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Francesco ai religiosi: “progredire è abbassarsi per servire”

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 02/02/15

Nella Festa della vita consacrata, il papa invita a non vivere il carisma religioso in modo “light”

Guide guidate”: questo, per papa Francesco, devono essere i religiosi sulla scorta dell’esempio di Maria e Simeone che portano in braccio Gesù nel tempio, ma si fanno portare da lui sulla strada di Dio. Nella festa della presentazione del Signore e Giornata della vita consacrata, papa Francesco ha presieduto la celebrazione eucaristica nella basilica di san Pietro con i sacerdoti e i membri di Ordini, Congregazioni e Istituti religiosi. Il 2015 è tutto dedicato alla Vita consacrata in concomitanza con il 50° anniversario della promulgazione del Decreto conciliare Perfectae caritatis, punto obbligato di riferimento per i religiosi e le religiose che nel mondo sono oggi oltre un milione suddivisi in circa 3 mila ordini, congregazioni e istituti di vita religiosa.

“Il Vangelo – ha ricordato il pontefice – insiste ben cinque volte sull’obbedienza di Maria e Giuseppe alla legge del Signore”. Così chi segue Gesù “si mette nella via dell’obbedienza, come imitando la ‘condiscendenza del Signore, abbassandosi e facendo propria la volontà del Padre, anche fino all’annientamento e all’umiliazione di se stesso”.

"Per un religioso – ha ammonito il papa – progredire è abbassarsi nel servizio: un cammino come quello di Gesù, che non ritenne un privilegio l'essere come Dio. Abbassarsi, facendosi servo per servire. E questa via prende la forma della regola, improntata al carisma del fondatore". "La regola, insostituibile per tutti – ha sottolineato Francesco – è sempre il Vangelo, questo abbassamento di Cristo; ma lo Spirito Santo, nella sua creatività infinita, lo traduce anche in diverse regole di vita consacrata. Ma tutte nascono da questo cammino di abbassarsi servendo". E' proprio "attraverso questa 'legge' che i consacrati possono raggiungere la saggezza, che non è una attitudine astratta ma opera e dono dello Spirito Santo. E il suo segno evidente è la gioia. L'allegria del religioso è conseguenza di questo cammino di abbassamento con Gesù: quando siamo tristi, ci farà bene domandarci come stiamo vivendo questa dimensione".

"Il 'deposito', il 'carisma' di ogni famiglia religiosa, viene custodito dall'obbedienza e dalla saggezza, insieme. E attraverso questo cammino, siamo preservati dal vivere la nostra consacrazione in maniera 'light' e disincarnata". Se il sacerdozio si vivesse in maniera 'light', ha sottolineato Francesco "si ridurrebbe ad una caricatura della vita religiosa, nella quale si attua una sequela senza rinuncia, una preghiera senza incontro, una vita fraterna senza comunione, un'obbedienza senza fiducia, una carità senza trascendenza".

E' saggio, anche per la Chiesa, adattarsi ai tempi. "Attraverso il cammino perseverante nell'obbedienza – ha osservato il Papa – matura la sapienza personale e comunitaria e così diventa possibile anche rapportare le regole ai tempi: il vero aggiornamento, infatti, è opera della saggezza, forgiata nella docilità e nell'obbedienza". Un'obbedienza che, sottolinea Francesco, "non è un fatto teorico" ma è "docilità e obbedienza a un fondatore, docilità e obbedienza a una regola concreta, docilità e obbedienza a un superiore, docilità e obbedienza alla Chiesa. Si tratta di docilità e obbedienza concreta". 

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