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Cosa succederebbe se pensassimo di più alla nostra morte?

Hope – Girl – Cross – © Gulfu Photography – Prasanth Chandran – CC – it

© Gulfu Photography / Prasanth Chandran / CC

https://www.flickr.com/photos/gulfu/12206442436/in/photostream/

Catholic Link - pubblicato il 27/03/15

Un video ci aiuta a riflettere

Rafael Pérez del Solar

Il video che presentiamo in questa occasione è stato realizzato dall’iniziativa britannica The School of Life e mostra un’interessante riflessione sul valore che dobbiamo dare alla nostra vita terrena: considerarla nel suo senso reale, esserne grati, valorizzare le cose positive che ha (grandi e piccole, ma significative) e riconoscere con umiltà che un giorno (solo Dio sa quando) “perderemo” tutto ciò che abbiamo in questo mondo (per guadagnare la vita del mondo che verrà).

Il video ci propone la forte contraddizione che sboccia nel cuore dell’uomo: per noi è molto difficile apprezzare ciò che abbiamo perché non ci accontentiamo, vogliamo sempre di più. Siamo fatti per qualcosa di superiore e questo ci sciocca, perché giorno per giorno affrontiamo difficoltà, fallimenti e dolori che ci ricordano la fragilità della nostra vita.

Per questo, guardare con realismo al fatto che un giorno moriremo ci permette di scoprire il valore di tutto ciò che ci è stato dato come un dono di Dio: famiglia, partner, amici, beni spirituali, beni materiali, il dono della fede, un bel paesaggio, insomma, tutto il creato. La nostra stessa vita è in sé un regalo con un unico e immeritato destinatario, con un determinato tempo sulla terra per farlo fruttare.

Di fronte a questa realtà è importante ricordare, come afferma la costituzione pastorale Gaudium et Spes, che “il germe dell’eternità che porta in sé, irriducibile com’è alla sola materia, insorge contro la morte”.

Per questo, le parole di papa Francesco nella festa dei fedeli defunti dello scorso anno ci ricordano che “la morte non è l’ultima parola sulla sorte umana, poiché l’uomo è destinato ad una vita senza limiti, che ha la sua radice e il suo compimento in Dio”.

La vita dell’essere umano non finisce con la sua morte. La morte è un passaggio a una vita più piena se abbiamo scelto di vivere faccia a faccia con Dio. Chi meglio di Gesù per mostrarci questa realtà, in particolare in questi giorni vicini alla Settimana Santa? Egli ha donato la sua vita sulla Croce, morendo per risorgere a una vita eterna e poter rendere partecipi tutti noi di quella realtà.

Dobbiamo quindi essere grati per la vita che ci è stata donata, ma ricordare con realismo che questa vita è temporanea e che dovremo compiere quel passo verso l’incontro definitivo con Gesù in cui non bisognerà aver paura, se abbiamo scelto di aprire la porta al suo appello costante.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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vita e morte
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