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Chiedere qualcosa ai santi non è magia né negromanzia

All Saints Fra Angelico – it

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Apologética Católica - pubblicato il 24/04/15

Visione protestante e cattolica della comunione dei santi

Il sociologo luterano Peter Berger ha osservato una volta che il protestantesimo aveva tagliato il “cordone ombelicale” tra il cielo e la terra. Che grande verità ha detto! Ovviamente la questione è in primo luogo se dovrebbe esserci un cordone. I cattolici sostengono che dovrebbe esserci, e il mio compito è fornire prove bibliche di questo fatto.

Un amico protestante ha posto una domanda (con un'analogia in termini imprenditoriali) che appare sempre in qualsiasi discussione sulla visione cattolica della comunione dei santi: “Perché qualcuno si dovrebbe accontentare di cercare l'intercessione di un gerente quando può andare direttamente dal presidente della compagnia?”

Lo fa per una semplice ragione: perché nella Bibbia ci viene insegnato che le preghiere di alcune persone hanno più efficacia di quelle di altre. Anche nella visione protestante c'è questa nozione di “chiedere a un uomo santo [o al pastore, ecc.] di pregare per noi”.

Questa intuizione si basa sulla testimonianza biblica esplicita.

Unzione dei malati

“Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto” [1].

Si noti che la Bibbia stessa raccomanda di chiedere a qualcun altro di pregare: “i presbiteri” della Chiesa, che come gli altri suoi capi si ritiene che siano persone esemplari, da trattare “con doppio onore” [2]. Essi hanno più potere per via della loro ordinazione.

Si tratta di un testo che appare in relazione al sacramento dell'unzione (noto anche come “estrema unzione”, quando una persona è in pericolo di morte). Viene chiesto loro di pregare per via del maggior potere che hanno in termini di far avvenire un possibile miracolo, o perché la grazia soprannaturale venga impartita attraverso di loro. Possono fare più di quello che possiamo fare noi stessi, e quindi chiediamo la loro preghiera.

Abramo intercede

Questa è la ragione biblica per chiedere ad altri con più statura spirituale nel Regno di Dio, o più santi (o anche, e meglio ancora, entrambe le cose!), di pregare per noi. Si pensa immediatamente ad altri intercessori potenti, come Abramo e Mosè. A volte Dio non ha distrutto intere città come risultato delle loro suppliche. Ovviamente Dio non può cambiare, e sapeva cosa avrebbe fatto, ma il punto è che rende le sue creature partecipi del processo, in modo inferiore e secondario.

Scrive l'apostolo Giovanni: “Questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta” [3].

Seguendo questa linea di pensiero, allora, se la Santissima Vergine Maria è immacolata, in effetti (resto ancora all'interno del paradigma cattolico, per il bene della questione), segue inesorabilmente (in base alla Scrittura) che le sue preghiere avranno più potere ed efficacia, e non solo a causa della sua assenza di peccato, ma per la sua condizione di Madre di Dio e Madre spirituale alla quale Dio l'ha designata.

Comunione dei santi

Preghiamo per gli altri perché dobbiamo amarci a vicenda, e la preghiera è un aspetto evidente dell'amore, perché se amiamo qualcuno e sappiamo che la preghiera può aiutarlo lo facciamo cercando il suo bene. È questa l'intercessione. Dio ci concede questo grande privilegio, e lo mettiamo in pratica perché amiamo gli altri e desideriamo manifestare l'amore di Cristo. Gesù ci dice di pregare.

I cattolici concordano con i protestanti sul fatto che la preghiera è estremamente importante, ed è volontà di Dio. Il disaccordo nasce sul fatto che quelli che sono morti e se ne sono andati per stare con Gesù nell'altra vita possano continuare ad intercedere (come intercessori presso Dio a nostro nome).

La maggior parte dei protestanti crede che non dobbiamo chiederne l'intercessione, e in generale afferma che dobbiamo rivolgerci direttamente a Dio, ma alcuni riconoscono che non si può prendere questo principio in modo troppo rigido, altrimenti tutte le preghiere per gli altri dovrebbero essere eliminate.

La posizione protestante più comune è accettare le preghiere di coloro che sono ancora sulla terra, ma non di coloro (santi salvati) che si sono allontanati dalla terra come risultato della morte fisica.

Tutti i cristiani che non sono nichilisti o non credono nel “sogno dell'anima” (come ad esempio gli Avventisti del Settimo Giorno, o eretici trinitari, come i Testimoni di Geova) credono che le anime siano coscienti dopo la morte.

Molti protestanti rispondono: “Bene, sono vivi, ma questo non prova che possano pregare per noi o ascoltare le nostre preghiere”. In quel momento i cattolici fanno appello a una combinazione di prove bibliche dirette e indirette molto solide.

I santi in cielo sono chiaramente consapevoli degli eventi terreni [4]. Se hanno questa consapevolezza, non è un salto molto grande dedurre che possano ascoltare le nostre richieste di preghiera. C'è però qualche prova biblica che possano farlo? Credo che ce ne siano senz'altro.

In Geremia 15,1 leggiamo. “Il Signore mi disse: 'Anche se Mosè e Samuele si presentassero davanti a me, io non mi piegherei verso questo popolo!" Qui sembra che Dio accolga le preghiere dei santi che sono morti come una questione di routine. Mosè e Samuele erano conosciuti come intercessori, e Geremia ha vissuto secoli dopo di loro [5].

Questa è la nostra ragione del tutto razionale per chiedere ai santi la loro intercessione presso Dio per noi, ed è tutto nella Bibbia:

1. Le preghiere delle persone sante hanno un grande potere.
2. Le persone sante che sono morte sono perfezionate in santità e continuano a far parte del Corpo di Cristo.
3. La Santissima Vergine Maria, in particolare, è eccezionalmente santa (immacolata dal suo concepimento), e come Madre di Dio le sue preghiere hanno più potere ed effetto di quelle di qualsiasi altra creatura.
4. Sappiamo che sono consapevoli di ciò che accade sulla terra.
5. Sappiamo che esercitano molta carità e pregano per noi.

Non stiamo confidando nel potere di alcuni “medium” (molti dei quali si è dimostrato che sono falsi), nell'occulto o nei poteri demoniaci, ma nel potere di Dio. I santi ci vedono, ci ascoltano e pregano per noi, perché sono con Dio, fuori dal tempo. Non conosciamo tutti i meccanismi su come funziona, ma sappiamo che la Scrittura dice che è “come” essere simili a Dio nell'aldilà:

“Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” [6].

Se per “pregare un santo” si intende “chiedere al santo di acconsentire a una richiesta per il proprio potere”, non è quello che crediamo noi cattolici. Ciò che facciamo è “chiedere a un santo di intercedere presso Dio per noi”. Dio risponde con il suo potere. Il principio è semplice, e biblico.

Spiritismo

La negromanzia, la divinazione, la stregoneria e le varie pratiche occultiste sono state condannate fermamente nella legge dell'Antico Testamento, ma gli ebrei pregavano per i morti. Non vi vedevano alcuna contraddizione, perché non ce n'era nessuna, 2 Mac 12,39-45 presenta preghiere per i morti nei termini più inequivocabili.

Ovviamente i protestanti risponderanno che si tratta di libri “apocrifi” della Bibbia che essi respingono, il che è un'altra storia, ma indipendentemente dal fatto che si tratti o meno della Scrittura (la Chiesa primitiva la pensava così), il passo mostra che questa era la pratica degli ebrei, e che questi non vedevano alcun conflitto tra questo e le pratiche proibite. Il cristianesimo è nato dall'ebraismo. Molte cose nell'ebraismo tardo, come l'escatologia, l'angelologia e le nozioni della resurrezione del corpo, si sono mantenute e sono state sviluppate dalla Chiesa primitiva. Pregare per i defunti era solo uno dei tanti esempi di questo fatto.

Saul ha cercato di contattare i morti nel modo sbagliato: attraverso un medium. Il fatto, però, è che in qualche modo il defunto profeta Samuele era a conoscenza di ciò che avveniva, ed è apparso a Saul e ha comunicato con lui. Questo dimostra che la sua anima era in uno stato di coscienza e aveva la capacità di “ascoltare” e di comunicare con una persona sulla terra.

Se Dio non volesse alcuna comunicazione tra il cielo e la terra, allora episodi come questo o altri come la Trasfigurazione non si sarebbero verificati, visto che sarebbero stati contro la volontà di Dio e quindi non sarebbero stati permessi da Lui.

Questo incidente, quindi, serve come prova del fatto che i santi morti possono ascoltare le richieste di coloro che sono sulla terra, e che Dio permette la comunicazione bidirezionale. I protestanti in genere negano entrambe le cose.

All'epoca in cui venne compilato il Nuovo Testamento, le dottrina sugli angeli e sulla vita dopo la vita erano in una fase iniziale di sviluppo. Molte erano assai sviluppate nel periodo inter-testamentario, e per questo le vediamo molto di più nei deuterocanonici, che derivano soprattutto da questo periodo.

È questo il motivo per il quale i sadducei rifiutavano la resurrezione dei morti e i concetti dell'angelologia e dell'escatologia ebraica. Questo perché accettavano solo le leggi scritte della Torah (i primi cinque libri dell'Antico Testamento), e in questi si dibattono appena queste questioni. Erano come la “Sola Scriptura” della gente dell'epoca. I farisei, invece, accettarono tutte queste dottrine, per cui Gesù operava all'interno di questa tradizione, ed è per questo che Paolo si definisce tre volte un fariseo, anche dopo la sua conversione.

Per queste ragioni, non c'è molto nel Nuovo Testamento su queste pratiche. Ciò non rappresenta alcun problema, perché le dottrine anche più importanti e centrali come la Santissima Trinità o delle due nature di Cristo si sono sviluppate centinaia di anni dopo la Bibbia. In altre parole, se anche dottrine come la Trinità, la cristologia e il peccato originale sono state sottoposte a un intenso sviluppo nel periodo post-biblico, allora non è difficile credere che lo abbiano fatto anche le dottrine cattoliche della comunione dei santi e dell'intercessione e invocazione dei santi.

Se un santo viene considerato un sostituto di Dio, e un fine in sé, allora è idolatria. Se si pensa, ad esempio, che Maria possa acconsentire alle richieste da sé, senza la grazia di Dio, come se fosse autosufficiente (come Dio), sarebbe chiaramente mariolatria e una sorta di idolatria, visto che sarebbe una sostituzione dello stesso Dio. Dal punto di vista cattolico, i santi riflettono la gloria di Dio. Sono gli intermediari.

I protestanti affermano infine che non vedono nulla di esplicito o diretto nel Nuovo Testamento riguardo al fatto di chiedere ai santi di pregare per noi, ma questo è vero anche riguardo alla preghiera allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è Dio, e intercede per noi [7].

Se è necessaria la prova biblica diretta per l'invocazione dei santi per chiedere loro di pregare per noi, allora, per analogia, si richiede anche per la preghiera allo Spirito Santo. Visto che manca, allora (portando il ragionamento protestante alla sua logica conclusione) anche la preghiera allo Spirito Santo dovrebbe essere proibita. Ergo: non si può proibire l'intercessione dei santi senza proibire anche la preghiera allo Spirito Santo.

Visto che questo è ciò che nella logica classica si chiama riduzione all'assurdo, il protestante deve abbandonare la sua richiesta eccessiva di prove espresse bibliche necessarie per l'idea di chiedere ai santi di pregare per noi.

NOTE

[1] Gc 5,14-18

[2] 1 Tm 5,17

[3] 1 Gv 5,14 – 15

[4] Lc 15,7s; Ap 6,9-11

[5] cfr. 2 Mac 15,13-14, che rivela come Geremia preghi per gli ebrei dopo la sua morte

[6] 1 Gv 3,2

[7] Rm 8,26-27

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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