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Perché Dio dice all’uomo di “soggiogare” e “dominare” la terra?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 21/04/15

Nel libro "Terra e cibo" del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace si chiarisce l'"equivoco" sulla salvaguardia del creato

Nella Genesi Dio comanda all'uomo e alla donna: "Riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra". "Soggiogare" e "dominare" sono due verbi che si prestano a fraintendimenti. Potrebbero giustificare un dominio dispotico e sfrenato, che, anziché curarsi della terra e dei suoi frutti, ne faccia scempio? 

L'EQUIVOCO SU DIO
In "Terra e cibo" (Libreria Editrice Vaticana), nuovo volume a cura del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace si chiarisce questo "equivoco" che potrebbe trasformare il buon Dio in un dispotico comandante. In realtà, è la stessa Genesi a spiegare come vada svolto questo compito: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel Giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse". Adamo ed Eva, l'uomo e la donna – cioè l'umanità nell'unità e nella complementarità delle sue componenti – sono così chiamati a "dominare" la creazione, custodendola e coltivandola. 

DALLA CREAZIONE AL PECCATO
E' una natura frutto della creazione, dunque buona, produttiva, generosa, rigogliosa, ma non è percepita come tale dall'uomo e il peccato originale inficia il "piano di custodia" di Dio. Il profeta Isaia allude ad una terra ferita, che soffre per il peccato dei suoi abitanti. Il profeta Osea, descrive una realtà che sembra dei nostri giorni: "Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il Paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono". San Paolo, conseguentemente, annuncia la speranza della terra di essere redenta con Cristo. 

COLLABORATORE PER UNA GESTIONE ARMONIOSA
Insomma Dio, si legge in "Terra e cibo", rende l'uomo responsabile di una gestione armoniosa della natura e delle sue risorse, delle quali non è né padrone, né creatore. E', invece, una sorta di "collaboratore" o "amministratore" provvisorio a cui esse vengono affidate, e dovrebbe averne cura con lo stesso amore del suo Proprietario e Creatore. 

DIO AMA LA TERRA
L'amore che Dio nutre per la terra è manifesto: Lui l'ha generata, dandole forma grazie alla sua Parola. Ne ribadisce il possesso, le parla. Da essa desidera di essere lodato, in attesa di esserne Re. Di conseguenza, la missione dell'uomo consiste nell'amare il creato, nel custodirlo, nel farlo fruttificare, anche a costo del sudore della nostra fronte. Leone XIII affermava: "il necessario al mantenimento e al perfezionamento della vita umana, la terra ce lo somministra largamente, ma ce lo somministra a questa condizione: che l'uomo la coltivi e ne sia largo di provvide cure".

DONO PER TUTTI, NON UNA PROPRIETA'
La specificità della creazione è di essere e rimanere un dono per tutti. Dunque un dono che va preservato come tale affinché resti a disposizione di tutti. Non è una proprietà esclusiva, né deve essere trasformata in strumento di potere o in motivo di divisione e angoscia. Il diritto-dovere della persona umana di "dominare" la terra deriva dal suo essere ad immagine di Dio. La responsabilità della creazione è di tutti, non solo di alcuni. E' di ogni persona umana, in quanto tale, con i propri mezzi, possibilità e conoscenze: è l'umanità nel suo insieme che è e deve sentirsi responsabile della creazione e della sua salvaguardia. 

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