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15 anni, puro, allegro, apostolo: San Domenico Savio, una vita che stupisce

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Aleteia - pubblicato il 26/05/15
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Spinto da don Bosco, fu docile alla grazia di Dio e si lasciò santificareDomenico Savio nacque a Castelnuovo d’Asti il 2 aprile 1842, e secondo il suo direttore spirituale, che non era altri che San Giovanni Bosco, aveva “un’indole buona, un cuore propriamente nato per la pietà. Apprese con maravigliosa facilità le preghiere del mattino e della sera ed all’ età di soli quattro anni già recitavate da sé”.

A cinque anni colpiva tutti per la devozione durante la Messa, nella quale già aiutava come accolito, anche se non gli era facile tenere tra le mani il grande messale.

Il programma di vita di Domenico Savio era molto chiaro:

“La morte ma non peccati”

Evitava i bambini scalmanati ed era amico di quelli che avevano una buona condotta. Si confessava spesso e venne autorizzato a ricevere la Prima Comunione a 7 anni, quando l’età minima era 12. In quell’occasione registrò i suoi propositi personali:

“Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore me lo permetterà. Voglio santificare i giorni festivi.

I miei amici saranno Gesù e Maria.

La morte ma non peccati”

La famiglia Savio si era trasferita a Mondonio, a 10 chilometri da Castelnuovo. Dopo aver terminato la scuola primaria, l’unica opzione per proseguire gli studi era andare nella città vicina. Il fragile bambino di 10 anni percorreva il tragitto di andata e ritorno tutti i giorni. Aveva bisogno di studiare perché voleva diventare sacerdote. Diligente e disciplinato, Domenico era il primo della classe.

Una volta i compagni riempirono di pietre una stufa della scuola e accusarono Domenico. Il maestro ne dubitava, ma dovette rimproverarlo pubblicamente perché le presunte prove indicavano che fosse colpevole, e inoltre Domenico non si difendeva. La verità venne a galla il giorno dopo. I maestro indagò allora per capire perché Domenico non si fosse giustificato. Il bambino rispose che voleva imitare Gesù, che era stato accusato ingiustamente e non si era difeso. Sapeva, inoltre, che sarebbe stato perdonato perché era il suo primo atto indisciplinato, mentre i suoi compagni, se accusati, avrebbero potuto essere espulsi dalla scuola.

Nel 1854 il professore di Domenico andò da don Bosco per parlargli di un suo allievo che meritava un’attenzione particolare. Domenico Savio aveva 12 anni, e don Bosco lo descrive così:

Era di una complessione alquanto debole e gracile, di aspetto grave misto al dolce con un non so che di grande e piacevole. Era d’indole mitissima e dolcissima, di un umore sempre uguale. Aveva costantemente tale contegno nella scuola e fuori, in chiesa ed ovunque, che quando l’occhio, il pensiero od il parlare del maestro volgevasi a lui, vi lasciava la più bella e gioconda impressione. (…) Tutte quelle virtù, che noi abbiamo veduto nascere e crescere nei vari stadi di sua vita, crebbero ognora maravigliosamente e crebbero insieme senza che una fosse di nocumento all’altra. (…) Di qui ebbe cominciamento quell’esemplare tenor di vita, quel continuo progredire di virtù in virtù, quella esattezza nell’adempimento dei suoi doveri, oltre cui difficilmente si può andare”.

Il piccolo Domenico era profondamente devoto alla Madonna. L’8 dicembre 1854, data della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, rinnovò con questa preghiera i suoi propositi della Prima Comunione:

Maria, vi dono il mio cuore. Fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici
miei! Ma, per pietà, fatemi morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato”.

Nell’Oratorio di don Bosco, spinto da lui a cercare la santità, Domenico Saviò andò a cercarlo e gli disse:

Sento un grande desiderio, un vero bisogno di farmi santo. Io non credevo di potermi far santo con tanta facilità. Ma ora che ho capito che si può diventar santi stando allegri, voglio assolutamente, ho assolutamente bisogno di farmi santo”.

Don Bosco allora consigliò al bambino di guadagnare anime per Dio, perché “la più divina delle cose divine è cooperare con Dio alla salvezza delle anime”.

Domenico non perdeva l’occasione per dare buoni consigli e si preoccupava in particolare dei bambini che, arrivando all’adolescenza, si corrompevano moralmente e perdevano l’anima, forse eternamente, perché non c’era nessuno che li istruisse nella fede.

Il 9 marzo 1857, a 15 anni di età, Domoenico Savio morì in santità.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]