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Firmare un accordo prematrimoniale è una buona idea?

Marriage and money © JohnKwan / SHUTTERSTOCK

<a href="http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=124121461&amp;src=id" target="_blank" />Marriage and money</a> © JohnKwan / Shutterstock

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Centro de Estudios Católicos - pubblicato il 22/04/15

Risulta strano che qualcuno, prima dell'inizio di un matrimonio, pensi a tutelarsi di fronte a una possibile separazione

Mi dicono: Padre, sto per sposarmi e il mio fidanzato mi chiede di firmare un accordo prematrimoniale per salvaguardare i nostri beni e proteggere i nostri futuri figli nel caso in cui si presentino problemi tra di noi. Cosa ne pensa?

Il patto matrimoniale, attraverso il quale l'uomo e la donna si uniscono per tutta la vita, fa parte della natura umana. Per secoli uomini e donne si sono uniti in questo patto indissolubile in tutte le culture e le religioni, e il motivo è il desiderio reciproco e libero di donarsi l'uno all'altro. È Cristo a portare questo fatto a una dignità più elevata: “Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola” (Mt 19,5-6).

Ciò che si dà o si offre non è un bene materiale, ma qualcosa di infinitamente più prezioso, che è la persona stessa. Per questo, nel rito del sacramento del matrimonio si dirà: “Io, N, accolto te, N, come mia/o sposa/o…” Il matrimonio viene costituito dal consenso irrevocabile con il quale l'uomo e la donna si donano e si accolgono in modo reciproco e libero. Frutto di questa donazione di sé è il fatto che sorga un contratto indissolubile nel quale si condividerà tutto: l'essere, le gioie, i dolori, la salute, e ovviamente tutti i beni materiali. È quindi logico che se si è disposti a dare ciò che è più importante, ciò che è più prezioso, che è la propria persona, non si può non condividere l'aspetto meno importante, che è quello materiale.

Dopo aver chiarito alcuni elementi del matrimonio, posso dire che risulta strano che qualcuno prima dell'inizio del matrimonio pensi già a salvaguardarsi di fronte a una possibile separazione. E sorge la domanda: cosa lo porta a pensare che il matrimonio fallirà? È vero che bisogna prendere precauzioni perché questo non accada, e cosa dobbiamo fare perché il nostro matrimonio non fallisca? Come ci prepariamo al meglio per consolidare l'amore che abbiamo oggi per essere capaci di superare le difficoltà che incontreremo nel cammino?

Dall'altro lato, credo che una persona che si accosta in questo modo al matrimonio potrebbe non essere disposta a dare tutto. O bisognerebbe chiederle quali sono le insicurezze – fondate o meno – che la fanno pensare in questo modo. In ogni caso, bisogna parlarne prima del matrimonio. Se la persona è preoccupata per i figli futuri, inoltre, credo che debba sapere che ciò che ha una maggiore ripercussione sui figli in una separazione non sono i problemi economici, ma l'assenza del papà o della mamma e tutto ciò che comporta la rottura matrimoniale.

Credo anche che non si dovrebbe firmare un accordo per preoccuparsi economicamente dei figli; penso che un padre o una madre responsabile, per amore e per principi naturali, sarebbe disposto naturalmente a occuparsi di tutte le necessità spirituali e materiali dei propri figli, ma se qualcuno sta chiedendo di firmare un contratto per questo sta manifestando un problema piuttosto serio.

So che molti genitori si disinteressano dei figli in modo irresponsabile, per questo lo dico. In fondo un atteggiamento del genere riflette un'indolenza e un egoismo molto seri. Per questo, il “contratto prematrimoniale” può essere come la punta di un iceberg, perché sotto di sé ha altre cose, che non sono affatto positive.

Terminerei con un'ultima domanda: quando pensi alla possibile separazione, di chi dubiti, di te o dell'altra persona? Credo che sia un'ottima occasione perché i futuri coniugi si siedano a parlare per vedere se condividono davvero lo stesso progetto di vita matrimoniale. È questo il momento adatto per verificare se sono davvero fatti l'uno per l'altra.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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