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“Era necessario che tu morissi amore mio…”

Chiara ed Enrico Corbella Petrillo

© DR

Edizioni San Paolo - pubblicato il 02/02/15

Enrico Petrillo ricorda la testimonianza d'amore della moglie Chiara

di Enrico Petrillo

Sono qui, ora, nella tua stanza, la tua ultima stanza. Ci hai dormito solo una notte ed ora è la tua stanza. È qui che si sono aperte le porte, è qui che Lui in persona ti è venuto incontro. È la stanza dove i vostri occhi innamorati si sono finalmente ritrovati. Insomma sono qui in questo luogo santo e sto facendo un po’ memoria. È passato solo un anno da quell’ultima e unica Messa celebrata in questa stanza. Sono commosso da tanto amore ricevuto e donato, sempre insieme, e mi scopro di nuovo innamorato di te e di Lui. Forse però è troppo facile per me esserlo ancora, mi sono nutrito troppo bene. Ho mangiato “miele di roccia”, per usare un riferimento biblico. La… carbonara migliore, direi io. È sempre qui che ci ha detto, nel Vangelo di quell’ultima Messa, “voi siete il sale della terra, la luce del mondo”. Era ed è il suo mandato, “strada facendo annunciate il Vangelo”.

HAI DONATO TUTTO QUELLO CHE POTEVI: LA VITA

C’è un mondo che ti ama in modo straordinario. Ti sentono vicina nelle loro sofferenze, ti pregano come se già fossi una santa riconosciuta. Io vorrei un po’ ridimensionarli, anche se non ho dubbi che tu lo sia. È la tua felicità l’imprimatur del Signore. Come per dire: «Qui sono passato io, questa è roba mia». Sai, amore mio, il nostro amore continua a generare figli (me l’ha fatto notare padre Vito). Ne abbiamo così tanti che non riesco a ricordarne i nomi. Sono figli non nella carne ma sempre figli, nel Signore. Spero che Francesco mi perdoni perché ho scartato il suo regalo, la tua lettera per il suo compleanno. Un po’ l’ho scritta anch’io e ho pensato di doverla dare anche a loro, i figli più lontani. Spero di non aver sbagliato. Ho pensato che non avrei tolto certo il tuo amore a Francy, lui è il tuo figlio nella carne. Sai, c’è anche un mondo che preferirebbe che tu non fossi mai stata, perché non è facile lasciarsi scrutare da Dio attraverso te: nei tuoi occhi, nella tua benda, nel tuo sorriso, nella tua totale bellezza c’è sempre Lui. Perciò è necessario questo libro. Già, un libro su di te, amore mio, ci stiamo meravigliando ancora! Un libro che non serve a spiegare la verità, quella si sa spiegare benissimo da sola, né tanto meno per farti pubblicità (come molti avrebbero voluto). Non c’è mai piena verità in chi ti vuol vendere qualcosa, ma tu sì, la puoi dire, perché hai donato tutto quello che potevi. La vita.

ERA NECESSARIO CHE TU MORISSI, AMORE MIO…

Era necessario che tu morissi, amore mio, era necessario. Perché i ciechi vedano, perché chi ha sete beva, perché i superbi siano dispersi nei pensieri del loro cuore e perché il Suo popolo sappia che la schiavitù è terminata e il Re viene nella gloria. Questo libro serve semplicemente per testimoniare, a chi vuole aprire il suo cuore, che Dio è buono e che si può morire felici. Soprattutto serve a me, per non dimenticare. Ho visto, solo per grazia, quello che molti profeti e re avrebbero voluto vedere ma non videro. Sarei colpevole se tacessi. Devo testimoniare. Io da qui e tu ora da lì, uniti in un amore per noi nuovo, diverso, ma non certo più debole. Per scrivere questo libro ho pensato a Simone e Cristiana: chi meglio di loro, amici intimi con cui abbiamo condiviso tanti segreti della nostra anima, camminando insieme nella stessa direzione, parlando la stessa lingua, testimoni diretti anche loro di questa storia meravigliosa? Ho pensato a loro e credo proprio di aver fatto bene. Mi avrebbe fatto piacere scriverlo io stesso, ma in un raro momento di onestà infinita mi sono detto: «Ma quando? Ancora non hai capito in quale cassetto tieni i calzini e in quale le mutande! Meglio loro». Loro sono perfetti. Ho condiviso questa idea con padre Vito che l’ha benedetta. Quindi li ho scelti: pregano, hanno un cuore puro e desiderano il bene. C’erano sempre, da quando li abbiamo conosciuti ad Assisi, da fidanzati. Noi al loro matrimonio e loro al nostro, un mese dopo.

QUESTO LIBRO PARLA DI TE, DI NOI E DI COME DIO AMA

Erano lì a pregare per noi fuori dalla porta quando nasceva Maria e poi al suo “funerale”; erano lì quando è nato Davide e ancora al suo “funerale”; erano sempre lì, al battesimo di Francesco e infine alla nostra Pasqua, quando tutto si è compiuto. Chi meglio di loro poteva scrivere questo libro? Simone, che ha studiato editoria, aveva tutte le carte in regola per stendere in modo efficace il tuo racconto; Cristiana, l’amica con cui più di tutte hai condiviso la fede. Lei conosce alcuni segreti del tuo cuore… Conversazioni tra donne di intelligenza superiore. Quanta bellezza, quanta Provvidenza. E così ce l’hanno fatta. È stato faticoso per loro, hanno pregato insieme tutte le mattine prima di iniziare a lavorare, hanno ascoltato ore e ore di testimonianze raccolte tra gli amici più stretti. Hanno sbobinato e riassemblato tutto con cura e hanno finito di scrivere, non un libro romantico ma un primo libro che parla di te, di noi e soprattutto di Dio, di come Lui ama. È solo un primo libro, so già che se ne scriveranno tanti altri, in tante lingue. Mi hai detto delle frasi pesanti come tomi di teologia. Chissà se quando me le dicevi te ne rendevi conto… Io credo proprio di sì. Diligentemente me le appuntavo per non dimenticare. Già, per non dimenticare.

[Prefazione firmata da Enrico Petrillo, marito di Chiara Corbella, al libro “Siamo nati e non moriremo mai più” di Simone Troisi e Cristiana Paccini (Edizioni San Paolo)]

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