L’ispirazione per il rinnovamento di oggidi Beverly De Soto
Sono quasi 800 gli anni che separano la sua morte dalla mia nascita, ma rivendico Domenico di Guzmán come mio maestro, tanta è l'influenza di questo spagnolo nato nella rurale Calaruega, vicino all'abbazia benedettina di Santo Domingo de Silos, nel 1169.
Educato a Palencia, Domenico è protagonista di una leggenda relativa a un fatto che si sarebbe svolto nel 1191 durante una carestia. Il giovane Domenico diede via il suo denaro e vendette i suoi abiti, i suoi mobili e preziosi manoscritti per nutrire i suoi vicini affamati. Sembra che abbia detto ai suoi colleghi studenti: “Non posso studiare su pelli morte (cioè le pergamene) mentre delle persone vive muoiono di fame”.
I suoi genitori, Juana e Felix, erano “onorevoli e ricchi”, e alcuni dicono che venivano da una branca minore della grande famiglia nobile dei Guzmán. La madre di Domenico, Juana d'Aza, è stata beatificata da papa Leone XII nel 1828. Si dice che prima della nascita di Domenico Juana abbia compiuto un pellegrinaggio all'abbazia e lì abbia sognato che un cane saltava dal suo grembo portando una fiaccola in bocca e “sembrava infiammare la terra” (1).
Incontro con i catari
Nel 1194, quando aveva circa 25 anni, Domenico si unì ai Canonici Regolari Agostiniani. Dieci anni dopo accompagnò il vescovo in missione diplomatica in Danimarca. Gli inviati viaggiarono attraverso l'Aragona e il sud della Francia. Lì incontrarono i catari, una setta religiosa eretica con convinzioni gnostiche e dualistiche che si stava diffondendo nella Francia meridionale. Sarebbe stato un incontro singolarmente di buon auspicio per la Chiesa.
I catari assomigliavano un po' ai culti moderni per il fatto che sottolineavano il vegetarianesimo e il vivere in modo “puro”. Fortemente elitisti, i loro seguaci aspiravano ad essere “illuminati” – ovvero ritenevano di avere un accesso privilegiato a verità spirituali superiori. Disprezzavano la sessualità e la vita familiare, pretendendo di concentrarsi solo su “beni spirituali” invisibili. Si chiamavano “i puri” dalla loro dea nota come la Pura, la “Vergine Grande Creatrice Madre Maria”.
Nascita dei Domenicani
L'influenza dei catari era particolarmente sentita nelle città emergenti dell'epoca, e Domenico rispose con un nuovo concetto di un ordine religioso che combinasse dedizione ed educazione sistematica, con maggiore flessibilità organizzativa rispetto sia agli ordini monastici che al clero secolare dell'epoca.
Sottomise anche se stesso e i suoi compagni alle regole monastiche della preghiera e della penitenza, e il vescovo locale Foulques diede loro per iscritto l'autorità di predicare nel territorio di Tolosa. Nel 1215, Domenico vi si stabilì con sei seguaci. Nel gennaio 1217 ricevettero l'approvazione papale per l'Ordine dei Predicatori (“Ordo Praedicatorum” o “O.P.”, noto popolarmente come Ordine Domenicano).
Domenico “l'Inquisitore”
Nonostante il fatto che Domenico sia morto nel 1221, dieci anni prima che venisse istituita l'Inquisizione nel 1231, “Domenico l'Inquisitore” divenne una delle figure più famose della “leggenda nera” relativa alla Spagna.
Gli storici ora concordano sul fatto che i polemisti protestanti del XVI e XVII secolo hanno creato e perpetuato la leggenda di Domenico l'Inquisitore. Questa immagine ha dato ai protestanti tedeschi che criticano la Chiesa cattolica un'argomentazione contro l'Ordine Domenicano, la cui predicazione si era rivelata un oppositore formidabile nelle terre della Riforma.
Secondo il suo biografo Guiraud, il vero Domenico conduceva una vita austera, “osservava regolari digiuni e periodi di silenzio”, sceglieva “gli alloggi peggiori e i vestiti più modesti” e “non si permetteva mai il lusso di un letto”.
“Quando viaggiava, ingannava il tempo con istruzioni spirituali e preghiere”, e “non appena passava i confini di città e villaggi si toglieva le scarpe, e per quanto aguzze fossero le pietre o le spine, arrancava scalzo”. “La pioggia e altri disagi non gli strappavano altro che lodi a Dio”.
I “cani di Dio” nel terzo millennio della cristianità
Forse non dovrebbe stupire nessuno che siano i Domenicani – frati, sorelle attive e suore – a guidare il cammino nel terzo millennio della cristianità. In netto contrasto con le loro controparti moderniste, le vocazioni alle comunità domenicane ortodosse stanno aumentando in tutto il mondo – soprattutto in Nordamerica e in America Latina –, con giovani uomini e donne che rispondono alla chiamata ad essere insegnanti e predicatori. Da persona che ha studiato dai Domenicani decenni fa, posso dire che il mondo è veramente fortunato.
FAMOSA DISPUTA TRA SAN DOMENICO E I CATARI: I libri di entrambi vennero gettati tra le fiamme, ma gli scritti di Domenico miracolosamente si salvarono.
SAN DOMENICO era “magro e di altezza media. Il suo volto era bello. Aveva capelli e barba biondo rame e begli occhi… Le sue mani erano lunghe e belle e la sua voce piacevole. Non è mai stato calvo, anche se portava la tonsura intera, che era mescolata a qualche capello grigio” – beata Cecilia Cesarini, suora domenicana.
NEL 1219, PAPA ONORIO III AFFIDÒ AI DOMENICANI L'ANTICA BASILICA ROMANA DI SANTA SABINA per il loro studium conventuale, precursore del loro studium generale a Santa Maria sopra Minerva. Trecento anni dopo, è diventato la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, il famoso “Angelicum”.
UN'EREDITÀ INTELLETTUALE: l'Ordine dei Predicatori è noto per la sua tradizione intellettuale, avendo “sfornato” molti teologi e filosofi di spicco, il più famoso dei quali è San Tommaso d'Aquino.
FONDATI PER PREDICARE IL VANGELO E PER COMBATTERE L'ERESIA: l'insegnamento e l'organizzazione scolastica dei Domenicani li hanno posti alla guida della vita intellettuale dell'Alto Medioevo.
BLACK FRIARS: nei Paesi anglofoni, i frati domenicani vengono spesso indicati come black friars per via della cappa o mantello nero sopra l'abito bianco.
L'ORDINE DOMENICANO include frati, suore, sorelle attive e Domenicani laici o secolari.
LE PRIME SUORE DOMENICANE erano giovani donne rinnegate dalle proprie famiglie catare. Vennero istituite da San Domenico nel sud della Francia.
LA LEGGENDA DEL ROSARIO: dato a Domenico dalla Madonna. La diffusione del Rosario, una devozione mariana, è attribuita alla predicazione di San Domenico.
“IL ROSARIO DI MARIA È IL PRINCIPIO E LA BASE su cui si poggia l'Ordine di San Domenico per rendere perfetta la vita dei suoi membri e ottenere la salvezza degli altri” – Papa Pio XI
AUMENTO DELLE VOCAZIONI: nell'ultimo decennio, in tutto il mondo l'Ordine dei Predicatori ha sperimentato un aumento del 15% delle vocazioni, alimentate da leader ortodossi come la fiorente Provincia Orientale statunitense.
MORTE DEL “CANE DI DIO”: Domenico morì a 51 anni, “stremato dalle austerità e dai lavori del suo incarico”. Arrivando a Bologna “stanco e con la febbre”, “chiese si monaci di deporlo su tela di sacco poggiata a terra” e che “il breve tempo che gli rimaneva venisse speso nell'esortare i suoi seguaci ad avere carità, a mantenere la loro umiltà e a fare della povertà il loro tesoro”. Morì a mezzogiorno del 6 agosto 1221.
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(1) L'identificazione come Domenicani diede luogo al gioco di parole per il quale erano i Domini canes, o Cani del Signore.
[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]