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Galantino: “Chi dissente dalla teoria del gender viene emarginato”

Nunzio Galantino – it

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 30/01/15

Nella conferenza stampa di chiusura del Consiglio permanente della Cei, il segretario generale ha denunciato la “dittatura del pensiero unico”

In Italia esiste una “dittatura del pensiero unico”: non ha dubbi mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che ha risposto così a una domanda di Aleteia alla fine della conferenza stampa nella quale ha dato evidenza dei lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani che si è tenuto a Roma dal 26 al 28 gennaio.

Durante la sessione di lavoro che ha affrontato l’agenda dei prossimi mesi scandita dall’assemblea generale di maggio dei vescovi dedicata alla verifica della ricezione dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, dal cammino verso il Sinodo ordinario della famiglia di ottobre e dalla preparazione del Convegno ecclesiale di Firenze di novembre, i vescovi si sono confrontati sulla relazione introduttiva del cardinale presidente Angelo Bagnasco che ha ripreso il tema della “colonizzazione ideologica” denunciata da papa Francesco nel viaggio di ritorno dalle Filippine che si esprime, in particolare, attraverso la teoria del gender veicolata nelle scuole.

IL GENDER, “POLPETTA AVVELENATA”

“Polpetta avvelenata” l’ha definita in conferenza stampa mons. Galantino in quanto “viene capovolto il dato antropologico” e si snatura la famiglia “equiparandola a qualunque nucleo affettivo a prescindere dal matrimonio e dai due generi”. “Un conto – ha insistito Galantino che ha denunciato il tentativo mediatico di contrapporre la prolusione di Bagnasco all’incontro di Francesco con il transessuale Diego Neria Lejarraga – è il fatto di abbracciare un trans come ha fatto il Papa per testimoniare l’accoglienza che si deve a tutti. Un altro è propagandare nelle scuole la teoria del Gender, che Francesco ha definito una forma di ‘colonizzazione culturale’”.

DIVERSIVI DAI PROBLEMI DEL PAESE

Secondo il segretario generale della Cei alcuni temi vengono affrontati per distogliere l’attenzione dai veri problemi delle persone: “Le unioni civili? Assomigliano molto al ‘panem et circenses’ – ha detto Galantino – per non guardare alle buche nelle strade che pure ci sono per offrire, invece, diversivi”, come si è fatto a Roma. Galantino ha anche aggiunto che quello che ha fatto il sindaco Ignazio Marino è semplice: “Ci vuole poco: bastano due ore, mettersi una fascia e farsi due foto…”.

E invece “quanto tempo – ha affermato Galantino rispondendo a una giornalista – dedica un amministratore al quoziente familiare che è fondamentale per assicurare la vivibilità alle persone? Quanto tempo i consigli comunali o il governo riservano per rispondere ai bisogni dei poveri, non in senso astratto, ma a quelli che fanno la fila alla Caritas?”.

Anche riguardo al tema dell’immigrazione, rispetto al quale durante la sessione dei lavori è emersa una volta di più la preoccupazione delle Caritas diocesane a proposito della mancanza di programmi di uscita dalle strutture di prima accoglienza, il segretario della Cei ha denunciato l’ipocrisia di chi parla ancora di “emergenza” di fronte a un fenomeno ormai costante. “Prefetti e sindaci – ha raccontato ai giornalisti – ci telefonano per sapere: ‘c’è posto?’. Noi diciamo sempre di sì e accogliamo. Poi nessuno ti risponde più al telefono. Salvo quando accade una cosa ‘simpatica’, lo dico in modo ironico: ci contestano per l’inadeguatezza talvolta delle nostre risposte. ‘Sei contro le leggi europee’, ci dicono. E spiegano: ‘dovresti avere almeno 2,5 metri di spazio per ognuno'”.

Per questi motivi, nella discussione tra i membri del Consiglio Permanente è emersa la volontà e l’urgenza, “senza pretese, ma anche senza timidezze”, di cercare “gli strumenti e i linguaggi più adeguati al dialogo per la scrittura di regole che siano utili al bene di tutti”.

DIRITTI INDIVIDUALI E PRESSIONE DELLE LOBBIES

“Sì, soprattutto per alcune questioni c’è una dittatura del pensiero unico – ha affermato Galantino rispondendo ad Aleteia -. Se oggi uno si permette di dissentire sul tema del gender viene ritenuto qualcuno da tenere a distanza come un’appestato. Questa non è dittatura del pensiero unico? Alcuni hanno anche il potere di farlo, anche nei media. La mia opinione viene ridicolizzata, ma nessuno viene a chiedere i motivi delle mie affermazioni per confrontarsi sul piano della ragione e non dei sentimenti”. In questa prospettiva, secondo il segretario generale della Cei si apre uno spazio particolare per i cattolici: “Abbiamo bisogno di recuperare una capacità culturale più profonda e più attenta in modo tale da verificare dove sono i limiti evidenti di una cultura appiattita sui diritti individuali. Il tema rilevante oggi in Italia è questo: i diritti individuali, grazie a delle lobbies, li si vuole far passare per diritti tout court. Non è vero. Se sono individuali restano tali: chi ha l’impegno di reggere una nazione non può ignorare l’esistenza di questi diritti, ma nemmeno può permettersi il lusso di farli diventare il perno su cui ritmare tutto. Questo è un abuso”.

UN PRESIDENTE PER I BISOGNI DELLA GENTE

Inevitabile per il segretario della Cei una domanda sull’elezione in corso del presidente della Repubblica e sulla candidatura del cattolico Sergio Mattarella. “Non è fondamentale che venga dalle associazioni cattoliche – ha affermato Galantino -; spero che ci siano altre motivazioni che fanno di un nome la persona attesa. L’unico criterio è che sia capace di aiutare governanti e italiani a sintonizzarsi sulla realtà, senza diversivi”. “A noi vescovi – ha aggiunto – piacerebbe un profilo alto di garanzia, rispetto ai problemi, a quello di cui oggi la nostra nazione ha bisogno. E per questo preghiamo”. 

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