Avevamo parlato pochi giorni fa del movimento culturale che si sta sollevando per una moratoria internazionale contro la pratica dell'utero in affitto, un vero e proprio business che rende le donne povere schiave e i bambini dei meri prodotti da commerciare col ricco Occidente. Avvenire questa mattina riporta come sul prestigioso e ultraprogressista giornale francese “Libération” sia comparso un appello firmato da oltre 160 personalità e associazioni per chiedere proprio di bandire dal mondo questa prassi disumana. L'iniziativa – e questo è interessante e anche positivo – parte da un network di laici degli USA ma comprende anche nomi eccellenti europei come la filosofa Sylviane Agacinski e l'eurodeputato Verde anti OGM José Bové e il pensatore anticristiano Michel Onfray. Adesioni da tutto il mondo a: www.stopsurrogacynow.org
Nel documento vengono elencati tutti i possibili rischi che possono subire le donne che si sottopongono alla pratica della maternità surrogata:
- Sindrome da iperstimolazione ovarica
- la torsione ovarica
- perdita di fertilità
- tumore canceroso al sistema riproduttivo
- coaguli sanguigni
- insufficienza renale
- arresto cardiaco
- e in rari casi anche la morte
- rischio elevato di pre-eclampsia (sindrome legata alla gravidanza)
- ipertensione
Ma la vita non è facile neppure per i nascituri:
- nascita prematura
- decesso alla nascita
- peso insufficiente alla nascita
- malformazioni del feto
- pressione arteriosa elevata
Sulla scia dei tanti studi che hanno documentato la profondità umana, fisiologica e psicologica del legame che s'instaura fra madre e neonato, come quelli effettuati da John Bowlby, la petizione sottolinea l'effetto abominevole della gravidanza surrogata che:
“rompe l'attaccamento materno naturale che si stabilisce durante la gravidanza, un legame che i professionisti della medicina incoraggiano e cercano di rafforzare di continuo, il legame biologico fra madre e bambino è innegabilmente di natura intima e, quando interrotto, le conseguenze sono durature per entrambe le parti”.
Insomma, a parte l'Italia, qualcosa nel panorama laico internazionale si muove…