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Francesco ai giovani: “accendere la speranza”

Duomo di San Gennaro © Zyankarlo / Shutterstock – it

<a href="http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=128281805&amp;src=id" target="_blank" />Duomo di San Gennaro</a> © Zyankarlo / Shutterstock

http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=128281805&amp;src=id<br /> <br /> &copy; Zyankarlo / S<span style="line-height:20.799999237061px;">hutterstock</span><br /> <br /> <span>&lt;a href=&quot;</span><span style="line-height:20.799999237061px;">http://www.shutterstock.com/pic.mhtml?id=128281805&amp;src=id</span><span>&quot; target=&quot;_blank&quot; /&gt;</span><span style="font-family:'Franklin Gothic Book', FranklinGothicBook, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:16px;line-height:20px;">Duomo di San Gennaro</span><span>&lt;/a&gt; &copy;&nbsp;</span><span style="line-height:20.799999237061px;">Zyankarlo / S</span><span style="line-height:20.799999237061px;">hutterstock</span>

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 21/03/15

L’ultima tappa della visita a Napoli sul lungomare Caracciolo: “Prepararsi al matrimonio non è un come corso di lingue: ‘Diventate sposi in 8 lezioni’”

Primo: accendere la speranza. “Speranza” è la parola più ripetuta nell’intensa giornata di Francesco sotto il Vesuvio nella quale il papa ha incontrato, in un rosario di opere della misericordia, poveri, detenuti e malati. Una parola che non ha fatto mancare soprattutto ai giovani e alle famiglie che con pazienza lo hanno aspettato nel tardo pomeriggio sul lungomare Caracciolo, davanti alla baia del capoluogo partenopeo.

“Vi confesso che sono stanco” ha detto con un sorriso il pontefice sedendosi infine ad ascoltare le domande di una ragazza, di un’anziana di 94 anni e di una coppia di sposi che hanno esposto gli interrogativi ricorrenti sul futuro di giovani, anziani, sulla tenuta della famiglia nella nostra società.

Senza remore il papa, che ancora una volta nella visita a Napoli ha messo da parte il discorso ufficiale, ha confessato di “non avere ricette” per la crisi della famiglia. “Non è di moda sposarsi – ha convenuto Francesco – i giovani preferiscono convivere”. Anche quando si chiede il matrimonio non è chiaro se si ricerchi il sacramento o la convenienza sociale. Poi, ha aggiunto il pontefice “ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie. Lo sbaglio delle mente umana che è la teoria del gender e fa tanta confusione. Come fare? Io non ho la ricetta”. La Chiesa è consapevole di questi problemi e: “Il Signore ha ispirato questo Sinodo sulla famiglia”. E’ importante preparare bene le persone al matrimonio che, ha scherzato Bergoglio, non è “come un corso di lingue: ‘Diventate sposi in 8 lezioni’”. Ed è importante la testimonianza dell’amore, la dimostrazione che è possibile superare i problemi: “Il matrimonio si edifica sempre – ha affermato Bergoglio – e sempre nella vita ci sono prove difficili. Testimoniate l’amore e pregate”.

Il papa è tornato sulla cultura dello scarto che caratterizza la nostra società e mette da parte chi non è utile, gli anziani, lasciati alla solitudine e a una sorta di “eutanasia nascosta”, così come i bambini, la cui cura costa troppa fatica e a cui vengono preferiti gattini o cagnolini per colmare i vuoti affettivi. Sono scartati però anche i giovani che senza lavoro non hanno futuro.

“Oggi è l’inizio della primavera e la primavera sono i giovani. Vi chiedo di pregare con i giovani” ha chiesto il pontefice e ai giovani “di non perdere la speranza, di andare avanti sempre”. Agli anziani il papa ha chiesto di “portare saggezza con l’età così come il buon vino che invecchia”.

“Un popolo che non si cura di giovani e anziani – ha concluso il papa – non ha futuro. Vi auguro il meglio” e, immancabile ormai in terra napoletana la benedizione: “’A Maronna, v’accumpagne”.

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