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Immigrati: Bruxelles contro gli scafisti, “possibile missione militare”

French Navy Rafale fighter jets (R) and a HawkEye reconnaissance plane (L) sit onboard the French Navy aircraft carrier Charles de Gaulle operating in the Gulf on February 23, 2015 – it

AFP PHOTO / PATRICK BAZ

French Navy Rafale fighter jets (R) and a HawkEye reconnaissance plane (L) sit onboard the French Navy aircraft carrier Charles de Gaulle operating in the Gulf on February 23, 2015. The first Rafale fighter jet took off in the morning from the Charles de Gaulle as part of the US-led military campaign against the Islamic State jihadist group in Iraq, as it sailed about 200 kilometres (120 miles) off the coast north of Bahrain in the direction of Iraq. "The integration of the Charles de Gaulle in the operation... (in Iraq) begins this morning," a member of Defence Minister Jean-Yves Le Drian's staff told AFP as his entourage made its way to the carrier. AFP PHOTO / PATRICK BAZ

Agi - pubblicato il 21/04/15

L'ipotesi è la distruzione dei barconi degli scafisti prima della partenza

Le operazioni di sequestro e distruzione delle imbarcazioni utilizzate dagli scafisti per trasportare migranti verso l'Europa dovranno essere condotte attraverso "una missione militare e civile" dell'Unione europea. Lo ha precisato oggi Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue in materia di immigrazione, chiarendo uno dei dieci punti del piano sull'immigrazione presentato ieri dall'Esecutivo Ue ai ministri degli esteri e degli interni europei riuniti a Lussemburgo.

La portavoce ha precisato che la missione dovrebbe essere simile all'operazione militare Ue (Atalanta) in corso contro i pirati al largo delle coste somale. "Il mandato della nuova operazione non e' stato ancora deciso," ha aggiunto la portavoce, spiegando che la questione sara' discussa dal Consiglio europeo straordinario di giovedi' prossimo. La scorsa settimana, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex, aveva segnalato in un comunicato stampa che gli scafisti hanno fatto ricorso gia' due volte quest'anno alla violenza per recuperare le imbarcazioni sequestrate dalle guardie costiere europee, segno che "c'e' un carenza di imbarcazioni" a disposizione degli scafisti, secondo Frontex.

Sono circa 1100 gli immigrati salvati in poco piu' di 24 ore. Ai 638 tratti in salvo ieri in sei differenti operazioni di salvataggio, coordinate dal Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera a Roma, si aggiungono i 446 profughi soccorsi all'alba di oggi a bordo di un peschereccio a circa 80 miglia a sud est delle coste calabresi. Evitato un nuovo naufragio: a seguito di una verifica da parte di un team ispettivo a bordo, infatti, informa la Guardia costiera, e' risultato che lo scafo utilizzato dai migranti per raggiungere l'Italia imbarcava acqua. Le operazioni, coordinate dal Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera a Roma, sono terminate intorno alle 11 con il trasbordo di tutti gli occupanti, tra cui 59 bambini e 95 donne, su una unita' della Marina militare presente in zona, attraverso l'impiego di due motovedette della Guardia costiera di Roccella Ionica e Siracusa.

Intanto proseguono senza sosta le ricerche nel Mar Mediterraneo delle vittime e di eventuali sopravvissuti del terribile naufragio nelle acque iberiche che, secondo le stime dell'Onu avrebbe provocato almeno 800 morti. Ventisette le persone salvate arrivate a Catania nella notte, ad attenderli in rappresentanza del governo il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Tra i superstiti fermati i due scafisti. Lo ha confermato sul proprio profilo Twitter il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "I due fermati – ha spiegato il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi – sono il comandante e il suo aiutante, rispettivamente un tunisino e un siriano.

CAUSE STRAGE
Sono due le cause che hanno concorso al drammatico naufragio al largo delle coste libiche secondo la procura di Catania: da un lato le "manovre errate compiute dal comandante del peschereccio", che nel tentativo di abbordare il mercantile portoghese giunto in soccorso, ha portato il peschereccio a collidere con la nave piu' grande"; dall'altra il sovraffollamento del natante, che e' stato sbilanciato dalle manovre errate e dagli spostamenti dei migranti a bordo. Si e' percio' capovolta. Insomma, la colpa della tragedia che avrebbe provocato oltre 900 morti, sarebbe degli scafisti e degli organizzatori della traversata. "Nessuna responsabilita'", viene sottolineato dai magistrati, "puo' profilarsi, sulla base di quanto emerso, a carico del personale della mercantile che ha doverosamente prestato soccorso e che non ha contributo in alcun modo all'evento fatale".


Secondo la Procura di Catania "non e' ancora possibile accertare con precisione il numero dei morti". Le indicazioni provenienti dai superstiti "sono approssimative e indicano comunque alcune centinaia di morti (tra i 400 e i 950)". La Guardia costiera ha acquisito informazioni da alcuni superstiti a bordo della "Gregoretti" e dal report del mercantile portoghese che ha stimato approssimativamente il numero dei migranti in 850 unita'. L'esiguo numero di superstiti potrebbe dipendere anche dal fatto che molti migranti, tra cui le donne e i bambini, erano stati chiusi nelle stive.

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