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Il diavolo ringrazia i rigidi censori del sesso

Victims of sex trafficking ‘need the body of Christ’ – it

Bailey Rae Weaver

La Croce - Quotidiano - pubblicato il 05/02/15

Una riflessione sulla falsariga de "Le Lettere di Berlicche" di C.S. Lewis, che immagina un carteggio fra l'arcidiavolo Berlicche e il suo nipotino Malacoda

di Antonio Benvenuti

Cari colleghi diavoli, demoni, creature del buio tutte che seguite le mie parole, siamo giunti al terzo appuntamento con quelle che i servi del Nemico che sta Lassù chiamano “opere di misericordia spirituale”. Quella che oggi vi insegnerò a sovvertire è una che ci riguarda da vicino.

Recto: 3 – Ammonire i peccatori

Sentendo dire “peccatori” voi tutti avete avuto un sobbalzo. Vi capisco bene. Quando qualcuno tocca il nostro cibo noi tutti ci irritiamo un po’. E’ davvero imperdonabile che tentino di sottrarci le anime che noi ci siamo guadagnate tentando. Ma rassicuratevi: c’è più fumo che arrosto.

Questo perché Nostro Padre Infernale ha provveduto per tempo a darci una strategia efficace. Affumicando non solo i peccatori nostra preda, ma anche coloro che dovrebbero ammonirli.

E’ un’opera di misericordia, abbiamo detto. Mi accorgo di non avervi ancora spiegato cosa sia la misericordia. La misericordia è quel sentimento umano che li spinge ad avere pietà dei loro simili quando li vedono in difficoltà, e aiutarli.
Vedo tra voi molti, non avvezzi al mondo terrestre, stupiti o confusi. Proprio così: invece di approfittare della debolezza per sottometterli o nutrirsene, alcuni uomini danno una mano a coloro che sarebbero le loro naturali prede. Finendo spesso per essere a loro volta predati proprio da quelli che hanno aiutato.

Amare il prossimo è innaturale e perverso, e nessuno di noi può accettarlo.

Per capire come fermare questa incomprensibile follia bisogna osservare che la misericordia è sempre rivolta verso qualcuno. Se vogliamo azzerarne l’efficacia dobbiamo orientare l’attenzione non più verso qualcuno, ma verso qualcosa. Nello specifico, verso il peccato.

Il peccato noi sappiamo bene cosa sia: è quel di meno, quel buco che talvolta hanno gli esseri umani nel loro rapporto con il Nemico. Un buco nel quale noi possiamo insinuarci per nutrirci della loro anima.

Noi demoni non siamo in grado di creare da soli quel buco. Abbiamo tentato tante volte, inutilmente. Solo la libera scelta dell’essere umano può dissipare i veleni della gioia, della giustizia, della bellezza, della verità che lo proteggono come una corazza dai nostri assalti. Solo se si allontana volontariamente dalla perfezione del Nemico si crea uno spazio per noi.

Per compiere quella scelta deve essere attirato dal peccato. Come fare, se significa vivere peggio? Dobbiamo rendere peccare attraente. Dobbiamo indurlo a ignorare, o sottovalutare, le conseguenze delle sue azioni.

Questo è l’ABC della tentazione, la teoria che voi tutti avete studiato. E senza dubbio conoscete anche la maniera migliore di arrivare a fare ciò: staccare la connessione del peccato con la realtà.

Gli umani sono stupidi. Sventoli davanti a loro un po’ di piacere e dimenticheranno che per ottenere quel piacere si stanno distruggendo. Così stupidi che non è neanche necessario concedere a loro il piacere vero, basta dire che è alla moda.

Anche quando non vi sarà più piacere ma solo dolore continueranno come prima, senza comprendere cosa stanno sbagliando.

Prendete ad esempio il sesso. Il Nemico lo usa per far capire cosa significa “dare la vita con amore”? E noi togliamo la vita e togliamo l’amore. Senza di ciò rimane solo l’usare l’altro per svuotarsi di fluidi, fare una faticosa ginnastica e vivere brevi attimi di godimento animale. Voi pensereste che gli uomini fuggano da questo evidente di meno. Ma se noi rendiamo il sesso un dovere sociale, un mito, un diritto fasullo, se mettiamo in ridicolo coloro che perseguono quella completezza per cui il Nemico l’ha progettato, ecco che raggiungiamo il nostro risultato. I ragazzini non vedranno l’ora di praticare la corruzione, per diventare come tutti gli altri. Una volta dentro, credete che ammetteranno mai che quello che fanno non basta, che li rende infelici? Ma neanche se ci sbattono il naso. Diventeranno adulti tristi che propagheranno il loro errore.

Gli ammonimenti diventano per loro incomprensibili, perché non hanno esperienza della felicità. “Ma come”, dice il peccatore su nostro suggerimento, “perché mi rimproveri? Io non so facendo nulla di male: anzi, se non lo facessi sarei escluso dal gruppo, sarei ridicolizzato. Se fa schifo fuori e dentro, se finisce in odio e egoismo è colpa di lei, di lui, dell’altro, della società. Cosa c’entra quel tuo peccato con la mia vita? Aggiornati, non siamo più nel medioevo…”

Cosa può disturbare questo splendido processo? Che colui che ammonisce del pericolo ne mostri la concretezza, quanto peggio si vive, e il peccatore riesca a vedere oltre le nostre illusioni.

Per evitarlo dobbiamo far sì che non venga tanto ammonito il peccatore quanto rimproverato il peccato.

Quanti succulenti pasti abbiamo perso perché un amico ha preso da parte una delle nostre prede e gli ha fatto capire le conseguenze dei suoi gesti! Ma quanti credete che abbiano convinto le prediche che dicono “il sesso è male”?

Sì, colleghi tentatori! I nostri migliori alleati sono i rigidi censori che maledicono le perversioni e tuonano sulla corruzione dei costumi. Che dicono “state buoni”, senza spiegare il perché. Ma i loro rimproveri sono senza carne, e quindi impossibili da digerire.

Chi più odioso di chi vorrebbe impedirti di fare quel che pare e piace, se ti dice che è sbagliato ma non te ne illustra il vero motivo? Non viene voglia di fare l’opposto di ciò che insegna?

Tutti quei moralisti che ammoniscono sul peccato astratto e schifano il peccatore meriterebbero la nostra cittadinanza onoraria, perché dimenticano proprio ciò che li dovrebbe muovere: la misericordia per una persona vera. Vorrebbero salvare, e condannano senza neanche avere visto l’accusato.

Il loro agire è inefficace, un di meno. E come abbiamo detto che si chiama il di meno?

Ecco allora la versione infernale della terza opera di misericordia, che, possiamo dirlo, è il manifesto della nostra missione:

Verso: 3 – Incoraggiare il peccato

Il diavolo vuole convincere l’uomo dell’assurdità
dei progetti di Dio

Seconda opera di crudeltà spirituale: insegnare a chi non sa

Sapete che Dio non disprezza il dubbio?

La prima delle sette opere di crudeltà spirituale: Consigliare i dubbiosi

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