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Giornata dei Bambini Vittime della violenza e dello sfruttamento

Don Fortunato Di Noto

© Public Domain

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 28/04/15

Don Fortunato di Noto (Meter): Europa in cima agli abusi, bene la CEI e la Commissione a tutela dell'infanzia

“Tutti abbiamo il dovere di non essere indifferenti. C’è un grande rischio quello di non condividere e non piangere con chi è vittima, con chi ha bisogno di ascolto, accoglienza ed essere liberato da queste nuove forme di schiavitù. Andiamo avanti con coraggio – dice il presidente e fondatore di Meter, don Fortunato Di Noto – in una lotta difficilissima. Ma le istituzioni italiane non ci hanno abbandonati. E non ci abbandonano i vescovi, i successori diretti degli Apostoli. È con loro e con l'aiuto e la fede in Dio, che continueremo fino alla fine a denunziare la vergogna dell'indifferenza, della violenza e dello sfruttamento”, conclude.

Che cos'è la GBV
La Giornata dei Bambini Vittime (GBV) della violenza, dello sfruttamento e dell’ indifferenza… contro la pedofilia, viene celebrata sin dal 1995, su richiesta delle famiglie e dei gruppi di bambini della Parrocchia Madonna del Carmine, a seguito del tentato omicidio nei confronti di una bambina di 11 anni, dei racconti di alcuni episodi di abuso e del suicidio di un ragazzo di 14 anni. Lo strutturatasi della pedofilia a livello criminale online e le conseguenziali pseudo-celebrazioni di “orgoglio pedofilo”’, imposero un ulteriore slancio alla Giornata Nazionale dei bambini vittime che, grazie all’impegno dei volontari di Meter ha assunto negli anni un carattere nazionale e internazionale. Negli ultimi 12 anni la Giornata Bambini Vittime inizia il 25 aprile e si conclude alla prima domenica di maggio (quest'anno il 3 maggio), a Piazza San Pietro per la Recita del Regina Coeli. In tutti questi anni non è mai mancato il “saluto speciale” dei Papi e l’apprezzamento con un messaggio o il patrocinio del Presidente della Repubblica e dalle più alte cariche dello Stato (Camera e Senato).

I numeri drammatici della pedopornografia in rete
Quella della pedofilia è un’emergenza che non si ferma: quella on line conta, dal 2003 al 2014, oltre 115.453 mila siti segnalati alle autorità competenti dalla sezione monitoraggio di Meter. Centinaia di migliaia i bambini coinvolti . In aumento i neonati. Torture, vessazioni, abbandoni, forme nuove ed elaborate di schiavitù. I bambini profughi e in guerra, morti in mare, dimenticati spesso in assoluta indifferenza. Sono ancora drammaticamente troppo numerose quelle situazioni in cui i bambini vengono sacrificati (l’espianto di organi, l’aborto, l’infanticidio spesso in ragione del sesso…), trattati come merce e venduti come schiavi, prostituiti e usati nella pedopornografia, arruolati come soldati o per lavori pericolosi e faticosi, reclutati da reti criminali. Privati di quegli elementi necessari per il loro sviluppo armonioso e integrale. Tanti che sfruttano l’innocenza, nessuna categoria esclusa, nessuno status sociale. Preoccupa l’indifferenza e la mancanza di azioni coordinate. Poca cooperazione.

Europa  protagonista dello sfruttamento sessuale
L'analisi dei dati – inoltrati alle autorità di polizia italiana ed estera (e quindi verificabili) che Meter ha raccolto nel 2014 ci indicano – sulla base delle nostre segnalazioni – come l'Europa sia il continente col record negativo. Il 37,34 % delle segnalazioni pone il Vecchio Continente in testa alla classifica, seguita da Africa (24,67%), America (23,25 %), Asia (12,93%), Oceania (1,8%). È da notare che il primo posto, nel 2013, era occupato dall'Africa.
Quasi non quantificabile il numero dei minori maltrattati e abusati in Italia e all’estero.

CEI e una commissione centrale contro gli abusi
A Vatican Insider, Don Fortunato di Noto dice: «la Chiesa italiana negli ultimi anni ha fatto passi molto positivi; se dapprima non si pensava a una Commissione a tutela dell’infanzia, oggi ne è nata l’esigenza e necessità pastorale». Quindi, «che si tramuti in operatività adeguata alle esigenze di chi ha bisogno di punti chiari, certi, trasparenti e operativi per affrontare nella logica evangelica e pastorale di prossimità l’accoglienza, l’accompagnamento, aiuto e guarigione. La Chiesa non potrà mai dire che gli abusi sui minori non sono peccato, reato e crimine. Da chiunque li compia». Da qui «l’auspicio e la significativa richiesta di realizzare programmi di assistenza pastorale, disponibilità all’incontro con le vittime e i loro familiari, a risanare le comunità cristiane ferite dallo scandalo, a ritenere priorità ciò che riteniamo aspetti secondari, così come ha espresso papa Francesco, e che ha accolto, in una nuova prospettiva pastorale, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei». Del resto, conclude don Fortunato: «se si pensa che in una settimana sono stati arrestati, in Italia, diversi sacerdoti e religiosi che hanno abusato di minori nelle loro comunità, se si pensa che alcuni sono già stati condannati, se si ritiene che anche solo un bambino è in pericolo e non sicuro nelle nostre comunità, allora si comprende che non possiamo più aspettare ma operare per il bene di tutti» (27 aprile).

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