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Bagnasco, teoria gender: “Manipolazione da laboratorio. Volete questo per i vostri figli?”

Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei

© Daniele COLARIETI/CPP/CIRIC

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 23/03/15

Forte richiamo al diritto alla libertà di educazione dei genitori nella prolusione del presidente della Cei al Consiglio permanente. L'attenzione ai cristiani perseguitati e all'emergenza lavoro

Nei lavori del “parlamentino” dei vescovi italiani che prelude all’Assemblea generale di maggio (18-21), il cardinale presidente, Angelo Bagnasco, ha evidenziato alcune delle tappe principali del cammino della Chiesa italiana per i prossimi mesi – scandito dall’Anno Santo della Misericordia, dal Convegno ecclesiale di Firenze e dal Sinodo sulla famiglia -, sottolineando alcune delle preoccupazioni che accompagnano questo cammino in Italia e nel mondo.

Teoria del gender, manipolazione di una governance mondiale

Forte la denuncia del presidente della Conferenza episcopale italiana nei confronti della “dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del “gender”, che papa Francesco, durante la visita a Napoli dello scorso sabato, ha definito “sbaglio della mente umana”. Una teoria che compromette la “libertà di educazione dei genitori per i loro figli” che non è “cortesia concessa a qualcuno” ma “diritto dei genitori”. Il gender, ha sottolineato Bagnasco, “si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione… ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”. “La categoria ‘Queer Theory’ – ha insistito Bagnasco -, nata negli Stati Uniti, combatte contro il normale, il legittimo, e ingloba tutte le soggettività fluide: non si riferisce a nulla in particolare, si presenta paradossalmente come “un’identità senza essenza”. L’obiettivo è “costruire delle persone fluide che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno, e quindi diventi diritto. Individui fluidi per una società fluida e debole”. Si tratta, ha denunciato il presidente della Cei di una “manipolazione da laboratorio”, tanto più pericolosa perché inventori e manipolatori fanno parte di “quella governance mondiale che va oltre i governi eletti, e che spesso rimanda ad Organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare!”. Il presidente della Cei si è rivolto direttamente ai padri e alle madri: “Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? Che a scuola – fin dall’infanzia – ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?”. “Reagire è doveroso e possibile – ha sottolineato Bagnasco -, basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta”. “Sappiate, genitori, – ha aggiunto il president della Cei – che noi Pastori vi siamo e vi saremo sempre vicini”.

Cristiani perseguitati

Il 24 marzo, giornata nella quale si ricordano i martiri nella memoria dell’ormai prossimo beato mons. Oscar Romero, i vescovi riuniti per il Consiglio permanente sosteranno in preghiera per i nuovi martiri. Lo sguardo del presidente dei vescovi si è rivolto alla persecuzione dei cristiani che “cresce e si incrudelisce”, cercando di indagare le ragioni di un fenomeno che assimila ancora il cristianesimo all’Occidente, si nutre della paura di fronte alla modernità “con i suoi valori di libertà, di uguaglianza, di democrazia, di giusta laicità, di valorizzazione e di rispetto per la donna”, rappresenta la reazione a “un consumismo che allenta i vincoli, stempera le idee, tende ad appiattire gli ideali e a ridurli al benessere materiale” e forse anche “il tentativo turpe e macabro di regolare i conti all’interno del proprio mondo culturale e seminare terrore tra coloro che la pensano diversamente”. Probabilmente c’è anche la speranza che “l’Occidente ceda alle feroci provocazioni e reagisca”. Contro “strategie folli e sanguinarie che portano indietro l’orologio della storia” condannate dalla ragione prima ancora che dalle fedi religiose, soccorre la testimonianza dei martiri e dei loro familiari come la madre di due dei giovani copti assassinati dall’Isis che ha avuto solo parole di perdono. “Il mondo – ha sottolineato Bagnasco – ha il dovere della giustizia e della sicurezza per tutti, ma il cristiano ha nel cuore anche il perdono quando l’ingiustizia tocca la sua carne. Non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo: esso è ben piantato nel cuore dei suoi discepoli”.

Per il lavoro e contro il regime del malaffare

Ancora una volta il pensiero di Bagnasco si è soffermato sulle emergenze gravi dell’Italia. Dopo aver rivolto “un doveroso e convinto atto di omaggio al nuovo capo dello Stato, il presidente Sergio Mattarella”, il presidente della Cei ha ricordato le parole di condanna che papa Francesco ha avuto, sempre durante la sua visita a Napoli, contro il “malcostume e il malaffare che sembrano diventati un ‘regime’ talmente ramificato da essere intoccabile”: la “corruzione puzza”, ha detto Papa Francesco. Contro gli “esempi che emergono ogni giorno”, il presidente della Cei ha invitato a reagire, ognuno secondo la sue responsabilità – politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini – nell’ottica del bene comune. La disonestà è tanto più spregevole in un tempo nel quale in molti “si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia”. E’ insopportabile, ha stigmatizzato il presidente dei vescovi italiani, che la disonestà “non solo sia danno comune, ma anche offesa gravissima per i poveri e gli onesti”. “La Chiesa è vicina – ha sottolineato Bagnasco – a ogni persona di buona volontà senza preclusioni o preferenze: persone e istituzioni che hanno veramente a cuore il bene della gente e che lavorano per questo”.

Come pastori che danno “voce alla gente” Bagnasco è tornato sull’emergenza lavoro: “per chi l’ha perso e per chi non l’ha mai trovato” così per chi “è sfiduciato e si arrende mettendosi ai margini della società, facile preda della malavita. E con la disoccupazione, l’instabilità sociale cresce fatalmente”. A questo proposito ha ricordato le risposte messe in campo dalla Chiesa per venire incontro ai giovani, alle famiglie e alle piccole imprese con il Progetto Policoro e Prestito della speranza e ha ribadito la necessità non solo di “ripianare i buchi”, ma di investire “perché la competizione globale esige di essere sempre all’avanguardia; perché le nostre eccellenze devono essere difese con una continua ricerca; perché le professionalità non deperiscano; perché il patrimonio nazionale non prenda il volo per altri lidi, vanificando così i segnali positivi di ripresa che vengono rilevati dagli esperti”.

La tragedia dell’immigrazione

Ancora un richiamo il cardinale Bagnasco lo ha dedicato alla tragedia dell’immigrazione richiamando alla necessità che “la situazione richiede visione, energie e risorse, che attestino che l’Europa esiste come casa comune e non come un insieme di interessi individuali ancorché nazionali. Un coacervo dove chi è più forte fa lezione e detta legge”. “La Chiesa, – ha concluso Bagnasco – attraverso le Caritas e i Centri Migrantes, le parrocchie e le associazioni specifiche, risponde con ogni mezzo, anche grazie all’otto per mille, e mira a un processo di vera integrazione nel rispetto delle comunità di accoglienza e dei cittadini”.

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