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Gemma Galgani, un’atleta di Dio che lottò contro il demonio

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Il Timone - pubblicato il 23/05/15
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“Dopo che il demonio partì, andai in camera; mi sembrava di morire…”Da «Gli Angeli Ribelli» di don Giuseppe Tomaselli (1902-1989)

Tra le Sante che in questo secolo hanno illuminato la Chiesa di Gesù Cristo, è da mettere santa Gemma Galgani (1878-1903), vergine lucchese. Gesù la ricolmò di specialissimi favori, apparendole di continuo, istruendola nell’esercizio delle virtù e confortandola con la compagnia visibile dell’Angelo Custode. Il demonio si rodeva di furore contro la Santa; avrebbe voluto impedire l’opera di Dio; non riuscendo, tentava di disturbarla e d’ingannarla. Gesù preavvisò la sua serva: sta’ in guardia, o Gemma, perché il demonio ti farà grande guerra. Il demonio infatti le si presentava in forma umana. Tante volte egli la batté fortemente con un grosso bastone o con dei flagelli. Santa Gemma non di raro cadeva a terra per il dolore e, narrando il fatto al suo direttore spirituale, diceva: Come batte forte quel brutto chiappino! Il peggio è che mi picchia sempre in un posto e mi ha prodotto una larga ferita! – Un giorno che il demonio l’aveva conciata bene a furia di botte, la Santa pianse assai.

Narra essa nelle sue Lettere: «Dopo che il demonio partì, andai in camera; mi sembrava di morire; giacevo a terra. Gesù subito venne ad alzarmi; dopo mi prese in braccio. Che momenti! Soffrivo… ma godevo! Come ero felice!… Non so spiegarlo! Quante carezze mi fece Gesù!… Anche mi baciò! Oh, il caro Gesù, quanto si è umiliato! Pare impossibile».

Il demonio, per distoglierla dalla virtù, finse di essere il suo confessore ed andò a mettersi nel confessionale. La Santa apriva la sua coscienza; ma si accorse dai consigli che quel tale era il demonio. Invocò fortemente Gesù e il maligno sparì.

Più di una volta il demonio prese le sembianze di Gesù Cristo, ora flagellato ed ora messo in Croce. La Santa s’inginocchiava a pregarlo; però da certe smorfie che vedeva fare e da certe parolacce, capiva non essere quegli Gesù. Allora si rivolgeva a Dio, aspergeva un po’ di acqua benedetta e subito spariva il nemico nell’anima sua. Un giorno si lamentò col Signore: Vedi, Gesù, come mi inganna il demonio? Come potrei conoscere se sei tu o è lui? – Gesù rispose: Allorché vedi le mie sembianze, dici subito: Benedetto Gesù e Maria! – ed io ti risponderò allo stesso modo. Se sarà il demonio, non pronunzierà il mio nome. – Difatti la Santa, all’apparire delle sembianze del Crocifisso, esclamava: Benedetto Gesù e Maria! – Quando era il demonio a presentarsi in tale forma, la risposta era: Benedetto… – Scoperto, il diavolo spariva.

La Santa fu presa d’assalto dal demonio della superbia. Vide una volta attorno al suo letto una schiera di bimbi e di bimbe, in forma di angioletti, con una candela accesa in mano; tutti s’inginocchiarono per adorarla. Satana avrebbe voluto farla montare in superbia; la Santa si accorse della tentazione e chiamò in aiuto l’angelo del Signore, il quale, emesso un leggero soffio, fece sparire tutto.

Un fatto, degno di essere conosciuto, è il seguente. Il direttore spirituale, padre Germano, Passionista, aveva ordinato alla Santa di scrivere in un quaderno tutta la sua vita, sotto forma di confessione generale. Ubbidiente, santa Gemma, sebbene con sacrificio, scrisse quanto d’importante ricordava della vita trascorsa. Poiché il padre Germano era a Roma, la Santa conservò, stando a Lucca, il manoscritto dentro un cassetto e lo chiuse a chiave; a tempo opportuno l’avrebbe dato al direttore spirituale. Prevedendo il demonio quanto bene avrebbe fatto quello scritto alle anime, lo prese e lo portò via. Quando la Santa andò a prendere il quaderno scritto, non avendolo trovato, chiese alla zia Cecilia se l’avesse preso essa; essendo negativa la risposta, la Santa capì trattarsi di uno scherzo diabolico. Infatti una notte, mentre pregava, le apparve il demonio furibondo, pronto a batterla; ma Dio quella volta non lo permise. Il brutto le disse: Guerra, guerra al tuo direttore spirituale! Il tuo scritto è nelle mie mani! – e se ne andò. La Santa mandò una lettera al Padre Germano, che non si meravigliò dell’accaduto. Il buon sacerdote, stando a Roma, si recò in Chiesa per cominciare gli esorcismi contro il demonio, in cotta e stola e con l’aspersorio dell’acqua benedetta. L’angelo custode gli si presentò sensibilmente. Il Padre gli disse: Conducimi qua quella brutta bestia, che portò via il quaderno di Gemma! – Subito comparve davanti a padre Germano il demonio. Per mezzo degli esorcismi lo conciò per bene e poi gli ordinò: Rimetti il quaderno là dove l’hai preso! – Il demonio dovette ubbidire e si presentò alla Santa con il quaderno in mano. – Dammi il quaderno! – disse Gemma. – Non te lo vorrei dare! … Ma sono costretto! – Allora il diavolo cominciò a contorcere il quaderno, bruciando con le mani i margini a molti fogli; si diede poi a sfogliarlo, lasciando le impronte digitali su tante pagine. Alla fine consegnò il manoscritto. Questo quaderno oggi trovasi presso i padri Passionisti a Roma, nella Casa della postulazione, attigua alla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Ai visitatori si lascia vedere. Lo scrivente ha potuto averlo tra le mani e leggerlo in parte. Il contenuto di questo quaderno è già pubblicato sotto il titolo di Autobiografia di S. Gemma. Vi si trovano delle pagine fotografate, riportanti le impronte digitali del demonio.

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