Aleteia logoAleteia logoAleteia
sabato 20 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Francesco ai vescovi ucraini: “siate uniti, ascoltate il vostro popolo per avere pace”

Pope Francis with Ukrainian bishops – CPP

©ServizioFotograficoOR/CPP

 February 20, 2015: Pope Francis, center, speaks with Ukrainian bishops during an "ad limina" meeting at the Vatican.

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 20/02/15

Al termine della visita ad limina dei vescovi ucraini il pontefice rinnova l'appello a cercare "la pace possibile"

Un appello all’unità tra le chiese cattoliche, separate nei riti ma accomunate dal tesoro “della fede e del popolo di Dio”, per cooperare insieme per la “pace possibile” e il benessere della gente ucraina piegata da mesi di conflitto e dalle gravi disuguaglianze sociali: è questo il senso dell’incontro che papa Francesco ha avuto oggi con i vescovi ucraini in visita ad limina apostolorum.

“Vi dò il benvenuto in questa casa che è anche la vostra casa. E voi lo sapete bene perché il Successore di Pietro ha sempre accolto con fraterna amicizia i fratelli dell’Ucraina”: le parole affettuose con le quali Francesco ha accolto nella Sala Clementina del Palazzo apostolico i vescovi ucraini sembrano voler dissipare qualunque ombra possa pesare sull’incontro che costituisce il cuore della visita ai diversi dicasteri della Curia romanainiziata lo scorso lunedì.

Una guerra fratricida

Non sono stati del tutto contenti i cattolici ucraini per l’appello di due settimane fa con il quale papa Francesco ha chiesto di far cessare in Ucraina una “guerra fratricida” che oppone popoli appartenenti alla stessa fede cristiana. Le parole pur vere del pontefice – subito plaudite dal metropolita ortodosso di Mosca, Kirill -, alle orecchie dei cattolici ucraini sembravano ignorare le responsabilità russe nell’annessione della Crimea dopo un referendum molto controverso e per il conflitto negli altri territori ucraini a rischio secessione insieme alla preoccupazione di poter ritornare ai tempi della repressione sovietica dai quali la chiesa cattolica ucraina si è affrancata solo in tempi recentissimi. “Con attenzione – sottolinea il papa consapevole della cronaca che segna le vicende ucraine e dei fantasmi della storia sempre in agguato – ho appreso dei vostri problemi, che non sono pochi”.

Francesco assicura la vicinanza e la preghiera per la situazione di grave conflitto che si protrae da mesi nel Paese continuando a mietere vittime e rinnova “l’appello a tutte le parti interessate perché siano applicate le intese raggiunte di comune accordo e sia rispettato il principio della legalità internazionale”. In particolare, ribadisce il pontefice, deve essere “osservata la tregua recentemente sottoscritta” e applicati “tutti gli altri impegni che sono condizioni per evitare la ripresa delle ostilità”.

Ascoltare la gente

Rispetto alle vicende storiche “tuttora presenti nella memoria collettiva” il pontefice distingue tra quelle che hanno una base politica e la cui risoluzione non entra nelle competenze dei pastori della Chiesa ucraina e le “realtà socio-culturali e drammi umani che attendono il vostro diretto e positivo apporto”.

“Ascoltate attentamente le voci del territorio”: questo è l’invito di Francesco che aggiunge: “Ascoltando il vostro popolo, voi vi fate solleciti verso i valori che lo caratterizzano: l’incontro, la collaborazione, la capacità di comporre le controversie”. In poche parole, ribadisce: “la ricerca della pace possibile”.

L’essere pienamente cittadini del proprio Paese, poi, implica il diritto “di esporre, anche in forma comune, il vostro pensiero circa i suoi destini. Non nel senso di promuovere una concreta azione politica, ma nell’indicazione e riaffermazione dei valori che costituiscono l’elemento coagulante della società ucraina, perseverando nell’instancabile ricerca della concordia e del bene comune, pur di fronte alle gravi e complesse difficoltà”.

Il pontefice assicura il sostegno della Santa Sede, anche presso “le istanze internazionali”, per far comprendere i diritti e le preoccupazioni della chiesa cattolica e ricerca “in quali modi venire incontro alle necessità pastorali di quelle strutture ecclesiastiche che si sono trovate a dover affrontare anche nuove questioni giuridiche”. In questo modo Francesco risponde alla preoccupazione circa l’adeguamento giuridico richiesto alle istituzioni cattoliche in Crimea a causa del sopravvenire della legislazione russa.

Una iniqua povertà

Non c’è solo il conflitto a rendere precario il presente dell’Ucraina ma anche la situazione sociale determinatasi in seguito a quel “malinteso senso di libertà economica” che ha permesso “il formarsi di un ristretto gruppo di persone che si sono enormemente arricchite a discapito della grande maggioranza dei cittadini”. Un fenomeno che ha “inquinato” anche le istituzioni pubbliche. Pure rispetto alla “iniqua povertà in una terra generosa e ricca” il pontefice chiede ai pastori di non tacere “le considerazioni che la fede e la responsabilità pastorale vi suggeriscono”. “Il senso di giustizia e di verità – sottolinea Francesco che incoraggia i vescovi ad annunciare con zelo il Vangelo -, prima che politico, è morale, e tale incombenza è affidata anche alla vostra responsabilità di Pastori. Quanto più sarete liberi ministri della Chiesa di Cristo, tanto più, pur nella vostra povertà, vi farete difensori delle famiglie, dei poveri, dei disoccupati, dei deboli, dei malati, degli anziani pensionati, degli invalidi, degli sfollati”.

Unità tra le chiese

I vescovi sono ricevuti in tre gruppi perché tre sono le giurisdizioni ecclesiastiche in Ucraina: la chiesa greco-cattolica, guidata da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev, con una delegazione di 14 vescovi; la chiesa latina guidata da mons. Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo di Lviv dei latini con altri 7 vescovi e la chiesa rutena di rito bizantino guidata da mons. Milan Sasik, accompagnato da un altro vescovo.

Francesco va dritto al punto delle divisioni tra le chiese latina e bizantina affermando che “a me personalmente fa male sentire che vi siano incomprensioni e ferite”. Entrambi gli episcopati sono cattolici e ucraini” pur nella diversità di riti e tradizioni ed è necessario, come già detto nel passato anche da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, accogliersi e sostenersi reciprocamente valorizzando le riunioni dei vescovi di tutte le Chiese sui iuris dell’Ucraina. L’unità dell’episcopato “oltre a dare buona testimonianza al Popolo di Dio”, rende “un’inestimabile servizio alla Nazione, sia sul piano culturale e sociale, sia, soprattutto, su quello spirituale”. L’unità nasce dai tesori fondamentali  in comune: “la fede e il popolo di Dio”. Sarà questo il modo di fare delle vicende storiche, conclude Francesco “un motivo di condivisione e di unità” e di servire anche la causa dell’ecumenismo nel Paese.

Tags:
papa francescoucraina
Top 10
See More