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Gran Bretagna: costretti sul lavoro a nascondere la propria fede

The power of prayer – Cross – Necklace © Ashley Rose-CC – it

© Ashley Rose-CC

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Valores Religiosos - pubblicato il 17/03/15

Una lavoratrice che non può portare il crocifisso e un imprenditore criticato per aver organizzato una festa di Natale: rapporto della Commissione per l'Uguaglianza e i Diritti Umani

I lavoratori britannici credenti si sentono sotto pressione e spinti a nascondere le proprie convinzioni religiose sul posto di lavoro, rivela un rapporto della Commissione per l'Uguaglianza e i Diritti Umani (EHRC, dalle iniziali in inglese).

Il gruppo ha sottolineato che chi è apertamente cristiano viene in genere accusato di essere intollerante, in alcuni casi perché si oppone ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Lavoratori ebrei e musulmani hanno ammesso che per loro è molto difficile prendere dei giorni di ferie per motivi religiosi.

La EHRC ha consultato 2.483 organizzazioni e individui per analizzare la situazione dei lavoratori credenti sul posto di lavoro.

La Commissione ha portato alla luce “confusione” e “malintesi generalizzati” circa le leggi che difendono la libertà di religione o di credo.

La ricerca sarà utilizzata per un rapporto parlamentare sull'efficacia delle leggi contro la discriminazione religiosa e per l'elaborazione di linee ufficiali per i datori di lavoro e per quegli organismi che forniscono servizi alla popolazione.

Il maggior numero di risposte è giunto da impiegati cristiani, molti dei quali hanno confessato di temere che la propria religione stia perdendo terreno sul posto di lavoro e nella società nel suo insieme.

Alcune imprese che si definiscono cristiane hanno ammesso “molta confusione” sull'ipotesi che le loro azioni possano violare la legge sull'uguaglianza, che cerca di prevenire la discriminazione sul posto di lavoro.

Lo studio ha anche rivelato che gli atei e gli umanisti che hanno risposto alla consultazione hanno detto di aver sperimentato “conversioni non cercate”, oltre a sentirsi esclusi da eventi corporativi organizzati in luoghi religiosi.

Genitori di bambini cristiani e umanisti hanno detto dal canto loro che i figli sono stati spesso ridicolizzati a scuola.

Tra coloro che hanno risposto al sondaggio ci sono una lavoratrice cattolica che non può portare un crocifisso o un rosario anche se altre colleghe portano il piercing al naso e il responsabile di un'impresa legale che ha affrontato dure critiche per aver organizzato una festa di Natale per i propri impiegati visto che l'evento “promuoveva la religione”.

Mark Hammond, direttore della EHRC, ha affermato che lo studio rende conto di un panorama “complesso” di opinioni ed esperienze diverse.

“Ciò che emerge chiaramente è una confusione generalizzata circa la legge, che sta portando a risentimenti e a tensioni tra i gruppi, come anche ad ansia per i datori di lavoro che temono di violare una legge sull'uguaglianza e i diritti umani percepita come molto complicata”, ha aggiunto.

Secondo Hammond, il modo in cui la legge affronta il tema della religione e del credo sul posto di lavoro sta diventando “notevolmente controverso”.

L'imprenditore ha affermato tuttavia che la consultazione mostra anche che in Gran Bretagna ci sono datori di lavoro con esperienze molto positive “per una maggiore diversità e ambienti lavorativi inclusivi”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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