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A Bologna docenti divisi sulla benedizione pasquale

Crocifisso in classe

© Public Domain

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 09/02/15

Il caso in tre scuole del capoluogo emiliano. I parroci inviano la richiesta, ma gli insegnanti laici provano a boicottarla

La benedizione pasquale a scuola divide gli insegnanti. Accade a Bologna, nelle scuole elementari Fortuzzi e Carducci e alle medie Rolandino.

LA RICHIESTA DEI PARROCI
I parroci di tre chiese tra Porta Castiglione e Santo Stefano hanno chiesto il "benestare" dei docenti e gli spazi dove compiere il rito della benedizione pasquale per gli alunni. I sacerdoti hanno scritto che la benedizione potrebbe avvenire al termine delle lezioni di uno dei giorni che precede le vacanze pasquali radunando gli allievi che accettano l’invito in una stanza abbastanza grande.

SCONTRO IN CONSIGLIO D’ISTITUTO
Una richiesta di routine che si è trasformata in un caso. Perché nelle tre scuole, che formano l’Istituto Comprensivo 20, si sono registrate polemiche e spaccature. E lo scontro è finito nel consiglio di istituto.

"SCUOLA NON E’ LUOGO MULTIRELIGIOSO"
«La scuola non è un luogo multireligioso, ma interculturale: si studiano tutte le religioni, ma non si celebrano riti», protesta Gianluca Gabrielli, maestro alle Fortuzzi. «Lo spazio della scuola pubblica non si esaurisce nelle ore di lezione. Nelle interpretazioni della legge sugli organi collegiali si dice che le liturgie non possono essere celebrate neanche quali attività», insiste Gabrielli.

"LAICITA’ VIOLATA"
Rincara un’altra insegnante, Monica Fontanelli: «Sono fermamente convinta che l’adesione a qualsiasi religione sia una scelta intima, personale e che la scuola, soprattutto in questo momento storico, debba essere luogo di incontro, unione, solidarietà ed evitare iniziative che dividono gli studenti, come pure gli insegnanti e tutto il personale, in base a scelte religiose». Per lei «se il Consiglio d’Istituto approverà la richiesta delle Parrocchie la laicità della Scuola sarà violata».

"NESSUNA DISCRIMINAZIONE"
Prova a tracciare una ragionevole sintesi il presidente del consiglio d’istituto Giovanni Prodi, nipote dell’ex presidente del consiglio Romano, che non crede all’invasività della richiesta e al fatto che possa minare le basi laiche della scuola. «Resto convinto che il rito, nelle modalità richieste, sia legittimo, anche rispetto alla Costituzione, e non sia discriminatorio: come può esserlo un incontro aperto a tutti e per partecipare al quale nulla è richiesto?».

IL PRECEDENTE DI VARESE
A Bologna si sta riproponendo in maniera più aspra quello che è avvenuto qualche mese fa in una scuola di Varese. In quell’occasione la dirigente della scuola elementare "Medea", Mara Caenazzo, decise di vietare la benedizione natalizia che ogni anno don Leonardo Bianchi soleva fare ai bambini nell’istituto. Questa la motivazione accampata dal dirigente: «La benedizione è un atto di culto e non un semplice saluto e quindi, per salvaguardare i diritti di tutte le famiglie, potrà essere garantito in un altro momento e non durante l’orario delle lezioni».

RIVOLTA CONTRO LA PRESIDE
A Varese ci fu una rivolta contro la scelta di Caenazzo. I genitori degli alunni dell’istituto protestarono contro la preside avviando finanche anche una raccolta di firme contro l’atteggiamento discriminatorio nei confronti dei bambini cattolici, la stragrande maggioranza degli alunni della scuola.   

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