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Colletta Venerdì Santo: ai cristiani del Medio Oriente occorre di più

Famiglia siriana in un campo rifugiati in Giordania

© DR

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 10/03/15

Sandri: "se i cristiani di Terra Santa sono esortati a resistere, i fedeli di tutto il mondo devono prendere a cuore la loro vicenda"

Il Vaticano chiede un aumento nelle donazioni destinate ad aiutare i cristiani che soffrono le persecuzioni in Iraq e in Siria. L’appello è contenuto nelle lettera del cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazioni delle Chiese orientali, inviata ai vescovi di tutto il mondo in occasione della annuale colletta per la Terra Santa che si svolge tradizionalmente il Venerdì santo e pubblicata martedì 10 marzo.

"Sono milioni – scrive Sandri – gli sfollati che fuggono dalla Siria e dall'Iraq, dove il grido delle armi non tace e la via del dialogo e della concordia pare completamente smarrita, mentre sembra prevalere l'odio insensato di chi uccide e la disperazione disarmante di chi ha perso tutto ed è stato sradicato dalla terra dei propri padri”. Per questo motivo il cardinale sottolinea che “se i cristiani di Terra Santa sono esortati a resistere per quanto possibile ad ogni tentazione di fuga, ai fedeli in tutto il mondo si chiede di prendere a cuore la loro vicenda”. L'attuale momento, aggiunge, è “drammatico” e Papa Francesco ha “particolarmente a cuore le sofferenze di tanti fratelli e sorelle in questo angolo del mondo”.

La “Collecta pro Terra Sancta”, quindi, quest'anno “è più che mai occasione preziosa per essere pellegrini nella fede sull’esempio del Santo Padre, che nel maggio scorso ha visitato questo lembo di Terra caro ai Cristiani, agli Ebrei e ai Musulmani e promuovere il dialogo attraverso la concordia, la preghiera e la condivisione tra tutti i cristiani”.

I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno per le strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali, proveniente dalla Colletta sono – informa una nota della Santa Sede -, Gerusalemme, Palestina e Israele; Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia ed Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Proprio l'emergenza in Siria e Iraq ha richiesto uno sforzo maggiore per venire incontro alle esigenze umanitarie della popolazione.

Un appello ad una maggiore condivisione è stato lanciato anche da mons. Luis Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, il quale in una lettera, ha sottolineato che occorre “proteggere civili innocenti e offrire solo l’assistenza necessaria in termini di alloggio, cibo e acqua, medicine e allo stesso tempo prendersi cura delle migliaia di studenti delle università e delle scuole” (Asianews, 10 marzo).

Intanto L’Osservatore Romano (10 marzo) ha posto con grande rilievo in prima pagina il Rapporto dell’Unicef e di Oxfam (confederazione di 17 organizzazioni non governative che lavorano con 3 mila partner in più di 100 Paesi) il quale spiega che “ogni quattro secondi una persona è costretta a fuggire, abbandonando la propria casa, tutta la propria vita a causa della violenza, delle guerre o della miseria. Sono oltre ventimila ogni giorno. La “Nazione” dei profughi conta più di 51 milioni di abitanti. Più di quanti ne ha prodotti la seconda guerra mondiale. Il quotidiano della Santa Sede spiega che “in Siria, a pochi giorni dal quarto anniversario della guerra civile, la situazione umanitaria si fa sempre più drammatica: finora sono state oltre 200.000 le vittime del conflitto e più di undici milioni le persone costrette ad abbandonare le proprie case. È la maggiore emergenza umanitaria del mondo” (L'Osservatore Romano 10 marzo).

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