separateurCreated with Sketch.

Il segreto del successo della Ferrero? La Madonna di Lourdes!

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Aleteia - pubblicato il 15/02/15
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Protagonista assoluto della storia dell’industria, uomo rigoroso e di fedeE’ morto sabato pomeriggio a Montecarlo, dopo mesi di malattia, Michele Ferrero, 89 anni, papà della Nutella, ma anche del Mon Cheri, del Kinder, del Rocher, della Fiesta, del Pocket Coffee e di tutti i prodotti che hanno scandito l’affermazione dell’azienda nata ad Alba nel 1946.

Come disse Michele Ferrero alle celebrazioni per il cinquantenario della fondazione dell’azienda: “Il successo della Ferrero lo dobbiamo alla Madonna di Lourdes, senza di Lei noi possiamo poco”. E infatti una statuina della Madonna era presente in ognuno degli stabilimenti del gruppo sparsi per il mondo.

[script_connatix_id_article cnx-video=”528670″ token=”80b71ee4-d96a-4bbc-ad3f-c4253690335b” /]

Michele Ferrero, infatti, era la persona più ricca del Paese con un patrimonio di 26,8 miliardi di dollari e uomo dotato di una fede granitica. Una vita la sua lontana dai rifletterori con pochi appigli per una storia romanzata. Ogni anno andava in pellegrinaggio a Lourdes portando con sé i top manager e organizzava la visita al santuario francese anche per i dipendenti.

Aveva costuito il suo impero valorizzando il meglio dell’Italia con prodotti di qualità e capacità di innovazione. Ma il suo talento più raro stava nel saper coinvolgere i collaboratori e nel mostrare una particolare attenzione verso i dipendenti nell’addestrarli, valorizzarli (Il Giornale, 15 febbraio). “La mia unica preoccupazione – disse una volta – è che l’azienda sia sempre più solida e forte per garantire a tutti coloro che ci lavorano un posto sicuro” (La Stampa, 25 giugno 2006)

E sotto la sua direzione l’azienda della Nutella è diventata uno dei principali gruppi dolciari a livello mondiale, presente in 53 Paesi con oltre 34.000 collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. E sempre per suo volere nacque, nel 1983, la Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsi degli ex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche con il motto “Lavorare, creare, donare” (Avvenire, 15 febbraio).