Il libro di Mariarosaria Petti sulla guarigione del piccolo Pietro Schilirò
Appesi ad un filo
Dopo qualche ora dal parto (n.d.r. il 25 maggio 2002) la comunicazione di un’infermiera dell’Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza (Milano) informa Adele e suo marito Valter che il neonato ha una grave insufficienza respiratoria. Probabilmente, ha inalato del meconio, un liquido intestinale, e deve essere sottoposto alle cure necessarie. In questo minuscolo spazio di tempo, intercorso tra la nascita e il trasferimento al reparto di terapia intensiva neonatale, inizia la partita di Pietro, quinto arrivato della famiglia Schilirò (…).
Il battesimo
Il 3 giugno arriva una telefonata a padre Antonio Sangalli, guida spirituale dei coniugi Schilirò. I medici hanno dichiarato il piccolo in pericolo di vita. Padre Sangalli è sorpreso, stenta a crederlo. Non c’è un minuto da perdere, il rito del battesimo è fissato per la sera stessa, alle ore 20:00.
Il 4 giugno viene effettuata la biopsia sui piccoli polmoni di Pietro. Il risultato dell’esame istologico non tarda ad arrivare: “malformazione congenita maturativa del polmone”. Una diagnosi infausta che non lascia posto ad alcuna speranza. Tutto sembra giunto al termine.
Chiedere l’impossibile
Qualche ora prima della celebrazione del battesimo, padre Antonio aveva consegnato ad Adele e Valter un’immaginetta dei coniugi Martin, i genitori di Santa Teresa di Lisieux. Il religioso aveva posto nelle mani dei genitori di Pietro l’esperienza degli allora Venerabili Zelia e Luigi. Lungo il tragitto di ritorno verso il Carmelo, la guida spirituale degli Schilirò invita la famiglia a iniziare subito la novena ai Martin. I coniugi di Monza accolgono l’invito. Al rientro a casa la Fraternità ecclesiale di cui fanno parte, Comunione e Liberazione, attende tutti loro per la recita del Santo Rosario. Quella notte il loro sguardo sulla vicenda che li ha colpiti cambia. Il giorno seguente al primario che li riceve diranno: «Noi poniamo la nostra speranza nel Signore e osiamo chiedere il miracolo. Vi chiediamo di sostenere, con la vostra professionalità, i macchinari e la tecnologia la condizione di Pietro, perché ci sia un tempo ragionevole in cui il Signore ci faccia comprendere cosa abbia deciso. Noi chiediamo il miracolo per intercessione di Zelia e Luigi Martin».
E così nella fede e nella preghiera s’instaura un dialogo profondo tra due coppie di coniugi lontane nel tempo ma vicino nello spirito.