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Il dono del sacerdozio

san carlo ordinazione

© Masi / Fraternità San Carlo Borromeo

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 16/04/15

Una chiamata a servire Cristo e una incredibile esperienza di vita, riflessioni di un sacerdote stimolate dall'ordinazione di Salvatore Mellone

Si diventa preti perchè guariti e salvati. 

Toccati dal Suo passaggio salvifico e "terapeutico". Chiamati perchè peccatori e santificati dal Suo Spirito.
Avevo 13 anni. Ho un ricordo indelebile di una vicenda che toccò la mia adolescenza. Immagini di un giovane 19enne che – malato terminale – Paolo VI su richiesta del Vescovo Michele Pellegrino (Torino) a cui diede la dispensa ad ordinare sacerdote don Cesare Bisognin. Questo giovane mi ha sempre accompagnato. Come tanti altri bambini, adolescenti che sono vissuti – pur per una breve esistenza – innamorati di Gesù, della Chiesa; della comunità credente dei risorti. Si racconta che don Cesar, raccontava al suo padre spirituale: “È un grande dono il sacerdozio! Dillo ai giovani, che vale la pena di buttarsi per questa strada”. 
E’ una stupenda avventura vivere per il Signore. Annunciare il Suo Amore. Testimoniare tra gli uomini l’autenticità della vita in una fede che illumina l tenebre del peccato e della morte. Offrire un senso nuovo al non senso della vita. Lodare e cantare nel nome del Signore che fa nuove tutte le cose.
Tanti altri giovani, innumerevoli, sono stati testimoni, servi, beati, santi e martiri. Tanti sacerdoti e diaconi. Innumerevoli. Molti dimenticati, altri ricordati perché gli amici e i parenti, hanno lasciato traccia della loro spiritualità. Coraggiosi testimoni che hanno saputo “rinfrescare” le labbra aride e secche di coloro che scelgono percorsi di inerzia, sfiducia, collera e violenza. Uomini di pace, che per il dono dello Spirito santo invocano la pace. Che con tenerezza e misericordia fascia le ferite e mettono il dito dentro le piaghe dell’umanità ferita. 
Riporto, e fa bene al cuore,  alcuni  giovani chiamati al sacerdozio e prematuramente scomparsi, che hanno lasciato una scia luminosa nella società e nella Chiesa;  è un elenco incompleto (prestato dal sito www.santibeati.it): San Luigi Gonzaga (1568-1591) chierico gesuita di 23 anni; San Giovanni Berchmans (1599-1621) chierico gesuita di 22 anni; Servo di Dio Antonino Pisano (1907-1927) novizio mercedario di 20 anni; Beato Domenico del Ss. Sacramento (1901-1927) giovane Trinitario spagnolo di 26 anni; Venerabile Francesco Maria Castelli (1752-1771) chierico barnabita di 19 anni; Servo di Dio Girolamo Tiraboschi (1733-1753) novizio camilliano di 20 anni; Servo di Dio Luigi Lo Verde (1910-1932) chierico francescano di 21 anni; Venerabile Maggiorino Vigolungo (1904-1918) aspirante ‘paolino’ di 14 anni; Servo di Dio Raffaele Mennella (1877-1898) chierico ‘Missionari dei Sacri Cuori’ di 21 anni; San Stanislao Kostka (1550-1568) novizio gesuita di 18 anni. 
E tanti altri che ci hanno lasciato prematuramente. A 51 anni William Carbona, della Columbia, seminarista ma  malato terminale di cancro, anche lui fu ordinato sacerdote nel 2014. Solo per un giorno. E chissà quanti altri che non ricordiamo. Come desidero ricordare don Giovanni Botterelli (48 anni) della Diocesi di Noto, strappato alla vita da un male incurabile; mio fratello e amico. 
Un giorno sono come mille anni, recita la Sacra Scrittura. Nel battesimo il Signore, attraverso la Chiesa, ci dona la sua luce: la fede, la speranza, la carità. Cercate Dio, mentre si fa trovare!  Diventiamo vivi e veri segni, del  Signore risorto. Presenza travolgente della sua misericordia, nell’operare il bene per amore dei fratelli. Un cuor solo, un anima sola. Nel segno del perdono e della riconciliazione. Preti perché Lui ci ha scelti. Non è un capriccio. Non è una medaglia. Non è un incarico. E’ essere “carne mangiata” (così il giorno dopo mi disse una anziana donna!).
L’ordinazione presbiterale di Salvatore Mellone della Diocesi di Barletta, che avverrà venerdì 17 aprile p.v. sia un bel segno tra i tanti. Benvenuto nel “collegio dei presbiteri”, nel recinto e non dentro uno steccato. 
Ecco perché amati da Dio rendiamo possibile la sconvolgente storia salvifica del suo amore tra gli uomini. Pur lacerati, pur nella discordia, pur nella guerra e nella violenza ecco che questi eventi ci richiamano alla “pace”. 
Don Fortunato Di Noto, parroco e fondatore di Meter onlus.
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