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“Per amarti meglio”: il lupo pedagogista

Libro per bambini – uteri in affitto

© Public Domain

La Croce - Quotidiano - pubblicato il 21/02/15

Quando la lobby LGBT inventa nuove fiabe, dove tutto quello che accade è bene
di Paolo Spaziani

“Papà, come sono nato io?”. Davanti ad una domanda di questa portata non si può mentire. Mai.

Eppure, pur di rieducare i bambini a considerare normale, anzi caritatevole, la moderna schiavitù dell'utero in affitto, si è disposti a violentare la realtà fino a stravolgerla con un danno educativo dai risvolti enormi che non sembra preoccupare la casa editrice Lo Stampatello, fondata da Francesca Pardi e Maria Silvia Fiengo, quattro figli e un “matrimonio” celebrato a Barcellona nel 2013.

Il volume Perché hai due papà?, scritto dalla Pardi e dedicato ai bambini della scuola primaria, racconta la vicendea di due uomini, Franco e Tommaso, che desiderano essere una famiglia ed avere dei bambini. Franco e Tommaso avevano solo “semini” e allora decidono di andare in America dove c'è un posto dove delle signore gentili – così recita il testo – donano i loro “ovini”.

La natura, però, non vuole proprio piegarsi ai desideri di Franco e Tommaso, perché un “ovino” ed un “semino” non possono diventare un bimbo dentro un uomo. Sempre in America, prosegue il testo, ci sono delle donne che possono decidere di far crescere nella propria pancia i bambini che non potrebbero nascere, lo fanno perché pensano sia meraviglioso avere dei figli ed aiutare chi non può averli.

Al termine della gravidanza nasce Lia che ha due papà, nessuno di loro l'ha portata nella pancia, ma – attenzione a questo passaggio – “entrambi insieme l'hanno messa al mondo”.

La bugia trasformata in verità da propinare a bambini innocenti e ovviamente ignari di cosa sia in realtà la pratica dell'utero in affitto, i cui “fastidiosi imprevisti” vengono affrontati senza alcuna pietà. Ad esempio, di recente, negli Stati Uniti una madre surrogata avrebbe dovuto essere sottoposta ad aborto perché il figlio commissionato da una coppia è risultato affetto dalla sindrome di down, ma la prestatrice d'utero si è rifiutata di abortire, preferendo tenere il bambino.

Sarebbe stato, poi, interessante che l'autrice avesse affrontato, oltre al tema dei “semini” e degli “ovini” anche il tema dei “soldini” che tanto interessano a chi si arricchisce con il business degli uteri in affitto.

Lo stravolgimento della realtà prosegue nelle pagine successive in cui Franco, Tommaso, Lia e Andrea (nel frattempo, infatti, un altro bimbo è arrivato con le stesse modalità) prendono casa al mare e, casualmente (!), si ritrovano come vicine una coppia di donne, Meri e Franci, con i loro figli. La spiaggia delle vacanze disegnata nel libro vede la presenza di sole coppie omosessuali e di una donna da sola con i figli, nessun avvistamento della famiglia formata da un uomo ed una donna, ormai archiviata tra le specie estinte.

Il volume termina con alcune scene di vita quotidiana in cui Lia e Andrea giocano, mentre Franco e Tommaso sono intenti a preparare la cena. L'ultima fase del libro – “E' proprio vero, la vita è una cosa meravigliosa” – ha un sapore agrodolce, perché contiene una grande verità, ma nel contempo cerca di eliminare con parole ad effetto il dolore e il senso di ingiustizia che provano coloro che ancora oggi sono alla disperata ricerca dei loro genitori biologici o donne come Sushma Pandey, la cui tragica storia è stata raccontata sulle pagine di questo quotidiano dall'avvocato Gianfranco Amato.

Nella presentazione del libro pubblicata sul sito web della casa editrice la pratica dell'utero in affitto viene ridenominata “gestazione di sostegno”, così come prevede la neolingua gender a cui, secondo l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscrimazioni Razziali), dovrebbero adeguarsi anche i giornalisti (sul punto si vedano nel dettaglio le ormai purtroppo famose linee guida dell'UNAR per un'informazione rispettosa delle presone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender).

Vaclav Havel ha scritto che la vita nella menzogna si perpetua solo a condizione della sua universalità: ogni trasgressione, ogni tentativo di vita nella verità la nega come principio e la minaccia nella sua totalità.

Per questo ogni nostro gesto, dalle semplici risposte che diamo ai nostri figli fino alla partecipazione all'incontro al Palalottomatica del 13 giugno prossimo, diventa un'occasione privilegiata per riaffermare il senso e la verità delle cose.

Tags:
ideologia gender
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