Il papa ha pregato per i cristiani perseguitati in Siria, in Iraq e nel mondo nella Messa al termine degli esercizi
Papa Francesco è rientrato in Vaticano dopo cinque giorni di ritiro spirituale insieme ai membri della Curia romana nella Casa Divin Maestro, dei religiosi paolini, ad Ariccia.
Iniziati nel pomeriggio di domenica scorsa, gli esercizi spirituali per l'inizio della Quaresima sono stati predicati dal carmelitano Bruno Secondin ed incentrati su una lettura pastorale della figura del profeta Elia. L'ultima meditazione è stata dedicata a "Raccogliere il manto di Elia: profeti di fraternità".
Con il mantello Elia si era coperto il volto al passaggio del Signore sull'Oreb (1Re 19,13) e con il mantello aprirà più tardi le acque del Giordano (2Re 2,8). Quando ascenderà al cielo sul carro di fuoco, lo getterà letteralmente addosso al profeta Eliseo investendolo del compito di proseguire la sua missione di ricondurre Istraele al Signore distogliendolo dagli idoli pagani. Il mantello indossato dal profeta simboleggia, quindi, la missione e la forza di Elia. Eliseo accetta di indossare il mantello e diventa discepolo (Qumran.net).
Si riferiscono a questo le parole di papa Francesco che, al termine dei giorni di ritiro, ha ringraziato il teologo predicatore per il suo lavoro, sottolineando scherzosamente: "Non è facile dare Esercizi ai sacerdoti! Siamo un po’ complicati tutti, ma Lei è riuscito a seminare".
"Il Signore – ha auspicato Bergoglio – faccia crescere questi semi che Lei ci ha dato. E mi auguro anche, e auguro a tutti, che possiamo uscire di qua con un pezzetto del mantello di Elia, in mano e nel cuore. Grazie, Padre!".
Nella celebrazione eucaristica che ha concluso gli esercizi, il papa ha pregato ancora una volta per i cristiani perseguitati in Siria, in Iraq e nel mondo.