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Cosa pensa una bambina rifugiata cristiana dell’ISIS?

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© Amigos Irak / YouTube

Catholic Link - pubblicato il 24/02/15

“Io non farei loro niente, chiedo solo a Dio di perdonarli”

di Luisa Restrepo

La saggezza dei bambini è semplicemente impressionante. La maggior parte delle volte sono loro a offrirci le lezioni più essenziali della vita.

Per commentare questo video non servono molte parole. Quelle della bambina bastano e ci fanno interrogare su una realtà che ignoriamo nella sua drammaticità e che ci scandalizza da lontano. Sono parole che nella loro semplicità rispondono a molte domande che ci poniamo sul senso della sofferenza e degli eventi della nostra vita, e ci fanno capire che ci sono sempre ragioni per sperare, per confidare e continuare a credere nella misericordia di un Dio che ci ama infinitamente e ha pensato ogni dettaglio della nostra vita.



In circostanze difficili come quelle che stanno vivendo i nostri fratelli in Medio Oriente, ci possiamo scusare e lamentare (io l'ho fatto) di un'umanità frantumata e piena di odio che ci fa ribellare e ci frustra, ma nelle parole di questa bambina c'è qualcosa di essenziale che mi ha toccato molto: constatare che gli aspetti più umani sono la volontà, il coraggio, il sapersi sovrapporre alla disgrazia, la bontà, il perdono e la speranza, perché in Mariam brilla quell'umanità capace di perdonare, di compatire e ringraziare perché qualcun altro ha compassione dei suoi sentimenti. Brilla anche, in modo molto naturale, una fede interiorizzata e vissuta fin da piccola che fa sì che la sua visione delle cose sia piena di senso.

Per questo posso dire che l'aspetto umano è impegnarsi a continuare ad avere speranza, a realizzare i nostri sogni più belli, e i bambini continuano ad avere questo dono; è un peccato che a volte noi adulti diamo più peso ai nostri desideri peggiori.

Spesso essere uomini ci spaventa per tutto ciò che vediamo intorno a noi, per gli aneliti e i sogni irrisolti, per le tristezze e le frustrazioni, ma testimonianze di perdono come questa ci mostrano che bisogna sempre continuare a puntare sull'essere buoni, sull'essere esseri umani e cristiani autentici. Credo che nei momenti di sofferenza e di dolore ci aiuterebbe molto ricordare cosa pensavamo e provavamo quando eravamo bambini.

La piccola rifugiata Mariam ricorda che quando viveva a Qaraqosh “avevamo una casa e ci divertivamo, qui no. Ma grazie a Dio, Lui ci ha protetti. Dio ci ama, e non ha permesso che l'ISIS ci uccidesse”.

Mariam non prova rancore né odio per coloro che l'hanno costretta ad abbandonare la propria casa. “Io non farei loro niente, chiedo solo a Dio di perdonarli”. Lei, dice, li ha già perdonati.

La bambina ha quindi ringraziato il cronista. “Hai sentito i miei sentimenti. Io ho dei sentimenti e voglio che la gente li conosca, che sappia cosa proviamo noi bambini che viviamo qui”. Saper ancora ringraziare e sperare in mezzo al dolore. Una lezione che non si dimentica tanto facilmente.

[Traduzione dallo spagnolo e adattamento a cura di Roberta Sciamplicotti]

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