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Quando forse Veronesi vaticinava

Umberto Veronesi

© Public Domain

La Croce - Quotidiano - pubblicato il 16/05/15

Pare che a Lione si stia lavorando a “sintetizzare” sperma umano

di Lorenzo Ciampoli

Era l'agosto 2007 quando Umberto Veronesi, in questi giorni citato spesso dopo l'ultimo attacco a lui sferrato da Beppe Grillo, rilasciando una intervista a Il Riformista, tracciava una sua idea di futuro: l'oncologo sosteneva che il nostro mondo occidentale starebbe marciando, lentamente ma inesorabilmente, verso una sostanziale indifferenziazione sessuale, dove le categorie di uomo e donna verrebbero totalmente superate. Si produrrebbe, quindi, “una società organizzata come un alverare con la massa prevalente dei suoi membri praticamente asessuata e fasce limitate addette alla riproduzione”; anche laddove questi pochi specializzati nella fecondazione dovessero mancare, si potrebbe ricorrere, nell'idea di Veronesi, ai metodi artificiali dato che “L'umanità può riprodursi anche senza i metodi tradizionali. Per esempio attraverso i sistemi di procreazione assistita o addirittura con la clonazione”.

Le parole dell'ex ministro della Salute potrebbero sembrare quelle di un visionario mitomane, ma egli parlava evidentemente a ragion veduta, conoscendo bene lui stesso su quali sperimentazioni stavano lavorando il suo come tanti altri ricchi e blasonati laboratori nel mondo. Uno di questi centri di ricerca, il Kallistem di Lione che punta a diventare leader mondiale della spermatogenesi in vitro, ha annunciato la scorsa settimana che negli ultimi anni ha lavorato con successo alla coltivazione di spermatozoi umani in laboratorio, arrivando a prevedere, per il 2017, la nascita dei primi esseri umani senza padre biologico. La ricerca non è stata pubblicata su riviste specializzate o verificata e approvata, ma ciononostante i responsabili del Kallistem hanno fieramente rivendicato quanto sarebbero riusciti ad ottenere: il CEO del laboratorio, Isabelle Cuoc, assicura che assieme al suo team ha ottenuto spermatozoi maturi trasformando gli spermatogoni, giovani cellule presenti nell'uomo fin dalla nascita.

L'annuncio arrivato da Lione non è stato salutato con entusiamo da larga parte della comunità scientifica, dubbiosa rispetto a quella che sembra molto più una trovata di marketing che una ricerca con solide basi. In effetti i supporti scientifici che stanno dietro la notizia paiono deboli e ciò ha portato molti studiosi ed esperti del campo a manifestare il proprio scetticismo; ad esempio Allan Pacey, professore di Andrologia dell'Università di Sheffield ed esperto di fertilità maschile ha dichiarato che “Fare annunci del genere è azzardato, in passato siamo già rimasti scottati da affermazioni simili; fino a quando non vedrò una revisione paritaria scientifica pubblicata che mostri in modo inequivocabile che ciò può avvenire, devo rimanere scettico. Affermazioni come queste spesso possono causare gravi traumi per le coppie sterili che vedono in tale annuncio quell'unica speranza che si infrangerà più tardi, quando non si tradurrà in procedure percorribili”.

La notzia che arriva dalla Francia, dunque, pare poco realistica nei risultati e funzionale, piuttosto, alla ricerca di visibilità e finanziamenti di un laboratorio privato in rapida espansione all'interno di un contesto di ricerca dove vuole assumente la leadership mondiale; peraltro è stata la stessa Kallistem a lanciare una raccolta fondi internazionale per essere sostenuta da investitori che l'aiutino “nella creazione di un mercato mondiale che vale diversi milioni di euro e dove al momento non ci sono concorrenti”.

Questa vicenda riporta alla mente tanti altri episodi di clamorosi annunci caduti poi nel vuoto alla prova dei fatti ed un esempio emblematico in questo senso è quello nostrano del prof. Severino Antinori, negli ultimi anni salito agli onori delle cronache per le sue posizioni rispetto a clonazione e fecondazione in vitro. Il ginecologo la scorsa estate – a poche settimane da un suo rinvio a giudizio per violazione della legge 40 e associazione a delinquere –, in merito al caso di una donna che voleva ricorrere alla procreazione assistita utlilizzando il seme del figlio, malato terminale – annunciava che nella sua clinica milanese si erano ottenute gravidanze grazie alla fecondazione eterologa e subito scoppiava la polemica: pochi giorni prima la Corte Costituzionale aveva aperto a tale pratica, ma il governo doveva ancora emettere le linee guida entro cui tutti gli attori coinvolti dovevano nuoversi. Antinori, ponendosi in contrasto a ciò, forzò la mano rivelando le avvenute fecondazioni tramite donatrice; intervennero i Nas dei carabinieri per sequestrare le cartelle dei pazienti e smentirono il professore, che evidentemente aveva sfruttato il momento per cercare ancora una volta un po' di visibilità.

Continueremo ancora ad assistere a clamorose notizie bomba urlate da un qualche centro di sperimentazione o da presunti luminari, il cui scopo è proprio quello di creare aspettative futuristiche e risolutive di gravi problemi che oggi tante coppie vivono; ma il risultato sarà un continuo illudere le persone che ad ogni tipo di sofferenza ci sia una soluzione, una scappatoia per ottenere comunque ciò che si vuole. A chi, dopo aver molto penato, cederà all'abbaglio del profeta di turno resterà una nuova amara sconfitta; e i dotti scienziati avranno avuto, ameno, il minuto di celebrità e qualche titolo di giornale tutto per loro.

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fecondazione assistita
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