Aleteia logoAleteia logoAleteia
mercoledì 17 Aprile |
Aleteia logo
Stile di vita
separateurCreated with Sketch.

Chi ha la risposta a ciò di cui hanno bisogno le donne?

WEB-Woman-Smirk-Lotus-Carroll-CC – it

Lotus-Carroll-CC

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 10/02/15

Forza, provate! Una risposta sbagliata non vi farà perdere punti...

Molti attribuiscono a Sigmund Freud la domanda “Cosa vogliono le donne?” Penso che quella di Freud sia una buona domanda, ma una ancor migliore è “Di cosa hanno bisogno le donne?”

Una risposta comune a questa domanda è “Le donne hanno bisogno di femminismo”. Ci sono molti sit web in cui gli utenti completano la frase “Ho bisogno del femminismo perché…”, e le risposte sono così varie che sarebbe difficile trarre da questi siti una definizione coerente di femminismo. Nella migliore delle ipotesi, chi risponde sembra pensare di aver bisogno del femminismo (qualunque cosa sia) perché questo e solo questo lo proteggerà da tutto ciò che ritiene sgradevole nella vita nel mondo in cui viviamo – includendo violenza, ingiustizia, patriarcato, gerarchia e un’ampia gamma di riprovevoli “ismi”.

Dall’altro lato, ci sono siti web in cui gli utenti completano la frase “Non ho bisogno del femminismo perché…” Le utenti di questi siti postano una lunga lista di obiezioni a quello che credono sia il femminismo, rifiutandolo perché non hanno bisogno, come dicono alcune, di “essere riscattate dall’essere una donna” o perché respingono la misandria pervasiva che percepiscono in almeno alcune delle scuole femministe. La più ampia di queste posizioni che rifiutano il femminismo che abbia visto di recente l’ho trovata in una foto probabilmente scattata a Washington, D.C. alla Marcia per la Vita di quest’anno. Sono un po’ scettico sul fatto che la foto sia stata scattata in quell’occasione, perché la donna che teneva il cartello sembrava vestita per un clima più caldo di quello che si trova in genere a Washington alla fine di gennaio. Sul cartello si leggeva:

Il femminismo è un movimento politico socialista e contrario alla famiglia che incoraggia le donne a lasciare i mariti, uccidere i figli, praticare la stregoneria, distruggere il capitalismo e diventare lesbiche.

Nessuno di questi siti (né di quelli simili) ci porta molto più vicino a una risposta pronta alle domande “Cosa vogliono le donne?” e “Di cosa hanno bisogno le donne?”, tuttavia penso che possiamo concordare tutti sulla generalizzazione per la quale nella nostra cultura contemporanea molte donne non sembrano felici, anche se non sono d’accordo tra loro sul motivo e su cosa le renderebbe felici. Ho pensato di offrire il mio contributo alla discussione.

Quando ero uno studente universitario, negli anni Ottanta del secolo scorso a Washington, D.C., vedevo spesso studentesse universitarie che indossavano magliette con un’immagine allo stile del dottor Seuss (uno scrittore e fumettista statunitense, ndt) che riportava uno slogan spesso attribuito erroneamente a Gloria Steinem: “Una donna ha bisogno di un uomo quanto un pesce ha bisogno di una bicicletta”. Anche se ero solo un ragazzo, mi chiedevo come si sarebbero sviluppate le giovani donne che agivano sulla base di quella convinzione. Avrebbero alla fine scoperto che gli uomini erano dispensabili? Sì – e no.

No – le donne non avrebbero trovato gli uomini dispensabili. Le donne hanno scoperto che avevano ancora bisogno di qualcuno che si prendesse cura di loro durante la gravidanza, mentre allevano figli e così via. Hanno ancora bisogno di qualcuno che le protegga e fornisca aiuto, ruoli in genere ricoperti dagli uomini come mariti e padri.

– le donne avrebbero trovato gli uomini dispensabili, visto che tante di loro hanno “appaltato” il tradizionale ruolo maschile di fornitore/difensore allo zio Sam, ad esempio al welfare-State federale. Credo che possano concordare sul fatto che questa organizzazione non ha avuto un buon risultato per donne, bambini o uomini.

Stavo riguardando uno dei miei libri preferiti, Another Sort of Learning, di padre James Schall, S.J. Il sacerdote fa riferimento al saggio The Education of Women di Jacques Maritain. Padre Schall ha inviato il saggio alla sua amica Anne Burleigh. Ecco una parte della risposta della Burleigh:

… sembrerebbe così importante far capire agli studenti che il modo in cui “agiscono” è intimamente collegato alla loro vita intellettuale. Non possono pensare bene se non agiscono correttamente, e agire bene è qualcosa che non viene in modo del tutto naturale. Qualcuno deve aiutarli a pensare a queste cose. Idee e convinzioni sono molto emozionanti. Richiedono grande passione, cuore tenace e mente disciplinata. Richiedono grande movimento della volontà, nel senso di decidere di puntare la propria vita su di loro, di morire per loro se necessario. Mi sembra che le ragazze dovrebbero capirlo. Le ragazze sono così naturalmente disponibili a dare tutto ciò che hanno… Ed è lì che sono così vulnerabili. Bisogna dare la cosa giusta alla persona giusta nelle circostanze giuste.

La Burleigh osserva che la capacità femminile di autodonazione è una causa fondamentale della vulnerabilità delle donne, e che parte della maturità femminile consiste nell’imparare come donare in modo saggio e corretto, come ha detto, “la cosa giusta alla persona giusta nelle circostanze giuste”. È a questo riguardo che i cattolici possono guardare all’esempio della Madonna. Ella è il modello per le donne; è il faro da seguire nell’intreccio presente (e di fatto antico) in cui si trovano.

Nei miei articoli sugli uomini, ho scritto che Satana odia Dio e tutto ciò che Dio ha creato. Satana progetta di distruggere ciò che è umano – che è l’apice della creazione divina. Satana odia l’autentica mascolinità, e quindi cerca di minarla e di sostituirla con qualcosa che è innaturale e quindi empio. L’odio di Satana per ciò che è umano (e quindi mascolino) si vede anche nel suo odio per ciò che è femminile. Nella lettera apostolica Mulieris Dignitatem (n. 30), papa San Giovanni Paolo II ha scritto:

Il «serpente antico» vuole divorare «il bambino». Se vediamo in questo testo il riflesso del vangelo dell’infanzia (cf. Mt2, 13. 16), possiamo pensare che, nel paradigma biblico della «donna», viene inscritta, dall’inizio sino al termine della storia, la lotta contro il male e il Maligno. Questa è anche la lotta per l’uomo, per il suo vero bene, per la sua salvezza. La Bibbia non vuole dirci che proprio nella «donna», Eva-Maria, la storia registra una drammatica lotta per ogni uomo, la lotta per il suo fondamentale «sì» o «no» a Dio e al suo eterno disegno sull’uomo?

Al capitolo 3 della Genesi vediamo che il serpente semina sfiducia nel cuore di Eva. Il suo fallimento nel fidarsi di Dio e del suo patto (insieme al fallimento di Adamo) provoca una catastrofe. Il progetto divino per l’umanità sembra crollato quasi nelle sue fasi iniziali, ma Dio parla con la ferma determinazione di un amore testardo in Genesi 3:15: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. Nel progetto divino, l’incrinatura provocata dalle bugie del serpente e dalla sfiducia di Eva sarà ricomposta da verità e fiducia. E a questo riguardo possiamo far riferimento a un libro che meriterebbe di essere ristampato dall’editore.

Joyce Little, nella sua splendida opera The Church and the Culture War: Secular Anarchy or Sacred Order, scrive:

Maria è la nostra guida più affidabile a Cristo, la persona nella posizione migliore per attestare la verità di Cristo, proprio perché è sua madre. Conosce suo Figlio come nessun altro tra noi, e visto che Dio le ha affidato il suo unico Figlio, suo Figlio ci ha affidati alla sua guida. Quando Maria consiglia ciascuno di noi dicendoci “Fate quello che vi dirà”, ci sta assicurando che possiamo affidarci a lui. Facendo questo, ella invita ciascuno di noi a fare ciò che nell’ordine creato è la suprema caratteristica femminile, nella fattispecie arrenderci a un altro… Se Cristo è la verità, Maria è la fiducia. E la verità, perché personale e materiale, non può essere efficace nel nostro mondo a meno che non ci affidiamo a Lui. Per questa ragione Cristo richiede la mediazione femminile di sua madre, perché solo una madre può offrirci la fiducia di questa donna che è in modo unico la madre di Dio.

Cristo è la verità – Maria è la fiducia. Il potere liberatore e guaritore del “fiat” di Maria alla Verità che è suo figlio e il Figlio di Dio è il rimedio ai progetti di Satana, alla sfiducia di Eva e al fallimento di Adamo.

“Perché le donne oggi sembrano tanto infelici?” Se sono infelici, può essere perché hanno risposto male alle domande “Cosa vogliono le donne?”, “Di cosa hanno bisogno le donne?” La risposta brillante e vissuta a queste domande si ritrova in Maria, Vergine e Madre. 

Padre Robert McTeigue, S.J.è membro della provincia del Maryland della Compagnia di Gesù. Docente di Filosofia e Teologia, ha una lunga esperienza in direzione spirituale, ministero di ritiri e formazione religiosa. Insegna Filosofia presso la Ave Maria University ad Ave Maria, Florida, ed è noto per le sue lezioni di Retorica ed Etica Medica.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
donnefemminismo
Top 10
See More