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Difetti fisici, immagine… non siamo molto di più?

Maquillada en el metro – it

© Hernán Piñera / Flickr / CC

Maquillaje

padre Carlos Padilla - pubblicato il 29/05/15

L'esteriorità ci condiziona tanto che possiamo fermarci all'immagine... Siamo caduchi, ma ciò che è vero in noi è eterno

L'altro giorno ho visto un video di una coppia che si sta per sposare. Truccano i fidanzati perché possano immaginare il proprio aspetto quando avranno 50, 70 e 80 anni. Guardandosi e pensando alla loro vita a quell'età, l'emozione arriva a sopraffarli.

Si vedono già anziani e riconoscono che si amano per come sono, indipendentemente dall'età. Li conforta pensare al cammino che avranno percorso insieme. Sono disposti a camminare insieme nella giovinezza e nella vecchiaia. Quante storie e quanta fecondità li attendono!

L'amore è sempre fecondo. Sperano di dirsi alla fine dei loro giorni che continuano ad amarsi e che l'uno senza l'altro non sarebbe diventato quello che è.

A volte ci importa troppo dell'aspetto esteriore. Continuiamo a credere all'eterna giovinezza. Non vogliamo perdere le nostre capacità né invecchiare. Vogliamo essere sempre giovani, ma questo non è reale.

Ci saranno momenti nel cammino della vita in cui ci chiederemo se questa è la vita che vogliamo continuare a condurre fino alla fine dei nostri giorni. Forse saranno momenti di dubbio in cui ci chiederemo come abbiamo vissuto e ci ribadiremo nel nostro cammino.

Papa Francesco ha detto ad alcuni sacerdoti che quarant'anni è l'età in cui il sacerdote si chiede se gli bastano i suoi figli spirituali o vuole averne di propri.

Quante persone si interrogano oggi sul senso della loro vita! Guardano indietro e avanti. Indietro con nostalgia, allegria o tristezza. Contenti o tristi per il cammino percorso. E avanti con il timore di ciò che verrà. Con paura o speranza.

L'amore vero non si ferma a quei momenti. Va avanti. È la fedeltà di chi sa che l'amore è per sempre e deve maturare nelle prove del cammino. L'amore che non è maturato trema, barcolla, si ferma.

Siamo chiamati ad amare la bellezza dell'anima, la bellezza della vita. L'amore matura con gli anni. Vogliamo guardare al di là dell'apparenza nella verità nascosta nell'anima. Quella verità alla quale non vengono le rughe e che non perde forza, anche se matura e soffre con il tempo.

Quante volte non amiamo la nostra vita per com'è! Quante volte non siamo contenti della nostra storia! E da quei sentimenti derivano delle conseguenze. Bassa autostima, frustrazione, difficoltà ad approfondire i nostri rapporti, paure infondate di vivere.

Sì, la mancanza di accettazione di ciò che abbiamo ci incatena. E tutto perché a volte ci fermiamo alla bellezza esterna delle cose e delle persone.

In un altro video si mostrava una tendenza che abbiamo. Se ci mettiamo davanti allo specchio, molti di noi permettono che i nostri difetti, accentuati dal cervello, facciano scomparire tutto ciò che abbiamo di buono.

Un paziente rispondeva al suo psicologo: “Quali cosa non mi piacciono della mia immagine corporea? Nessuna. Odio in particolare i miei piedi” [1].

Ci succede lo stesso con le persone che amiamo. Con l'esaurimento della vita in comune possiamo notare di più i loro difetti e non ne apprezziamo le virtù.

Nel video varie persone opinano sul proprio aspetto esteriore. Una diceva: “Non sono felice, ho un corpo che non mi piace”. L'esteriorità ci condiziona tanto che possiamo fermarci all'immagine. All'aspetto più caduco della nostra vita.

Guardare il profondo dell'uomo, guardare il profondo della nostra anima, cambia tutto. Crescere scavando a fondo. Senza paura di toccare la fragilità e la debolezza con la quale conviviamo. Siamo caduchi, ma ciò che è vero in noi è eterno.

[1] Carlos Chiclana, Atrapados por el sexo

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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