo o scioglierlo”.

“Gesù Cristo, riparatore dell’umana dignità e perfezionatore delle leggi mosaiche, si prese non piccola né ultima cura del matrimonio. Egli infatti nobilitò con la sua presenza le nozze in Cana di Galilea, e con il primo dei suoi prodigi le rese memorabili, e da quel giorno pare che cominciasse a risplendere una nuova santità nei connubi degli uomini”.

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