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A casa per Pasqua – la morte di papa Giovanni Paolo II

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AP Photo/Teh Eng Koon

padre Dwight Longenecker - pubblicato il 03/04/15

Ricordando l'uomo che ha cambiato il mondo

Quando vivevamo in Inghilterra, ogni Settimana Santa avevamo l'abitudine di prendere parte a Celebrate!, una conferenza cattolica sulla famiglia. La primavera del 2005 siamo andati alla conferenza con il cuore pesante. Durante le ultime settimane della Quaresima, il mondo era stato al capezzale di un grande papa che stava chiaramente entrando nell'ultima fase della sua vita terrena.

Dopo un lungo declino a causa del morbo di Parkinson, il 24 febbraio papa Giovanni Paolo II è stato portato al policlinico Agostino Gemelli per una grave crisi respiratoria. I medici hanno eseguito una tracheotomia. Dopo diciotto giorni in ospedale volevano tenerlo lì, ma il pontefice ha insistito per tornare in Vaticano.

Il papa voleva morire a casa propria – a pochi metri dal luogo del martirio e della tomba di San Pietro. Mentre veniva riportato nell'appartamento papale, la folla che lo seguiva in tutto il mondo ha visto un papa fragile e ha capito che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo.

Il 20 marzo, tuttavia, è apparso per la liturgia della Domenica delle Palme, anche se riusciva a stento a tenere in mano la palma. Il Venerdì Santo ha seguito la tradizionale Via Crucis al Colosseo a casa davanti alla televisione. È stato ritratto con una stola porpora mentre stringeva una croce. Era come se in quell'ultima Settimana Santa della sua vita stesse camminando con Cristo nella propria sofferenza terminale.

La Domenica di Pasqua ha fatto la sua ultima apparizione in pubblico. Incapace di parlare, e chiaramente sofferente, ha dato alla folla la sua benedizione pasquale. Nei giorni seguenti la sua salute ha continuato a declinare. Il sabato sera, alle 20.00, la Messa per la Domenica della Divina Misericordia è stata celebrata nella sua stanza dall'arcivescovo Stanisław Dziwisz e da un gruppo di sacerdoti polacchi. Il papa ha ricevuto la Comunione e gli ultimi riti della Chiesa. Quella stessa sera, il cardinale Leonardo Sandri ha annunciato alla folla che vegliava in Piazza San Pietro: “Cari fratelli e sorelle, alle 21.37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla Casa del Padre. Preghiamo per lui”.

Nei cinque giorni successivi, i pellegrini si sono riversati a Roma da tutto il mondo. Dalla Polonia sono giunti con ogni mezzo di trasporto. Centinaia di migliaia di persone hanno gremito Piazza San Pietro, rimanendo in fila in silenzio per dare l'ultimo saluto al papa che aveva cambiato il mondo. Il suo funerale, l'8 aprile, è stato ritenuto il più affollato della storia. I Capi di Stato si sono uniti a decine di migliaia di fedeli nella Piazza e a molti altri milioni che seguivano l'evento in televisione da ogni angolo del pianeta.

In Inghilterra, il nostro gruppo di cattolici ha proseguito la nostra celebrazione con una nuova solennità e con gratitudine per la vita e il ministero di papa San Giovanni Paolo II, che ha cambiato non solo il mondo, ma anche il nostro mondo.

Il nostro viaggio verso la fede cattolica è stato in molti modi reso possibile da papa Giovanni Paolo. È stato eletto nel 1978 – l'anno in cui ho abbandonato il fondamentalismo della mia famiglia e ho iniziato un percorso attraverso la Chiesa anglicana verso la fede cattolica. Giovanni Paolo II è stato quindi l'unico papa che ho conosciuto davvero. Durante quel percorso personale, l'insegnamento saldo e chiaro di papa Giovanni Paolo II ha mostrato la via. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, una sua iniziativa, ci ha aiutati a tornare a casa. Ogni volta che leggevamo il Catechismo dicevamo: “Questo non è quello che pensavo che fosse il cattolicesimo. Questo è il cristianesimo in cui ho sempre creduto!”

Nelle nostre battaglie personali con le questioni morali o dottrinali, Giovanni Paolo II ha offerto non solo un insegnamento chiaro, ma anche una testimonianza positiva e dinamica. Si ergeva come una figura globale monumentale – non solo come guida dei cattolici, ma come l'unica voce del cristianesimo globale. Era anche la voce della vera umanità, della moralità, del decoro e dei valori evangelici per tutte le persone di buona volontà. Quando era solidale con il popolo della sua patria contro il comunismo, tutto il mondo ha preso nota e ha ringraziato che qualcuno avesse il coraggio di opporsi alla tirannia.

Nei dieci anni trascorsi dalla sua morte, poche voci hanno sottolineato alcune delle sue debolezze come papa e come uomo, ma queste voci sono decisamente scarse e deboli. Alcuni affermano che non è stato abbastanza fermo nei confronti dei sacerdoti colpevoli di abusi e che hanno commesso peccati. Forse ha peccato per eccesso di misericordia. Alcuni dicono che è stato imbrogliato dal fraudolento e corrotto Marcial Maciel Degollado, fondatore della congregazione dei Legionari di Cristo. Alcuni dicono che è stato troppo severo nei confronti dei teologi modernisti e della teologia della liberazione. Forse aveva visto in prima persona che il marxismo nel lungo periodo non fa niente per i poveri.

Alla fin fine, in una serie di collegamenti a cui gli osservatori vaticani erano abituati, negli ultimi giorni della sua vita papa Giovanni Paolo II ha vissuto una configurazione mistica con Cristo, il suo Signore. Negli ultimi giorni della sua vita, il mondo lo ha visto percorrere la sua personale Via Crucis, vivere una Pasqua finale solo per “tornare alla casa del Padre” – il Padre di ogni misericordia alla vigilia della festa della Divina Misericordia, la grande festa che egli ha sostenuto. Facendo questo, ha mostrato al mondo non solo il modo di vivere, ma anche quello di morire – camminando con Cristo attraverso la morte fino al trionfo finale della vita e della misericordia.

Padre Dwight Longenecker è parroco di Nostra Signora del Rosario a Greenville (South Carolina, Stati Uniti). Il suo ultimo libro è The Romance of Religion: Fighting for Goodness, Truth and Beauty. Il suo sito web è dwightlongenecker.com.

[Traduzione dall'inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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