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L’Italicum spiegato in 7 punti

Parlamento Italiano

© Public Domain

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 29/04/15

Padre Bartolomeo Sorge, Sj: "L'Italia ha bisogno di cambiamenti radicali e strutturali" e promuove la legge elettorale

Dopo il voto del 27 aprile sulle pregiudiziali di costituzionalità che sono state respinte, è iniziato a tutti gli effetti l'iter di approvazione della legge elettorale chiamata “Italicum”, che per molti versi ricalca il meccanismo della legge elettorale dei sindaci nei comuni capoluogo. Va ricordato innanzi tutto che essa vale solo per la Camera, in vista delle riforme costituzionali che porteranno il Senato a non essere più una carica ad elezione diretta. Per ovviare a questa situazione, nella legge è inserita una clausola che ne prevede l’entrata in vigore dal primo luglio del 2016 (se così non fosse verrebbe in pratica approvata una legge che non si potrebbe rispettare).

La tecnicalità della legge
L’Italicum è un sistema elettorale proporzionale (il numero di seggi verrà assegnato in proporzione al numero di voti ricevuti) e il calcolo sarà fatto su base nazionale, ma modificato fortemente da un premio di maggioranza:

1) La lista che supera il 40% dei voti ottiene un premio di maggioranza: raggiungendo in tutto 340 seggi, cioè circa il 54% del totale dei seggi della Camera.
2) Se nessuna lista supera il 40% dei voti è previsto un ballottaggio tra le due liste (non le coalizioni dunque, ma le liste) che hanno ottenuto più voti. La lista che prende più voti dell’altra ottiene il premio di maggioranza. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti o collegamenti di lista: competono le liste così come sono state presentate all’inizio.
3) E' prevista una soglia di sbarramento del 3 per cento per ottenere seggi alla Camera ed evitare la frammentazione della rappresentanza.

Collegi, eccezioni e candidature
4) Saranno costituiti 100 collegi che comprenderanno fino a 600mila persone. In Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige si voterà in nove collegi uninominali.
5) Saranno possibili le cosiddette candidature multiple: i capilista (e solo loro) potranno cioè essere inseriti nelle liste in più di un collegio (come già accadeva nel Porcellum), fino a un massimo di 10 collegi.
6) I 100 capilista saranno scelti direttamente dai partiti (ma non si esclude che ogni singolo partito possa fare delle selezioni aperte come ad esempio le primarie).

Chi viene eletto?
7) Prima sono eletti i capilista, poi – se la lista ha diritto ad altri posti – i candidati eletti con le preferenze, gli elettori ne potranno esprimere due: obbligatoriamente un uomo e una donna pena la nullità della seconda preferenza. Tra i capilista, non più del 60 per cento sarà dello stesso sesso.

Questa in sintesi è la legge di cui si sta discutendo in questi giorni spesso con molta confusione. Per avere un parere sulla situazione e capire se davvero – come le opposizioni sostengono – Matteo Renzi stia facendo un colpo di mano incostituzionale ponendo la fiducia sulla legge elettorale, Aleteia ha chiesto un parere al politologo e gesuita, padre Bartolomeo Sorge, direttore emerito della rivista Aggiornamenti Sociali.

…le piace l'Italicum?
Sorge: Nessuna legge è perfetta e questa non fa certamente eccezione, ma è quanto di meglio si potesse fare con le forze in campo in questo parlamento.

Il voto di fiducia è una prevaricazione del Governo sul Parlamento?
Sorge: Non è una prevaricazione assolutamente no, certo si poteva evitare la fiducia. Ma le opposizioni sono così forti che ad un certo momento si deve decidere. Il voto segreto sulle pregiudiziali era andato bene, ma sono troppe le resistenze anche nel PD e il Governo è chiamato alla responsabilità di governare.

C'è chi sostiene che sia una legge su misura per Renzi e il PD…
Sorge: Credo siano obiezioni legittime delle opposizioni, ma le ragioni del bene comune sono tali e tante che giustificano la necessità di una legge che costituisca maggioranze di governo chiare e stabili. Dopo di che non mi pare sia una legge che favorisce qualcuno a priori…

Il Partito Democratico subirà una scissione a sinistra?
Sorge: Io credo che non ci sarà una scissione politica, ma certamente c'è già una scissione morale visto che molti usciranno dall'aula al momento del voto. Tutto sommato se accadesse potrebbe essere chirificatrice ma non ci sono vantaggi per nessuno. Il fatto che ci siano delle nostalgie mi fa pensare che ci sia davvero un cambiamento in atto, quando tutti applaudono è perché non è cambiato nulla.

Cosa pensa di questo primo anno del Governo?
Sorge: Un cambiamento positivo sostanzialmente: quello che stiamo vivendo e che il governo cerca di perseguire è un cambiamento strutturale del Paese. La crisi della politica, la crisi dei partiti è una crisi strutturale e non congiunturale che si risolve con un cambio di governo. Per questo dobbiamo rinnovare la seconda parte della Costituzione, anche con degli strappi se è necessario perché va rivisto l'intero sistema istituzionale, certamente è triste pensare di perdere dei pezzi per strada, ma in questo caso il bene comune prevale su altre considerazioni.

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matteo renzi
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