E una preghiera per quando la Parola sembra arida e lontanaC’è una invocazione nella Bibbia che si dovrebbe ripetere tutte le volte che si ha intenzione di cominciarla a leggere. E’ un frammento brevissimo, in ebraico sono quattro parole soltanto di una preghiera più lunga che Salomone pronuncia in quella notte misteriosa che egli trascorre su un’altura vicino a Gerusalemme, alle soglie della sua incoronazione. In quella notte il Signore gli appare e Salomone chiede a Dio non il potere ma la sapienza. All’interno di questa preghiera c’è una frase riportata nel Primo Libro dei Re (3, 9) che suona così: “Donami un cuore d’ascolto”, un cuore cioè capace di ascoltare (e non semplicemente docile come traduce la CEI).
Bisogna chiedere a Dio continuamente, quando si legge la Bibbia, di avere un cuore aperto all’ascolto nel senso pieno del termine, cioè capace di obbedire a questa Parola, capace di vivere tutte le dimensioni dell’orecchio teso nell’ascolto, dell’occhio in lacrime che riverbera la conversione, delle mani che si protendono verso la carità, della festa che è la celebrazione liturgica.
C’è poi una preghiera del filosofo danese dell’Ottocento Søren Kierkegaard su come si deve ascoltare la parola di Dio. Dice il filosofo: la rivelazione di Dio è nella Parola per eccellenza e in molti modi essa parla a ogni uomo anche quando tace. Fa parte della comprensione della Bibbia anche il momento in cui si fatica, in cui sembra che la Bibbia non ci guidi, che la Parola di Dio non abbia freschezza dentro di noi, né sia presente e ci stimoli a studiarne le parole. Questa preghiera è appunto per il tempo del silenzio, quando sinceramente ci si muove verso la Parola di Dio e si fa fatica, oppure quando la Parola sembra arida e lontana. Bisogna ricordare questa frase: “Tu parli anche quando sembri tacere”.