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Sant’Agnese, gli agnelli e gli arcivescovi metropoliti

Sant’Agnese

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Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 21/01/15

Il 21 gennaio si rinnova la tradizione della benedizione degli agnelli dalla cui lana si tessono i sacri pallii

Nel giorno della festa di sant’Agnese, il 21 gennaio, Papa Francesco rinnova la tradizione della benedizione degli agnelli la cui lana servirà alla confezione dei sacri pallii per i nuovi arcivescovi metropoliti della Chiesa cattolica.

Il pallio è una stola bianca con sei croci nere che viene custodita in un’urna presso la confessione di san Pietro. In occasione della solennità dei SS. Pietro e Paolo, il 29 giugno, il papa la impone ai nuovi arcivescovi metropoliti per simboleggiare la loro speciale comunione con la sede apostolica.

Gli agnelli sono allevati dalle religiose del convento romano di san Lorenzo in Panisperna e offerti al pontefice dai Canonici regolari Lateranensi appunto in occasione della memoria liturgica di sant’Agnese.
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Quale legame c’è con questa santa morta nel 305?

Una giovinetta, quasi una bambina, ma con la forza dei giganti della fede che la rese capace di affrontare il martirio più crudele. Tale era la nobile Agnese della gens Clodia che subì il martirio a 12 anni durante la persecuzione dei cristiani ad opera di Diocleziano.

Narrano alcune fonti che il figlio del prefetto di Roma si fosse invaghito della dolce Agnese che, però, lo aveva rifiutato perché si era già promessa in sposa a Gesù. Per questo il potente padre del giovane respinto l’aveva fatta rinchiudere tra le vestali con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma.

L’intrepida giovinetta non si era piegata nemmeno a questa imposizione e di fronte alla nuova confessione di fede cristiana il prefetto l’avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo dove però nessun cliente avrebbe osato toccarla.
Accusata di magia, Agnese, secondo la tradizione agiografica, fu allora condannata al rogo ma le fiamme si divisero sotto al suo corpo senza sfiorarlo e i capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità.

A questo punto i suoi persecutori la finirono trafiggendola con un colpo di spada alla gola, proprio come si uccidevano gli agnelli. Per questo e a causa della sua giovane età e dell’innocenza, sant’Agnese viene spesso raffigurata, nell’iconografia tradizionale, con un agnello.

La santa, protettrice delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, dei tricologi e dell’Ordine della Santissima Trinità (i cui membri, detti Trinitari, erano dediti alla redenzione degli schiavi) è sepolta a Roma nelle catacombe che portano il suo nome sulle quali la principessa Costantina, figlia dell’imperatore Costantino I, fece costruire il complesso monumentale di sant’Agnese fuori le mura, noto per gli splendidi mosaici del Mausoleo di santa Costanza.

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