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Linciata in piazza per aver “bruciato il Corano”

Funeral of Farkhunda – 000_DEL6400950-AFP – it

© WAKIL KOHSAR / AFP

AFGHANISTAN-UNREST-RELIGION-WOMAN Independent Afghan civil society activist women carry the coffin of Farkhunda, 27, who was lynched by an angry mob in central Kabul on March 22, 2015. Hundreds of people on March 22, attended the burial of an Afghan woman who was beaten to death and set on fire by a mob for allegedly burning a copy of the Koran. The body of Farkhunda, 27, who was lynched on March 19 by an angry mob in central Kabul, was carried to the graveyard by women amid crowds of men, an AFP reporter said, a rare act of protest in a male-dominated society. AFP PHOTO / Wakil Kohsar

Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 23/03/15

Giovane donna afgana, uccisa a Kabul dalla folla senza motivo. Le donne la portano a spalla al funerale contro la tradizione

Sono state le donne afghane — non gli uomini come esige la tradizione — a portare la bara di Farkhunda fino alla sua tomba ieri a Kabul. Un’immagine potente, senza precedenti. «Era una figlia dell’Afghanistan, ieri è toccato a lei, domani toccherà a noi!», hanno gridato. E poi: «Allah u Akbar», Dio è grande — proprio come aveva fatto la folla che giovedì scorso ha picchiato a morte la ragazza, con l’accusa (falsa!) di aver bruciato una copia del sacro Corano.

Una protesta che ricorda i funerali della studentessa Özgecan Aslan, stuprata, uccisa e data alle fiamme un mese fa in Turchia. Allora furono le donne turche (sfidando l’opposizione dell’imam locale) a trasportare la bara: «Nessun uomo deve più toccarla».

Adesso a Kabul un religioso, Ayaz Niazi, che aveva giustificato l’uccisione della giovane Farkhunda (27enne insegnante alla scuola religiosa) è stato cacciato dalla cerimonia. C’è rabbia anche contro la polizia afghana, che è rimasta a guardare mentre la ragazza, laureata in studi religiosi — dopo una disputa per strada con alcuni venditori di amuleti — veniva presa a calci e a bastonate, e poi ormai senza vita data alle fiamme (Corriere della Sera, 23 marzo).

Mentre centinaia di persone «proteggevano» il corteo funebre delle donne afghane, il generale Mohammad Zahir (capo della polizia di Kabul) ha confermato quelli che molti già sapevano: «Farkhunda era completamente innocente: non c’è uno straccio di prova a sostegno delle accuse di aver oltraggiato il Corano». Tredici uomini, ha annunciato il generale, tra cui due che vendevano amuleti di fronte alla mosche, sono stati arrestati e altrettanti poliziotti sono stati sospesi in attesa degli sviluppi dell’indagine. «I colpevoli saranno puniti», ha promesso Zahir (La Stampa, 23 marzo)

Le attiviste per i diritti civili e le femministe replicano però che nel nuovo Afghanistan troppo poco è cambiato. Nonostante l’accesso all’istruzione e a diversi ambiti della vita pubblica, l’87% delle donne subisce violenze. Alcuni uomini le appoggiano: una catena di decine di afghani circondava ieri la loro processione.  

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