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Tolleranza zero verso i pedofili nella Chiesa: lo chiede papa Francesco

Cardinal Sean Patrick O’Malley – it

© AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO

ITALY, Rome : US cardinal Sean Patrick O'Malley listens during a press conference at the North American College on March 5, 2013 in Rome. The Vatican said Tuesday that the date for the conclave to elect a new pope could be set before all cardinals have arrived in Rome, as five electors were still missing from the roll call. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 07/02/15

In corso in Vaticano i lavori della Commissione per la tutela dei minori presieduta dal cardinale O'Malley: dalla repressione alla prevenzione

“Tolleranza zero” verso il fenomeno degli abusi sessuali nella Chiesa: la linea inaugurata con decisione da Benedetto XVI prosegue con Francesco. Lo ha ribadito il cardinale Sean Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston e presidente della nuova Commissione per la tutela dei minori istituita da Bergoglio che si è riunita in questi giorni in Vaticano dopo la nomina di alcuni nuovi membri provenienti da varie parti del mondo.

Il 2 febbraio, il pontefice ha inviato una lettera agli episcopati di tutto il mondo perché supportino il lavoro della Commissione e provvedano a codificare delle linee guida nazionali contro gli abusi sessuali dei preti e dei religiosi su minori come raccomandato nel 2011 dalla Congregazione per la dottrina della fede.

Ad oggi sono 112 le Conferenze episcopali ad aver inviato in Vaticano le proprie linee guida, una cifra che corrisponde al 97% degli episcopati mondiali: mancano all’appello, ha spiegato O’Malley nel corso di un briefing nella sala stampa della Santa Sede, solo 5 conferenze episcopali di alcuni paesi africani dove c’è la guerra o impegnati nella lotta all’ebola, nei quali evidentemente le priorità da affrontare sono diverse.

Tuttavia, anche tra gli episcopati che hanno risposto, alcune delle normative prodotte appaiono deboli. La nuova Commissione voluta da Bergoglio lavorerà, ha precisato O’Malley, in collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della fede, "per individuare quali paesi necessitano di più aiuto". Il papa intende promuovere "la sicurezza dei minori in tutti gli aspetti della Chiesa: l'educazione, la risposta di ogni Conferenza Episcopale per preparare maestri, sacerdoti religiosi e tutti coloro che lavorano con i minori". "Il nostro compito – ha affermato l’arcivescovo di Boston rispondendo alle domande dei giornalisti – non è solo affrontare i casi avvenuti ma prevenire gli abusi di minori e adoperarci perché la Chiesa faccia tutto quanto è necessario". Per questo O’ Malley ha inviato anche una sua lettera agli episcopati per sollecitare l’indicazione di “una persona di riferimento che possa stabilire una linea di comunicazione” con il Vaticano sulla materia.

Alla conferenza stampa erano presenti due dei nuovi membri della commissione, suor Kayula Gertrude Lesa, dello Zambia e l'inglese Peter Saunders, che, vittima da bambino di un prete pedofilo è stato ricevuto l'estate scorsa dal Papa. In sala erano presenti anche gli altri membri della Commissione, tra cui l’irlandese, Mary Collins, a sua volta vittima da adolescente di un prete pedofilo.

Casi venuti allo scoperto solo dopo molti anni gli abusi e molte sofferenze, perché spesso nei contesti ecclesiali si è privilegiato il criterio di evitare scandali che compromettessero la credibilità della Chiesa piuttosto che la tutela delle vittime. Su questo aspetto è stato molto chiaro papa Francesco nella lettera inviata agli episcopati il 2 febbraio scorso, sottolinendo che, in ogni caso, la priorità non è evitare gli scandali perché “non c’è assolutamente posto nel ministero di chi abusa di minori”. La Commissione così, già dai suoi primi passi, ha discusso di "procedure che possono essere introdotte" quando un vescovo non prende sul serio le accuse di pedofilia rivolte ad un sacerdote: "Ci devono essere conseguenze – ha detto O’Malley – e ci devono essere procedure che permetteranno di gestire questi casi in modo veloce". La Commissione è quindi intenzionata a presentare al papa “raccomandazioni molto concrete”.

Si tratta di materie complesse in cui entrano in gioco aspetti teologici – come l’autonomia dei vescovi nella linea della successione apostolica – e giuridici, in quanto le linee guida devono conformarsi alle diverse legislazioni nazionali ed è difficile stabilire delle norme che valgono per tutti nella Chiesa. Non vanno, inoltre trascurati gli aspetti psicologici: ad esempio, all’obbligatorietà della denuncia penale da parte del ministro che venga informato di un possibile abuso fuori dal sacramento della confessione, ha spiegato alla conclusione del briefing ad alcuni giornalisti Hans Zollner, gesuita tedesco membro della commissione, si sono opposti in Germania le stesse vittime e associazioni di psicologi affinché coloro che hanno deciso di rivelare un abuso subito, non siano costretti anche a dover affrontare la relativa vicenda processuale se non vogliono. Non per niente la Commissione si è riservata la possibilità di chiamare a far parte dei gruppi di lavoro esperti di particolari tematiche e anche altri membri.

Il cardinale O’Malley ha annunciato che sarà istituita una giornata di preghiera dedicata alle vittime di abusi sessuali da parte del clero. E’ stata, inoltre, avviata un’attività di contatto delle organizzazioni di finanziamento cattoliche, per chiedere loro di includere alcuni requisiti in materia di protezione dei bambini nei criteri per l'ammissibilità al finanziamento. Tutte attività volte a sensibilizzare e aumentare la coscienza nella comunità cattolica sulla piaga di gli abusi sui minori.

“E’ chiaro – ha sottolineato O’Malley – che lo sforzo impiegato dalla Chiesa per cercare di comprendere questo fenomeno, va a beneficio di tutta la società”.

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