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Papa Francesco, senza fraternità resta solo la guerra

assault weapons – it

© JOE KLAMAR / AFP

Alessandro Gisotti - Radio Vaticana - pubblicato il 17/02/15

Così il pontefice durante l'Omelia a Santa Marta di questa mattina

Tutti noi siamo capaci di fare del bene, ma anche di distruggere quanto Dio ha fatto. E’ quanto affermato da Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Papa, soffermandosi sulla prima Lettura che narra del diluvio universale, ha osservato che l’uomo è perfino capace di distruggere la fraternità e da qui nascono guerre e divisioni. Quindi, ha duramente condannato quegli “imprenditori di morte” che vendono armi a Paesi in conflitto perché la guerra possa continuare.

“L’uomo è capace di distruggere tutto quello che Dio ha fatto”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dal passo drammatico della Genesi che mostra l’ira di Dio per la malvagità dell’uomo e che prelude al diluvio universale. L’uomo, ha constatato con rammarico, “sembra essere più potente di Dio”, è capace di distruggere le cose buone che Lui ha fatto.

L’uomo è capace di distruggere la fraternità
Nei primi capitoli della Bibbia, ha proseguito, troviamo tanti esempi – da Sodoma e Gomorra, alla Torre di Babele – in cui l’uomo mostra la sua malvagità”. Un male che si annida nell’intimo del cuore:

“‘Ma padre, non sia tanto negativo!’ qualcuno dirà. Ma questa è la verità. Siamo capaci di distruggere anche la fraternità: Caino e Abele nelle prime pagine della Bibbia. Distrugge la fraternità. E’ l’inizio delle guerre, no. Le gelosie, le invidie, tanta cupidigia di potere, di avere più potere. Sì, questo sembra negativo, ma è realista. Ma prendete un giornale, qualsiasi – di sinistra, di centro, di destra… qualsiasi. E vedrete che più del 90% delle notizie sono notizie di distruzione. Più del 90%. E questo lo vediamo tutti i giorni”.

“Ma cosa succede nel cuore dell’uomo?”, si è chiesto Francesco. Gesù, ha detto, ci ricorda che “dal cuore dell’uomo escono tutte le malvagità”. Il nostro “cuore debole”, ha proseguito, “è ferito”.

Imprenditori di morte vendono armi a chi è in guerra
C’è sempre, ha soggiunto, una “voglia di autonomia”: “Io faccio quello che voglio e se io ho voglia di questo, lo faccio! E se per questo voglio fare una guerra, la faccio!:

“Ma perché siamo così? Perché abbiamo questa possibilità di distruzione, questo è il problema. Poi, nelle guerre, nel traffico delle armi… ‘Ma, siamo imprenditori!’ Sì, di che? Di morte? E ci sono i Paesi che vendono le armi a questo, che è in guerra con questo, e le vendono anche a questo, perché così continui la guerra. Capacità di distruzione. E questo non viene dal vicino: da noi! ‘Ogni intimo intento del cuore non era altro che male’. Noi abbiamo questo seme dentro, questa possibilità. Ma abbiamo anche lo Spirito Santo che ci salva, eh! Ma dobbiamo scegliere, nelle piccole cose”.
Il Papa ha dunque messo in guardia dalla chiacchere, da chi sparla del vicino: “anche in parrocchia, nelle associazioni”, quando ci sono “gelosie” e “invidie” e magari si va dal parroco a sparlare. “Questa – ha ammonito – è la malvagità, questa è la capacità di distruggere, che tutti noi abbiamo”. E su questo “la Chiesa, alle porte della Quaresima, ci fa riflettere”. Di qui Francesco ha rivolto lo sguardo al Vangelo odierno in cui Gesù rimprovera i discepoli che litigano tra loro perché si erano dimenticati di prendere il pane. Il Signore dice loro di fare “attenzione”, di guardarsi “dal lievito dei farisei, dal lievito di Erode”. Semplicemente fa l’esempio di due persone: Erode che “è cattivo, assassino, e i farisei ipocriti”. Quindi, Gesù rammenta loro di quando ha spezzato i cinque pani e li esorta a pensare alla Salvezza, a quello che Dio ha fatto per tutti noi. Ma loro, ha ripreso il Papa, “non capivano, perché il cuore era indurito per questa passione, per questa malvagità di discutere fra loro e vedere chi era il colpevole di quella dimenticanza del pane”.

Scegliere il bene con la forza che ci dona Gesù
Dobbiamo prendere “sul serio” il messaggio del Signore, ha detto ancora il Papa, “queste non sono cose strane, questo non è il discorso di un marziano”, “l’uomo è capace di fare tanto bene”. Ha così citato l’esempio di Madre Teresa, “una donna del nostro tempo”. Tutti noi, ha detto, “siamo capaci di fare tanto bene, ma tutti noi siamo capaci anche di distruggere; distruggere nel grande e nel piccolo, nella stessa famiglia; distruggere i figli”, non lasciandoli crescere “con libertà, non aiutandoli a crescere bene; annullare i figli”. Abbiamo questa capacità e per questo, ha ribadito, “è necessaria la meditazione continua, la preghiera, il confronto fra noi, per non cadere in questa malvagità che tutto distrugge”:

“E abbiamo la forza, Gesù ci ricorda. Ricordate. E oggi ci dice: ‘Ricordate. Ricordatevi di Me, che ho versato il mio sangue per voi; ricordatevi di Me che vi ho salvato, vi ho salvati tutti; ricordatevi di Me, che ho la forza di accompagnarvi nel cammino della vita, non per la strada della malvagità, ma per la strada della bontà, del fare il bene agli altri; non per la strada della distruzione, ma per la strada del costruire: costruire una famiglia, costruire una città, costruire una cultura, costruire una patria, sempre di più”.

A Quaresima preghiamo di non lasciarci ingannare delle seduzioni
“Chiediamo al Signore, oggi, prima di incominciare la Quaresima – ha concluso il Papa – questa grazia: di scegliere bene sempre la strada col suo aiuto e non lasciarci ingannare dalle seduzioni che ci porteranno sulla strada sbagliata”.

QUI L'ORIGINALE

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