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Gesù e il peccatore: un’assurda e trasgressiva relazione di amore assoluto

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Aleteia - pubblicato il 18/02/15
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Se non si capisce quanto Gesù Cristo ami un unico peccatore, non si capisce nulla di LuiIl peccato è fondamentale nella vita di Gesù: è stato per redimerci dal peccato che si è incarnato, diventando uomo. Pur non peccando, Gesù è stato l'unico uomo capace di comprendere l'infinito dolore provato da Dio quando un unico uomo pecca contro di Lui e contro se stesso.
 
MA COS'È IL PECCATO?

– Nelle tribù primitive, era la violazione di un tabù. Tra gli ebrei, era un atteggiamento che contaminava radicalmente l'uomo, essendo una scelta dell'intelligenza e della volontà contro la persona di Dio.

– I profeti di Israele consideravano il peccato come un rifiuto di obbedire, come ingratitudine, orgoglio, falsità di cuore, ribellione dichiarata. Era la rottura di un vincolo, la violazione di un'alleanza, il tradimento di un'amicizia. Quando un uomo pecca, ripete l'esperienza di Adamo, nascondendosi da Dio. È così, dicevano, che Dio vede il peccato: non come una semplice legge violata, ma come un'amicizia tradita.

– Per Gesù il peccato non era la mera trasgressione di una legge. Questo era un aspetto secondario, pur essendo di enorme importanza per gli scribi e i farisei, che davano un valore eccessivo alle regole formali e alle apparenze, dimenticando però l'aspetto principale (cfr. Mt 23,23-24).

– Per Gesù il peccato nasce dall'interno dell'uomo (cfr. Mt 15, 10-20). È per questo che è necessaria una trasformazione interiore, del cuore. Per Gesù, il peccato è una schiavitù: l'uomo si lascia andare al potere del maligno, valorizzando falsamente le cose di questo mondo, lasciandosi trascinare dall'immediato, da soddisfazioni sensibili che non placano la nostra sete di amore e di pienezza.

QUALI SONO I PECCATI PIÙ GRANDI PER GESÙ?

– L'ipocrisia religiosa: l'uso delle apparenze per coprire egoismi e interessi che calpestano la giustizia, la misericordia e la lealtà.

– Il disprezzo per il messaggio d'amore di Dio: chi ascolta il messaggio e non lo rispetta sarà giudicato in modo più severo (Mt 10, 15; 21,31).

– Scandalizzare i piccoli (cfr. Mt 18,6-7), anche perché entreranno nel Regno dei Cieli solo coloro che diventeranno come i bambini, puri nel cuore.

– I peccati che offendono l'amore reale per il prossimo: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare” (Mt 25, 41-46).

– L'omissione: nella parabola dei talenti, uno dei servi è condannato alle tenebre esteriori perché non ha fatto rendere la sua moneta (cfr. Mt 25,30).

– E il peccato imperdonabile: la blasfemia contro lo Spirito Santo (cfr. Mt 12, 30-32). In cosa consiste? Nell'atteggiamento costante di sfidare la grazia divina; nel chiudersi a Dio, nel rifiutare il suo messaggio. Questo atteggiamento rende impossibile il pentimento. E visto che Dio rispetta la nostra libertà e il nostro libero arbitrio, Egli stesso si lascia obbligare da noi a non concederci il suo perdono, che dipende dalla nostra accettazione volontaria.

COME TRATTA GESÙ I PECCATORI?

– Gesù distingue chiaramente il peccato e il peccatore: davanti al peccato è intransigente, davanti al peccatore tenero e misericordioso. Vede nel peccatore la possibilità di un nuovo figlio di Dio. Le sue parole si addolciscono; si prepara a perdonare ancor prima che il peccatore dia segni di pentimento.

– Gesù ha una dedizione speciale per i peccatori, siano essi ricchi o poveri. Consumava i pasti con loro: era un segno di comunione. Voleva avvicinarli al banchetto di Dio. Gesù ama il peccatore e lo invita alla sua mensa.

– Gesù sa che tutti gli uomini peccano. Per questo, sa che tutti hanno bisogno di essere accolti (cfr. Gv 8,7).

– Gesù chiede che tutti si riconoscano peccatori. È così che può offrirci la salvezza (cfr. Mt 9, 13).

– Gesù si avvicina al peccatore, ma chiarisce che i peccati non devono essere accettati (cfr. Gv 8,11). È per questo che invita sempre il peccatore alla conversione.

– Gesù è venuto a salvare ciò che era perduto. Il suo obiettivo è la salvezza dell'uomo, chiunque sia (cfr. Lc 7,50). Cerca tutti i peccatori con amore.

– Gesù dà la propria vita per i peccatori, chiarendo in modo lampante che per Dio un unico peccatore è così importante e la sua redenzione è così preziosa che Dio stesso è capace di farsi uomo e morire crocifisso per riscattarlo (cfr. Mt 26,28; Lc 23, 34).

– Gesù non obbliga nessuno a lasciarsi salvare. È il mistero insondabile di un amore così grande che non lede nemmeno la nostra libertà di scelta. In questo senso, Egli si permette di “fallire” con Giuda, con i farisei, con la sua amata città di Gerusalemme: “Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace…” (cfr. Lc 19,41-44).

– Gesù usa parole durissime non contro il peccatore, ma contro il peccato: “Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te” (Mt 18,8). Enorme è la catastrofe che un peccatore respinga l'essenza stessa della dignità umana: essere figlio di Dio e non schiavo dei propri egoismi.

– Gesù non è un giudice che condanna. Al contrario, è il Liberatore. Porta la luce e la speranza, l'amore e la misericordia, ma non le impone; ce le offre, supplicandoci di accettarle liberamente.

– Gesù non si limita a predicare contro il peccato. Non è venuto al mondo per portare mere proibizioni e imposizioni. È venuto a lanciare un appello positivo, luminoso: ci invita alla conversione, alla trasformazione interiore, all'accettazione di una relazione di amicizia personale con Dio; ancor di più, a una relazione con Dio che è nientemeno che una relazione dei figli con il proprio Padre!

– Gesù arriva ad affermare di non essere venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori (Mt 9,12)! Si presenta come un medico che è venuto a curare le anime malate, che hanno più bisogno di cure di quelle sane (cfr. Mc 2, 17). Egli sarà accusato dai farisei di mescolarsi ai peccatori (cfr. Mt 9,12) e alle prostitute (cfr. Lc 7, 36-42). Nell'Ultima Cena affermerà che il suo sangue verrà versato in remissione dei peccati (cfr. Mt 26, 27). Dopo essere risorto, chiederà agli apostoli di continuare a predicare la conversione per la remissione dei peccati alle persone di tutto il mondo (cfr. Lc 24, 44-48)!

– Gesù è l'incarnazione della misericordia di Dio. È venuto proprio per accogliere i peccatori e aiutarli a cambiare(cfr. Lc 19,10).

– Misericordia! Per il mondo greco-latino, la misericordia era un difetto. Con la sua vita e con la sua morte, Cristo ha gridato che la misericordia è il gesto più sublime del vero amore. La misericordia ha un nome: Gesù Cristo. Incarnandosi, Dio è diventato Misericordia mettendosi alla nostra portata.

È per questo che papa Francesco sottolinea tanto la misericordia. Egli sa che noi peccatori non abbiamo bisogno di condanna, ma del contrario: di accoglienza, aiuto, amore e incentivo ad accettare la nostra dignità di figli di Dio Padre.

(Con estratti dal libro Jesús Cristo, di padre Antonio Rivero, LC)
 
 
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]