Cosa insegna la Chiesa sul suicidio
La vita è un bene di cui essere grati e da difendere. Il Catechismo della Chiesa cattolica ricorda una verità fondamentale al numero 2258: “La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l'azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente”.
Un po' più avanti, il Catechismo sottolinea che siamo amministratori e non proprietari della vita che Dio ci ha dato. Non ne disponiamo.
“Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell'essere umano a conservare e a perpetuare la propria vita. Esso è gravemente contrario al giusto amore di sé. Al tempo stesso è un'offesa all'amore del prossimo, perché spezza ingiustamente i legami di solidarietà con la società familiare, nazionale e umana, nei confronti delle quali abbiamo degli obblighi. Il suicidio è contrario all'amore del Dio vivente”, afferma il numero 2281 del Catechismo.
I vescovi ricordano che disturbi psichici gravi e altre circostanze che portano al suicidio diminuiscono la colpa dell'atto suicida, e ritengono indispensabile coltivare le potenti difese che ci vengono dalla Confessione e dall'Eucaristia, dalla fiducia in Dio e dall'intercessione della Madonna, di San Giuseppe, dei santi e degli angeli di Dio.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]