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Malati, anziani, disabili: il tesoro dei guanelliani

Old woman – it

© IamNotUnique / Flickr

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Opera don Guanella - pubblicato il 12/02/15

Contro la cultura dello "scarto"
Si chiamano Peppino, Mario, Giovanni…hanno tra i 60 e gli 89 anni. Abitano al don Guanella da una vita, altrimenti…chissà dove sarebbero finiti! "Scarti" sì, per la società, maestri per tanti giovani e volontari, che da loro vengono per imparare la vera "scuola della vita". "Intorno al nostro centro che accoglie circa 400 disabili mentali, ruotano oltre 150 volontari tra i 16 e i 60 anni – spiega don Fabio Lorenzetti, direttore. "Vengono da parrocchie, associazioni, movimenti, tante diverse realtà. Vengono a rileggere la propria vita, in un gioco di specchi, a mettersi in crisi, per tornare a recuperarne il senso profondo, la verità. E in questo i nostri "scarti" sono maestri. Vasi fragili, poveri che nascondono un tesoro immenso". Di questa ricchezza ben nota, i guanelliani non sono gelosi. Anzi, proprio da questa consapevolezza nasce l'invito rivolto a tutti i giovani delle parrocchie e associazioni, romane e non: vivere un'esperienza di servizio a Casa San Giuseppe, in Via Aurelia Antica.
"La gente che viene a farci visita –  volontari, familiari, istituzioni – rimane meravigliata dalla qualità degli ambienti messi a disposizione per gli ospiti.
Solo la manutenzione ordinaria annuale degli ambienti in uso per l'attività si attesta sui 300.000 euro. I 5 pulmini con sollevatori – di cui due donati – sono destinati alle iniziative diverse proposte ai ragazzi accolti, mentre l’auto ammiraglia in dotazione alla comunità religiosa invece è una Yaris che si avvicina ai 10 anni di attività ed ha ormai 180.000 km sulle spalle". 
Circa i comfort da sottolineare che le residenze sono tutte a norma degli standard, invece "13 anni fa la casa religiosa, pensata per accogliere i sacerdoti anziani e ammalati, è stata dotata di aria calda/fredda che, attualmente, non funziona come dovrebbe".
Gli arredi, a parte qualche letto e scrivania, sono quelli che arrivano dalla “questua”, cioè regali della gente. "Chi ha lavorato al don Guanella sa benissimo che due volte alla settimana gli operatori possono attingere al magazzino (lo stesso per i nostri mobili) il mobilio in aggiunta a quello in dotazione, quando necessario per le attività".
Gli stipendi? Troppo facile raccontarlo in un post. Al don Guanella sono ancora oggi puntuali. Gli arretrati si riferiscono al contratto non andato in onda (così come firmato dal sindacato e dall’ARIS), mentre abbiamo da tempo adeguato il nuovo tabellare. Da non dimenticare che le “rette” sono ferme da 11 anni, a fronte di tre adeguamenti contrattuali e tagli di budget che ci hanno costretto a chiudere un piano del reparto, diminuire il personale senza mai licenziare nessuno!
Ecco la ricchezza della Chiesa, di questa porzione di Chiesa: i nostri ospiti e la voglia di servirli al meglio, nonostante tutto. Finché ce la faremo.
E a chi frequentava o lo ha dimenticato l'invito a venire a trovarci. La porta è sempre aperta. Lo sanno tutti!"

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testimonianze di vita e di fedevolontariato
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