Don Basilio Petrà: c’è un precedente con il passaggio dei sacerdoti anglicani alla chiesa cattolica. Vera novità è riammettere quelli sposati e ridotti a stato laicalePreti sposati: è possibile applicare il "modello" della chiesa cattolica di rito orientale alla chiesa cattolica di rito latino? La questione si è accesa dopo una sorta di "apertura" da parte di Papa Francesco.
Durante la messa del 10 febbraio a Santa Marta (ma la notizia è circolata solo dopo una decina di giorni), riporta La Repubblica (19 febbraio), erano presenti sette preti che festeggiavano il loro 50esimo di sacerdozio, ma anche cinque sacerdoti che hanno lasciato il ministero perchè si sono sposati. E ancora durante l'incontro col clero romano, il Papa è tornato sull'argomento (Aleteia, 19 febbraio).
Alla domanda di uno dei preti presenti, don Giovanni Cereti, sulla questione dei preti sposati (nella quale si ricodava il caso delle Chiese Orientali, dove gli uomini sposati possono essere ordinati sacerdoti e le migliaia di preti sposati di rito latino che invece non possono celebrare), Bergoglio ha risposto a sorpresa: «Il problema è presente nella mia agenda».
IL "GIALLO" DELLA LETTERA AD HUMMES
Secondo notizie pubblicate in Brasile, alcuni mesi fa il papa avrebbe scritto al cardinale brasiliano Claudio Hummes una lettera sulla possibilità di avviare una riflessione sul celibato ecclesiastico relativa ai cosiddetti "viri probati" cioè a uomini di età non giovane, sposati, che conducono una vita familiare e religiosa esemplare, e ai quali alcuni ritengono che possano essere affidati compiti nella Chiesa al pari dei sacerdoti. La notizia della lettera di Francesco è stata però ridimensionata dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, per il quale «non c'è nessuna lettera del Papa al cardinale Hummes sulla materia indicata».
L'INCORAGGIAMENTO DI BENEDETTO XVI
L'argomento è tornato d'attualità a distanza di oltre due anni da un altro importante pronunciamento di Benedetto XVI. Quest'ultimo nella Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Medio Oriente del 14 settembre 2012, dopo avere affermato che «il celibato sacerdotale è un dono inestimabile di Dio alla sua Chiesa, che occorre accogliere con riconoscenza, tanto in Oriente quanto in Occidente, poiché rappresenta un segno profetico sempre attuale» ha ricordato «il ministero dei presbiteri sposati che sono una componente antica delle tradizioni orientali» e li ha incoraggiati poiché «con le loro famiglie, sono chiamati alla santità nel fedele esercizio del loro ministero e nelle loro condizioni di vita a volte difficili» (cattoliciromani.com, 15 novembre 2014).
COSA AVVIENE NELLE CHIESE ORIENTALI
Don Basilio Petrà, ordinario di teologia morale presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale, precisa ad Aleteia i contorni della vicenda: «Tutte le Chiese orientali cattoliche ammettono uomini sposati al presbiterato ad eccezione delle Chiese siro-malabarese e siro-malankarese in India». La regola fondamentale, spiega il teologo, è che «nelle chiese orientali vengono ordinati uomini sposati ma non è previsto che uno già prete possa sposarsi. Questa è una distinzione molto importante. Inoltre, se coloro che dopo il matrimonio sono diventati preti rimangono vedovi non possono più risposarsi. Ancora, i preti sposati non diventano vescovi e sono per lo più impegnati come parroci».
VITA MORALE E CASTITA' CONIUGALE
La pratica dei preti uxorati «ha radici antiche e si ispira alle lettere pastorali di Paolo. Essi sono chiamati ad essere esemplari sia nella vita sacerdotale che nella vita genitoriale e coniugale. Inoltre è prevista la castità coniugale, come per i laici sposati: castità coniugale non significa astinenza coniugale ma vivere la sessualità coniugale in modo degno e rispettoso della legge morale. Prima delle celebrazioni c'è un tempo di astinenza sessuale, un giorno o due secondo ciò che prevede la disciplina della chiesa di riferimento».
IL CASO DEI PRETI ANGLICANI SPOSATI
Anche nella Chiesa cattolica di rito latino ci sono già esempi di preti sposati. «In Germania ad esempio, c'è la presenza di pastori protestanti diventati preti cattolici rimanendo sposati, così come altrove ci sono ministri anglicani diventati preti cattolici. Sottolineo: essi rimangono sposati anche se vengono ordinati come preti cattolici. In America Latina molti anni fa c'è stato almeno un caso eccezionale di "vir probatus" ordinato prete».
LA VERA SVOLTA E' RIAMMETTERE I PRETI GIA' SPOSATI
Dunque secondo don Basilio Petrà, nell'attesa che Francesco si apra maggiormente sulla questione, la vera novità nella chiesa di rito latino sarebbe quella di riammettere al servizio sacerdotale «quei preti che lasciano l'abito, si sposano e poi vogliono "rientrare" rimanendo sposati. Naturalmente bisogna vedere se il Papa ha davvero l'intenzione di promuovere la loro riammissione semplice al ministero sacerdotale. Se ciò avvenisse – conclude il teologo – parleremmo di una svolta almeno da 1700 anni a questa parte».