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Come rapportarmi al mio angelo custode?

Guardian Angel – it

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Aleteia - pubblicato il 17/02/15

Il tuo angelo custode può aiutarti più di quanto immagini

di P. Paulo Ricardo

Sappiamo già qual è la missione dei santi angeli custodi: condurci al Cielo e alla salvezza eterna. Ma come ci relazioniamo concretamente con loro nella vita quotidiana?

In primo luogo, i nostri angeli sono nostri amici. Non esistono segreti tra noi. Sanno tutto ciò che facciamo e – contrariamente ai demoni, che non vedono Dio faccia a faccia – sanno anche cosa pensiamo.

È bene salutarli e invocarli durante la giornata, ricordando anche gli angeli degli altri. Salutando qualcuno, è interessante creare l'abitudine di salutare anche il suo santo angelo. Questo, oltre ad aiutare la relazione con la persona, ci aiuta a onorare una persona santa che è accanto a lei e allo stesso tempo al fianco di Dio.

Nelle Sacre Scritture, l'angelo Gabriele si offre di accompagnare il giovane Tobia nel suo viaggio: “Riprese Tobia: 'Conosci la strada per andare nella Media?'. Gli disse: 'Certo, parecchie volte sono stato là e conosco bene tutte le strade'” (Tb 5, 5-6).

Gli angeli conoscono le cose molto meglio di noi. Per questo, possiamo anche chiedere loro consiglio ogni volta che attraversiamo una difficoltà o un pericolo. Il loro aiuto è importante soprattutto di fronte alle tentazioni; alla fine, sono stati posti al nostro fianco per liberarci dall'inferno e portarci in Cielo.

Anche dai santi possiamo imparare preziose lezioni da mettere in pratica con i nostri angeli custodi.

Papa San Giovanni XXIII, ad esempio, quando doveva risolvere qualche problema difficile nel suo lavoro alla nunziatura di Parigi puntava sulla “diplomazia degli angeli”: mandava il suo angelo custode a parlare con gli angeli dei suoi interlocutori perché aiutassero a risolvere la questione.

Padre Pio da Pietrelcina insisteva molto con i suoi figli spirituali perché gli inviassero i loro angeli custodi in qualsiasi necessità. Era frequente che il santo non dormisse di notte, rispondendo alle richieste che i suoi figli spirituali gli presentavano attraverso i loro angeli.

Santa Teresina del Bambin Gesù scrive nella sua poesia Al mio angelo custode:

Tu, che attraversi lo spazio come un lampo ti supplico:
vola sul luogo della mia dimora, accanto a loro che mi sono cari.
Asciuga le loro lacrime con le tue ali. Decanta la bontà di GESU'!
Racconta con il tuo canto che le sofferenze possono essere grazia e sussurra il mio nome! …

Vale la pena di ricordare che non sono solo le persone a possedere un angelo custode, ma anche le istituzioni, le parrocchie, le diocesi, le città e i Paesi. Quando San Giovanni Maria Vianney è entrato ad Ars, non ha esitato a salutare l'angelo di quella parrocchia e tutti gli angeli dei suoi parrocchiani.

Nella lettera a un vescovo, San Francesco di Sales gli raccomandò di invocare l'angelo della sua diocesi, e in Portogallo esiste una festa per l'angelo del Paese, lo stesso che è apparso ai pastorelli di Fatima.

Ciò che conta, fondamentalmente, è imitare gli angeli custodi, cercando di essere come angeli per gli altri e facendo tutto il possibile perché questi arrivino al cielo, dove un giorno contempleremo tutti insieme il volto di Dio.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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